1 donna su 2, nell’arco della vita, è colpita da cistite, una patologia dell’apparato urinario, causata principalmente dal batterio Escherichia coli, che può provocare sintomi quali bruciore, dolore e stimolo frequente a urinare, condizionando la vita di chi fa i conti con questo disturbo. Un disturbo tra l’altro spesso recidivante: 1 donna su 4, infatti, se alle prese con un episodio di cistite, ne sviluppa un altro entro i sei mesi successivi e 1 su 5 evolve verso una forma cronica ricorrente con più di tre episodi l’anno.
Diverse sostanze naturali, come il Cranberry (mirtillo rosso), possono venire in aiuto. Studi scientifici, inoltre, hanno dimostrato che anche la somministrazione di D-mannosio a dosaggi elevati può essere un buon modo per affrontare il problema. Lo sostengono gli esperti urologi del Gruppo AGILE (Italian group for advanced laparo-endoscopic and robotic urologic surgery) e di Federfarma Servizi che, insieme, hanno dato il via al progetto “Cistite, una gestione agile”, una campagna di sensibilizzazione per creare consapevolezza su una gestione della malattia che si ponga come salubre alternativa all’uso, e troppo spesso all’abuso, di antibiotici.
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Cos’è il D-mannosio
“Il D-mannosio è uno zucchero, un monosaccaride a basso peso molecolare – spiega Antonello Mirone, Presidente dell’Associazione Nazionale delle Società di Servizi per le farmacie – in gran parte eliminato nelle urine. La sua azione si esprime impedendo all’Escherichia coli di aderire alle cellule uroteliali e favorendone il distacco e lo smaltimento con il flusso urinario. Ormai le evidenze scientifiche sono numerose: le revisioni sistematiche della letteratura dimostrano che il D-mannosio ad alte dosi ha un ruolo protettivo nelle donne adulte, nelle infezioni del tratto urinario, ricorrenti e acute”.
Un aiuto naturale, che potrebbe intervenire positivamente sulla patologia risparmiando, ove possibile, il ricorso agli antibiotici.
Antibiotici e microbiota
Oltre all’antibiotico-resistenza, divenuta ormai un problema di salute pubblica, gli antibiotici modificano anche la composizione del microbiota intestinale in modo acuto e talvolta persistente, con una riduzione della diversità batterica anche urinaria, importante fattore di rischio per le infezioni urinarie ricorrenti.
“Il microbiota – spiega Fabio Pace, Direttore dell’Unità di Gastroenterologia dell’Ospedale “Bolognini di Seriate (Bergamo) e già afferente al Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Sacco- Università di Milano – è un vero e proprio organo impegnato in importanti processi come lo sviluppo e la formazione del sistema immunitario, la modulazione della densità ossea, la promozione dell’angiogenesi, la biosintesi di vitamine e amminoacidi, la protezione contro il danno epiteliale, la resistenza ai patogeni, la degradazione dei composti alimentari, fino alla modificazione del sistema nervoso e al metabolismo dei farmaci”.
“La disbiosi del microbiota intestinale, cioè il suo squilibrio nella composizione e funzionalità – continua l’esperto – si associa a svariate malattie, che comprendono patologie gastroenterologiche, neurologiche, respiratorie, metaboliche, epatiche e cardiovascolari”. Quando gli antibiotici modificano la composizione del microbiota intestinale in modo acuto e talvolta persistente, per il mantenimento o il ripristino di un corretto equilibrio, gli esperti consigliano un’integrazione di lattobacilli o altri probiotici così come di prebiotici.
Dove si acquista
Il D-mannosio si acquista in farmacia e non occorre la prescrizione medica, tuttavia è sempre consigliato rivolgersi al proprio medico di fiducia ed evitare il fai da te.
Cambiamenti nello stile di vita possono poi aiutare a combattere la cistite. Importante è non trascurare l’idratazione bevendo tanta acqua, scegliere un’alimentazione ricca di fibre e, anche durante il ciclo mestruale, usare detergenti non aggressivi con pH simile a quello presente in vagina. Infine, urinare dopo il rapporto sessuale può contribuire a prevenire il problema.