Sempre più utilizzata, la sigaretta elettronica si porta dietro una lunga scia fatta di dubbi e domande. Ad esempio se è sicura, se apporta rischi alla salute, se aiuta davvero a smettere di fumare.
Gli studiosi concordano nel considerare il fumo di sigaretta un fattore di rischio nello sviluppo di numerose patologie che possono interessare tanto l’apparato respiratorio, quanto quello circolatorio o anche riproduttivo. Inoltre, favorisce l’insorgenza di un gran numero di tumori. Nello specifico, è responsabile del 25% di tutti di decessi per cancro a livello mondiale, come indicato dal Ministero della Salute.
In Italia inoltre, secondo i dati ISTAT, il fumo è diffuso per lo più nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 44 anni e i decessi legati al fumo di tabacco superano i 93.000 l’anno. Si tratta di numeri importanti che aiutano a far riflettere e a far capire i possibili risvolti di un’abitudine davvero nociva per la salute.
Smettere di fumare non è semplice e sono in tanti ad essersi avvicinati alla sigaretta elettronica con lo scopo di ridurre gradualmente i livelli di nicotina assunti e limitare così gli effetti (quali irritabilità e maggiore appetito) derivati da una drastica interruzione del fumo. Stando ai dati raccolti nel Rapporto Annuale 2016 sul fumo, ad utilizzare regolarmente o di tanto in tanto le sigarette elettroniche sono circa 2 milioni di italiani.
Conosciuta anche con il nome di “vaporizzatore” – da qui il termine “svapare” che indica appunto la pratica di inalare il liquido vaporizzato -, la sigaretta elettronica o e-cig (abbreviazione dall’inglese), pur avendo un aspetto che ricorda la classica sigaretta, ha alla base un meccanismo differente. Consente infatti di inalare del vapore, spesso aromatizzato, che contiene quantità di nicotina regolabili in base al desiderio personale. In più questo dispositivo permette di avere un’esperienza molto simile, dal punto di vista tattile, gustativo e olfattivo, a quella del fumare un sigaro o una sigaretta. La differenza sostanziale rispetto alla tradizionale sigaretta sta nel fatto che il vapore inalato arriva ai polmoni senza che ci sia la combustione del tabacco. È infatti quest’ultima la vera responsabile dei danni che vengono arrecati all’apparato respiratorio.
Indice
Cosa contiene una sigaretta elettronica
Per poter funzionare, la sigaretta elettronica ha bisogno di una cartuccia (ovvero un piccolo serbatoio contenente il liquido che viene nebulizzato), un atomizzatore (che riscalda e vaporizza il liquido) ed infine una batteria.
Uno degli interrogativi più comuni è cosa contenga l’e-liquid che viene nebulizzato: ebbene, il “liquido base” è composto per il 90% da una miscela tra glicole propilenico e glicerolo, in proporzioni tra loro variabili, e per il restante 10% da acqua.
Le proporzioni tra glicole propilenico e glicerolo mutano in base all’effetto che si vuole ottenere: se il secondo produce un vapore più denso e consistente, riducendo sia il gusto che la cosiddetta hit (ovvero la sensazione che si avverte in gola inspirando il fumo), il primo produce invece poco vapore denso, a favore della hit e del gusto dell’aroma.
Alla miscela di base possono essere poi aggiunti anche:
- nicotina, la cui conseguente dipendenza è analoga a quella del fumo tradizionale. Come stabilito dal Decreto Legislativo 6/2016, è consentito immettere sul mercato solo liquidi con una concentrazione di nicotina inferiore a 20 mg/ml, che consenta un rilascio comparabile alla dose di nicotina consentita in una sigaretta tradizionale;
- fragranze: queste ultime sono solitamente ottenute da aromi ad uso alimentare e coprono una vasta (e potenzialmente infinita) gamma che va dai frutti ai fiori, dalla liquirizia o vaniglia alla gomma da masticare, dai liquori ai cocktail.
Dalle analisi effettuate sui liquidi nel corso di diversi studi, poi, è stata frequentemente rilevata anche la presenza di sostanze contaminanti (legate probabilmente agli aromi, ad impurezze dei componenti o al processo di vaporizzazione che avviene ad elevate temperature) come formaldeide, acetaldeide, metalli pesanti e idrocarburi.
Quali sono i danni che provoca la sigaretta elettronica
Si discute molto sui possibili rischi e conseguenze derivanti dall’uso della sigaretta elettronica. Tuttavia, come sottolineato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), gli studi per raccogliere nuove prove scientifiche sono sempre in atto. Non ci sono infatti ancora dati sufficienti per comprendere a pieno l’impatto che questo dispositivo può avere sulla salute e questo perché la sigaretta elettronica non è sul mercato da molto tempo. Di conseguenza, anche gli effetti a lungo termine, dal punto di vista della salute, sono in fase di continua osservazione e analisi.
Nonostante ciò, ci sono studi ed evidenze che hanno raccolto dati molto interessanti sotto questo profilo e che la stessa OMS ricorda. Le sigarette elettroniche infatti:
- possono contenere nicotina che oltre a creare dipendenza, può avere effetti negativi sullo sviluppo del feto durante la gravidanza. La nicotina può anche danneggiare lo sviluppo cerebrale degli adolescenti, che continua fino ai 25 anni e l’esposizione acuta può essere tossica;
- sono associate a un aumento del rischio di sviluppo di malattie cardiovascolari e polmonari;
- possono contenere sostanze cancerogene e minuscole particelle che arrivano ai polmoni. Il glicole propilenico ad esempio, utilizzato in campo farmaceutico negli inalatori per il trattamento dell’asma e come conservante, pur essendo considerato in linea di massima sicuro, in associazione ad una componente riscaldante può generare irritazioni alle vie aeree in caso di inalazione prolungata. Ad indicarlo sono alcuni studi effettuati sull’argomento;
- aumentano il rischio di sviluppare malattie coronariche o di avere un infarto o un ictus cerebrale, come confermato da evidenze scientifiche;
- possono causare lesioni. Ci sono stati casi di incendi ed esplosioni dovuti a batterie difettose.
Inoltre, per quando riguarda le sostanze aromatizzanti contenute all’interno della sigaretta elettronica, ci sono ancora diversi dubbi. È il caso del diacetile, sostanza per uso alimentare che, nonostante sia approvata e sicura quando ingerita, quando invece viene inalata in elevate concentrazioni e per periodi prolungati è associata ad una riduzione della funzione respiratoria in soggetti esposti. Inoltre, è implicato nello sviluppo della bronchiolite obliterante, una patologia respiratoria irreversibile.
Quello che emerge dunque è un quadro fatto di possibili, ma tangibili rischi legati all’utilizzo delle sigarette elettroniche. Anche se è quasi certo che provochino minori danni rispetto alle tradizionali sigarette, è anche vero che non sono del tutto innocue e sicure. Non è ancora chiaro, poi, se siano davvero efficaci per smettere di fumare, anche se d’altro canto possono essere considerate meno pericolose rispetto al tabacco perché i polmoni non inalano catrame e altri gas tossici.
Ben diverso è il discorso legato a prevenire i danni causati dal fumo. In questo caso, le sigarette elettroniche rappresentano un rischio per la salute proprio come le sigarette.