Cos’è lo spreco alimentare e tutti i progetti per evitarlo

Un problema grave che porta ogni giorno a buttare cibo commestibile: è lo spreco alimentare. Scopri cos’è e come evitarlo

Pubblicato: 8 Giugno 2021 10:43

DiLei

Redazione

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Il cibo è un elemento fondamentale per la nostra nutrizione e per il nostro sostentamento. In fondo, a chi non piace assaggiare e cucinare piatti nuovi? Ma, soprattutto a partire dagli ultimi anni, è cresciuta sempre di più la consapevolezza circa lo spreco alimentare. Un problema grave e difficile che riguarda tutta la catena di produzione fino ad arrivare al consumatore e che sta affliggendo la nostra epoca con possibili ripercussioni sul futuro. Infatti, il continuo e sempre maggiore spreco di cibo comporta, non soltanto una perdita di alimenti, ma anche uno sperpero di risorse naturali con conseguenze sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità della vita stessa.

Un problema importante tanto che, per sensibilizzare le persone, nel 2014 è stata istituita la Giornata di Prevenzione dello Spreco Alimentare, celebrata ogni 5 febbraio. Un’opportunità per educare le persone circa l’argomento e dimostrare come, attraverso piccoli gesti quotidiani, è possibile ridurre lo spreco di cibo. Però, prima di addentrarci sulle possibili soluzioni contro questa problematica, cerchiamo di capire cos’è effettivamente lo spreco alimentare e cosa comporta.

Cos’è lo spreco alimentare: come nasce e conseguenze

Lo spreco alimentare è un problema relativamente recente, tanto che non esiste una definizione univoca per definirlo. Tendenzialmente, con queste parole si intendono tutti quei prodotti destinati al consumo alimentare che, per diverse ragioni, vengono eliminati o smaltiti. È stato calcolato che ogni anno viene sprecato un terzo del cibo che viene prodotto. Per essere più precisi, si può distinguere tra perdita alimentare (food loss) e spreco di cibo (food waste). La prima identifica gli sprechi che avvengono nella prima fase di produzione, raccolta e lavorazione degli alimenti. Il secondo, invece, indica tutto ciò che va perso nella seconda fase di distribuzione, vendita e consumo.

Si può notare come, di fatto, lo spreco alimentare riguarda l’intera filiera agroalimentare: a partire dalla coltivazione fino al momento in cui il cibo tocca le nostre tavole. È un problema che tocca più livelli anche se le conseguenze maggiori si hanno nell’ultima fase di consumo. Infatti, nel momento in cui gettiamo un alimento che abbiamo comprato senza averlo consumato, sprechiamo non soltanto il prodotto in sé, ma anche tutte quelle risorse economiche e ambientali che sono state utilizzate per produrlo: acqua, terra, combustibili fossili e così via.

Tutto questo, ovviamente, provoca un forte impatto ambientale in negativo. L’eccessivo sfruttamento di queste risorse, infatti, comporta delle perdite in termini di biodiversità, conseguentemente alla distruzione della flora e della fauna. Ma non solo: i cibi che finiscono nelle discariche emettono gas che aumentano l’effetto serra, provocando forti cambiamenti a livello climatico. Inoltre, ci sono ripercussioni anche sulla salute e sulla giustizia: si prospetta che per il 2050 ci sarà un forte aumento della popolazione con un conseguente aumento nella produzione di cibo. Questo potrebbe ancor più accentuare il divario tra chi ha cibo e chi non ne ha.

È stato, infatti, dimostrato che il problema dello spreco di cibo avviene in maniera diversa nei paesi in via di sviluppo rispetto a quelli industrializzati. Nel primo caso lo sperpero avviene nelle fasi iniziali a causa della mancanza di strumenti adatti per la produzione e conservazione degli alimenti. Nel secondo caso, invece, lo spreco è maggiore nelle fasi finali della vendita e del consumo: eccediamo nell’acquisto degli alimenti e alcuni li scartiamo perché di bassa qualità oppure perché scaduti o conservati male. Contrariamente, bisogna imparare a non sprecare il cibo, ma acquistare con razionalità e consumare nel modo corretto. A questo proposito, ci sono diversi progetti in atto per evitare il continuo spreco di cibo. Vediamoli insieme.

Organizzazioni per lo spreco alimentare: soluzioni e iniziative

Negli ultimi anni, il tema dello spreco alimentare si è diffuso notevolmente, sensibilizzando sempre più persone. Infatti, sono sempre di più le organizzazioni nate con questo scopo: prevenire lo spreco alimentare e distribuire gli alimenti ancora commestibili, anche se non venduti. Tra queste possiamo citare la Fondazione Banco Alimentare, una società italiana che nasce con lo scopo di aiutare le persone bisognose, distribuendo quei prodotti alimentari che non possono più essere messi sul mercato, pur essendo ancora edibili, e li dona a chi è in difficoltà. Così facendo si evita lo spreco di alimenti che vanno a chi effettivamente ne ha bisogno.

Un’altra società che opera nel settore è Last Minute Market che si propone di aiutare le aziende nel recupero delle eccedenze alimentari, ma anche farmaceutiche e di beni ingombranti. Ma non solo: si occupa di formazione, ricerche e analisi dei dati e comunicazione con i cittadini. Proprio per questo motivo, dal 2010, ha lanciato la campagna Spreco Zero per sensibilizzare sull’argomento non soltanto la popolazione, ma anche le istituzioni, tra cui scuole, imprese ed enti pubblici, ottenendo buoni risultati e introducendo sempre nuove iniziative.

Inoltre, sono sempre più diffuse le app antispreco, come ad esempio Too Good To Go che consente ai privati di acquistare i cibi invenduti a un prezzo scontato e agli enti, tra cui supermercati, ristoranti e pasticcerie, di mettere in vendita i prodotti che verrebbero inevitabilmente sprecati, evitando così una grande perdita di cibo. Ma le sempre più diffuse organizzazioni contro lo spreco alimentare non bastano. Bisogna adoperarsi anche a livello domestico e quotidiano per combattere contro questa problematica. Piccoli accorgimenti che possono fare una grande differenza. Vediamo insieme come ridurre lo spreco alimentare nel proprio piccolo.

Spreco alimentare: come ridurlo con gesti quotidiani

Molto dello spreco alimentare avviene a livello domestico. Pensiamo a quanto cibo sprechiamo senza magari neanche rendercene conto: perché conserviamo male i prodotti e li buttiamo appena scadono o perché cuciniamo più del previsto e gettiamo gli avanzi. Ma con alcuni accorgimenti possiamo ridurre lo spreco di cibo: ecco come fare. Punto primo: programmare la spesa. È importante acquistare solo i prodotti necessari, senza eccedere nell’acquisto di beni superflui. In questo caso potrebbero venire in nostro aiuto alcune app, come My Foody e Ecofood Prime che consentono di trovare le offerte nei supermercati più vicini a noi e di acquistare prodotti prossimi alla scadenza o con difetti estetici a prezzi vantaggiosi.

Inoltre, è utile stipulare un menù settimanale, così da stabilire in precedenza cosa cucinare per il pranzo e per la cena ed effettuare una spesa ragionata, acquistando solo ciò che è necessario e guadagnando tempo e denaro. Punto secondo: conservare correttamente gli alimenti. Possono essere utili le app Pucci Frigo e UBO che permettono di controllare le scadenze e informare sulla giusta conservazione dei cibi. In dispensa, l’ideale è disporre e consumare per primi i prodotti che scadono nel breve termine.

Nel frigorifero, invece, bisogna disporli correttamente nei vari ripiani: in quello superiore i cibi da consumare senza cottura (yogurt, formaggi, burro), in quelli centrali i prodotti da conservare dopo l’apertura (salse, formaggi freschi, avanzi), in quello inferiore gli alimenti che vanno consumati cotti (carne e pesce). Frutta e verdura, invece, vanno conservati in due sezioni differenti per evitare contaminazioni. Punto terzo: controllare la data di scadenza. È interessante sapere che c’è una differenza tra le scritte “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”: nel primo caso indica una data tassativa, mentre nel secondo caso indica una data probabile, oltre la quale il cibo è ancora commestibile. Le due app nominate nel paragrafo precedente possono essere utili anche per tenere sotto controllo le scadenze dei cibi.

Punto quarto: non cucinare troppo. È importante non esagerare col cibo quando si cucina, ma optare per le piccole proporzioni di modo da consumare tutto ciò che si ha nel piatto. Nel caso in cui si eccede nel preparare il cibo è fondamentale conservare gli avanzi e riutilizzarli. Questo ci porta al prossimo passaggio. Punto quinto: riutilizzare gli avanzi. Invece di sprecare i resti del pranzo, questi si possono conservare o congelare per poi riutilizzarli in una nuova ricetta. Ci sono diversi ricettari e diverse applicazioni, tra cui Eco del Frigo, Svuotafrigo e Giallo Zafferano, che propongono tante idee creative e gustose per cucinare tanti piatti, utilizzando gli ingredienti che si hanno a disposizione.

Il segreto, in questo caso, è utilizzare anche tutti quei prodotti “meno nobili”, come le bucce o gli avanzi delle verdure per cucinare brodi, minestre, frittate, insalate di riso o paste fredde e così via. Infine, è una buona pratica quando si va al ristorante richiedere la doggy bag, ovvero letteralmente “la vaschetta degli avanzi del cane”. Più precisamente si tratta di un sacchetto o di un contenitore nel quale viene posto il cibo avanzato durante il pasto, evitando così uno spreco di cibo. Inoltre, è importante condividere tutto ciò che si conosce circa questa problematica con amici e parenti. Più persone vengono informate sulle cause e sulle conseguenze, ma anche sulle possibili soluzioni contro lo spreco alimentare, maggiore sarà la consapevolezza su questa tematica e minore lo spreco di cibo.

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