Vivere in modo sostenibile riguarda tutti gli aspetti della nostra quotidianità: da quello che mangiamo, a quello che indossiamo, a quello che mettiamo in casa come oggetti d’arredamento. L’ecodesign fa proprio questo: crea oggetti ecocompatibili, per ridurre il più possibile il nostro impatto sul pianeta.
Cos’è l’ecodesign: le caratteristiche
L’ecodesign è un modo di pensare ad un oggetto d’arredamento partendo dalla sua progettazione fino ad arrivare a prodotto finito, in modo che questo abbia il minor impatto ambientale possibile. Questo implica una selezione attentissima dei materiali utilizzati, delle metodologie di lavorazione, dello stoccaggio e del trasporto del prodotto finito e alla fine del suo smaltimento. Ogni singolo passaggio del ciclo di vita di un oggetto viene pensato a monte con l’obiettivo di essere il più green possibile.
Inoltre, esiste una direttiva UE sull’ecodesign (Direttiva 2009/125/CE) che prevede che venga impiegato il minor consumo energetico possibile anche nelle fasi di produzione, che si compensino l’energia consumata e che i materiali non utilizzati vengano recuperati. Le normative esistono anche a livello internazionale: sono le ISO 14040 e 14044 che riguardano ogni singola fase produttiva e di smaltimento dell’oggetto in questione.
Cos’è l’ecodesign: i materiali utilizzati
Dal momento che l’ecodesign riguarda ogni singola fase produttiva di un prodotto, compreso il suo smaltimento, entriamo nel modello dell’economia circolare, quella per cui anche gli scarti e i pezzi a fine vita vengono reimpiegati per realizzare oggetti nuovi oppure vengono riutilizzati in modo intelligente. In sostanza, non diventano rifiuti, ma vengono recuperati. In questo contesto, i materiali utilizzati saranno il più possibile naturali o ecocompatibili, proprio per poter essere smaltiti in modo da arrecare zero danni all’ecosistema. Le normative che regolano l’ecodesign si riferiscono anche a questa fase della produzione. Le materie prime impiegate saranno quindi di bio-materiali, che non sono tossici e non provengono dalla sintesi di sostanze chimiche, ma da risorse naturali e rinnovabili.