Empatia: cos’è, tipologie e caratteristiche delle persone empatiche

Come funziona l’empatia e per quali ragioni rappresenta una grande risorsa per tutti noi anche nei rapporti interpersonali

Pubblicato: 9 Dicembre 2022 11:00

Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Cos’è l’empatia

Essere empatici o empatiche singifica adoperare una dote che rende gli esseri umani simili alla nobile specie animale; non ha tanto a che fare con la forma, i modi, la professione, le costruzioni sociali. Si tratta di un modo di comprendere profondamente i moti dell’altra persona e comportarsi di conseguenza. Capirli non con le parole o con il dialogo ma con l’intuito interno che ci porta ad accogliere, sentire, onorare, coccolare, fare anche dei piccoli gesti che dimostrano all’altro che non deve vivere tutto in solitudine o isolamento ma che – se lo vuole- ha potere e diritto di aprirsi e mostrarsi nel lato fragile, nella sofferenza, nelle paure, negli ostacoli e nei timori profondi.

L’empatia ci consente di entrare in sintonia con l’altro da noi e sintonizzarci, proprio come se si trattasse di onde radio, di frequenze che si assestano insieme. Si tratta di qualcosa di cui disponiamo a livello innato, ma che possiamo coltivare, incrementare, fare nostro in modo solido. L’empatia non si sviluppa con la fretta o la presunzione o la superbia. L’empatia si sviluppa grazie alle esperienze di vita e agli incontri. Sicuramente ci sono soggetti altamente empatici che presentano queste caratteristiche sin da bambini/e. Ma l’empatia dipende anche tanto da quel che facciamo con le esperienze che la vita – vuoi o non vuoi – ci pone davanti.

In alcuni ambiti si dice che la vita sta nel modo in cui reagiamo alle cose che ci accadono, non tanto alle cose che ci accadono. Se siamo aperti e aperte alle cose che accadono, se non giudichiamo gli eventi per forza in modo netto, possiamo vivere in modo profondo qualsiasi esperienza, ricordando che forse, in base a quel che ci capita, se reagiamo nel modo proattivo, potremo essere in futuro guide per altri.

L’empatia di chi sa “solo” esserci

Un bel modo per spiegare l’empatia? Fai finta di trovarti in una situazione immaginaria dove un conoscente o un amico si trova pieno di problemi o con un enorme problema che gli sembra insormontabile. Quindi questa persona si trova metaforicamente in una sorta di cantina sotterranea, avvolta dai pensieri e piena di paure, nella convinzione di non poter essere capita o aiutata o sostenuta. Dare una pacca sulla spalla o buttare una voce verso la cantina non sono comportamenti davvero empatici.

Si tratta anzi di vie per cui il soggetto potrebbe trovarsi sentirsi ulteriormente solo e triste, davvero desolato. Scendere in vece nei bassi fondi della sua tristezza, sedersi accanto e stare in ascolto, questo fa la differenza. In inglese lo possiamo tradurre con questa bellissima espressione: hold the space. Significa che quando una persona versa in condizioni di tensione, rabbia, paura, timori, noi possiamo essere accanto con la sola intenzione di “tenere lo spazio”, ovvero ricavare tempo e voglia e amore per esserci, anche “solo” esserci.

Significa che se qualcuno ci confida qualcosa noi non ci mettiamo a fare paragoni, confronti, critiche, polemiche, giudizi. Non diciamo frasi che devono per forza tirare su l’altro ma, semplicemente e grandiosamente, siamo con lui/lei, con tutti/e noi stessi/e. Questo ci permette di nutrire un tipo di connessione davvero consapevole e molto, molto fruttuosa. Essere presente per qualcuno, in questi tempi distratti e veloci, significa amare e amarsi, significa, prima di tutto, ascoltare.

Caratteristiche delle persone altamente empatiche

Le persone altamente empatiche sono molto consapevoli delle emozioni delle persone che hanno intorno e sanno come regolare il flusso delle loro e delle proprie emozioni. Sono persone che sanno proiettare i sentimenti e le emozioni dell’altro all’interno di sé, rielaborandole, senza riusarle ma tenendole dentro e riportandole fuori come in una forma di servizio, di risorsa di cui beneficia anche chi prova emozioni che non sa come tradurre o come gestire.

La via delle persone empatiche rimane sempre pacifica, assertiva, non aggressiva. Questo sentire oltre e molto a volte potrebbe rivelarsi un grande ostacolo per condurre la vita pratica e quotidiana. Alcune volte possono essere accusate di “sentire troppo”, ma spesso questa accusa la ricevono proprio da persone che non sono affatto in contatto con se stesse e tendono a vedere le persone empatiche come fragili o troppo vulnerabili.

Le persone empatiche non sono orgogliose o individualiste e sanno che il mondo interiore ha una sua importanza e una sua ricchezza. Certamente ci sono anche le ombre, ma affrontare l’interno ci permette di entrare in contatto con quanto siamo in potenza, con i talenti e quindi con la nostra luce interna. A volte le persone empatiche riescono a sintonizzarsi con gli stati d’animo degli altri anche quando queste persone non sono fisicamente presenti.

Le persone particolarmente empatiche sono sensibili, intuitive, colgono i dettagli, capiscono quando le persone hanno conflitti o stati d’animo particolari, sono molto perspicaci e sanno mettersi a servizio. Di solito una persona empatica vive almeno una volta nella vita l’esperienza di essere tradita, sfruttata, giudicata. L’empatico classico deve imparare che l’empatia rappresenta una risorsa rara e quindi preziosa, a non sottovalutare. La persona empatica che impara a valorizzare il suo talento e impara a proteggersi riesce a compiere grandi cose e usare anche la sua intuizione per lavoro. Riuscire a connettersi con gli altri emotivamente significa avere un potere e saperlo usare bene per se stessi e per gli altri vuol dire volgere un modo di essere a favore del bene e dell’armonia.

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