Quando si punta a migliorare la qualità della propria alimentazione – il che significa tornare in forma e prevenire malattie gravi – si può fare riferimento a diverse alternative. Una delle più importanti è la dieta mediterranea.
Patrimonio UNESCO da ormai dieci anni, si contraddistingue, in virtù della varietà, per un’efficacia scientificamente comprovata nella riduzione del rischio di diverse patologie, come per esempio l’ictus (a dimostrare gli effetti positivi di un suo ingrediente fondamentale, ossia l’olio d’oliva, sull’incidenza di questo evento avverso ci ha pensato, tra gli altri, uno studio condotto presso l’Università di Bordeaux nel 2011).
Attenzione, però: se si ha intenzione di ottenere risultati nella prevenzione dell’ictus, come evidenziato dagli esperti di Alice Italia Odv – la federazione delle associazioni attive nella lotta contro l’ictus cerebrale – è fondamentale anche la vitamina D.
Quando si parla di dieta, un altro aspetto da considerare con attenzione è l’assunzione del ferro. Come ricordato dal Dottor Fausto Aufiero – medico chirurgo, nutrizionista ed esperto in Bioterapia Nutrizionale – il ferro che assumiamo con il cibo può essere emoglobinico o non emoglobinico.
Il primo si trova soprattutto nelle carni e nei pesci e viene assorbito più facilmente dalla mucosa intestinale. Il secondo, invece, si può trovare soprattutto negli alimenti di origine vegetale. Per ottimizzarne l’assorbimento, un consiglio molto utile prevede il fatto di associare agli alimenti ricchi di ferro cibi contraddistinti dalla presenza di vitamina C.
Un’altra dritta per la dieta da seguire quando si soffre di anemia è legata al fatto di evitare gli spuntini: i pazienti con diagnosi di anemia sideropenica dovrebbero infatti limitarsi ai pasti principali.
Non c’è che dire: i consigli per mangiare bene coniugando salute e forma fisica non mancano! Tra i suggerimenti in questione è possibile citare anche la dieta ricca di proteine e povera di carboidrati. I vantaggi di questo approccio all’alimentazione sono numerosi. Come dimostrato da uno studio congiunto austriaco e statunitense pubblicato nel 2014, le proteine favoriscono la riduzione dell’appetito e, in più, permettono di preservare la massa magra quando si perde peso.
Nelle righe precedenti, abbiamo fatto cenno alla dieta mediterranea. Di questa modalità di alimentazione – in generale, si dovrebbe parlare di stile di vita – si parla da più di 100 anni. Il tempo è passato, sono cambiate le nostre abitudini e, oggi come oggi, in un mondo che ci vede spesso presi da mille impegni con poco tempo per cucinare, si parla di Nuova Dieta Mediterranea.
La dieta mediterranea ha cambiato pelle senza snaturarsi e, come sottolineato dal Dottor Giorgio Donegani, può essere attualizzata portando in tavola anche i surgelati, perfetti per seguire una dieta variata e per avere alimenti facilmente utilizzabili nei tempi consentiti dai nostri ritmi.
A questo punto, è naturale chiedersi: ok, ma quanto si dimagrisce seguendo questi consigli alimentari? La risposta alla domanda è altamente personalizzata e, come dimostra un recente studio congiunto pubblicato sulle pagine della rivista Metabolism Clinical and Experimental, dipende molto dalla risposta del metabolismo nei primi giorni di regime alimentare finalizzato al dimagrimento.
Gli esperti che hanno condotto il sopra citato lavoro scientifico, in parte provenienti dall’Università di Pisa, hanno raggiunto questa conclusione analizzando la situazione di 11 pazienti. Hanno scoperto nello specifico che le persone con il cosiddetto metabolismo risparmiatore smaltiscono, mediamente, circa 300 chilocalorie in meno ogni giorno, con risultati nel dimagrimento chiaramente diversi da chi, invece, ha un metabolismo che subisce meno variazioni nel momento in cui inizia una restrizione calorica.
Se si ha intenzione di tornare in forma, è cruciale quindi valutare la risposta del metabolismo ai primi giorni di dieta. Da non dimenticare è anche l’assunzione di magnesio. Macroelemento cruciale per la salute, sovrintende ai processi di sintesi delle proteine, aiuta la regolarità pressoria e, come ricordato dagli esperti di Humanitas, contribuisce alla sintesi del glutatione, tripeptide con efficacia antiossidante.
Particolarmente presente nelle verdure a foglia verde, come dimostrato da uno studio condotto in Messico e pubblicato nel 2003, può avere ripercussioni positive sul controllo metabolico, con ovvi vantaggi per la forma fisica. Concludiamo rammentando che tutti i consigli alimentari riportati in queste righe dovrebbero essere seguiti solo dopo aver consultato il proprio medico di fiducia.