Breath test, la dieta per prepararsi al meglio

Come modulare l’alimentazione nelle 24 ore prima del test respiratorio per ottenere risultati affidabili e accurati

Pubblicato:

Biagio Flavietti

Farmacista e nutrizionista

Farmacista e nutrizionista, gestisce dal 2017 una pagina di divulgazione scientifica. Appassionato di scrittura ed editoria, lavora come Web Content Editor per alcune realtà del settore farmaceutico e nutrizionale.

Il breath test (o test del respiro) è uno strumento diagnostico comunemente usato per individuare l’intolleranza al lattosio, ma utilizzato anche nel settore gastroenterologico per valutare fenomeni di fermentazione intestinale, crescita batterica anomala (SIBO) e altre intolleranze ai carboidrati (es. fruttosio). Tuttavia, molto spesso si arriva impreparati all’esecuzione di questo test e i risultati possono essere fuorvianti a causa di un’alimentazione di preparazione non corretta. Infatti, per quanto riguarda la dieta nei giorni precedenti è necessario seguire delle indicazioni specifiche, in modo da non creare falsi positivi o falsi negativi all’interno del test del respiro. Mangiare un alimento piuttosto che un altro può alterare i livelli basali di idrogeno e metano prodotti a livello intestinale, rendendo i risultati del breath test non attendibili. In questo articolo forniremo le raccomandazioni pratiche per evitare errori durante le 24 ore prima del test.

Cos’è il breath test?

Il test del respiro o breath test è una metodologia di laboratorio che permette di misurare i gas, principalmente idrogeno e\o metano, prodotti a livello intestinale in seguito alla fermentazione di carboidrati non assorbiti da parte del microbiota. Infatti, una fermentazione prematura o la presenza di residui alimentari non correttamente digeriti può favorire l’innalzamento dei livelli basali di gas e far scattare la positività a questo tipo di test.

Il test del respiro viene chiamato anche hydrogen breath test o methane breath test e viene utilizzato non solo per valutare le intolleranze al lattosio, ma anche ad altri carboidrati come glucosio e fruttosio. Tuttavia, per far sì che il test sia efficace e dia risultati affidabili è necessario seguire un’alimentazione specifica nei giorni che precedono la misurazione.

Come si esegue il test del respiro o Breath test?

Al momento dell’arrivo in laboratorio, il paziente effettua una prima misurazione del respiro a digiuno, soffiando delicatamente in una provetta o in un’apposita sacca tramite un boccaglio sterile. Successivamente assume una dose standardizzata del substrato (come lattosio, glucosio o fruttosio, a seconda del test) e vengono raccolti campioni di respiro a intervalli regolari (ogni 15–30 minuti) per 2–3 ore, monitorando l’eventuale produzione di idrogeno o metano.

Perché la preparazione dietetica è fondamentale?

L’intestino presenta una sua “baseline” di livelli di gas prodotti dalla flora intestinale in seguito ai processi di digestione degli alimenti. Pertanto, secondo le linee guida europee è necessario che almeno nelle 24 ore che precedono l’esecuzione del test si evitino alcuni alimenti che potrebbero alterare i risultati del breath test.

Sono molti i riscontri di medici e ricercatori che sottolineano come una mancanza di standardizzazione nella preparazione alimentare al test possa essere una delle criticità principali per quanto riguarda l’affidabilità dei risultati.

Raccomandazioni dietetiche: cosa mangiare e cosa evitare

In molti si concentrano sull’eliminazione di latte e derivati nelle ore precedenti al breath test legato all’assunzione di lattosio, ma le raccomandazioni indicano molto di più: nelle 24 ore che precedono il test, infatti, è raccomandata l’eliminazione di alimenti ad alto contenuto di fibre insolubili e carboidrati fermentabili (FODMAP elevati)

Di seguito alcuni esempi:

Le linee guida europee raccomandano esplicitamente di evitare alimenti con carboidrati non assorbiti o fermentabili nel giorno precedente al test.

Quali cibi preferire prima del Breath test?

Gli alimenti consentiti nelle 24 ore precedenti al test includono:

L’obiettivo di questo protocollo alimentare è ridurre il carico residuo fermentabile nell’intestino, mantenendo un apporto calorico sufficiente per svolgere le proprie attività quotidiane.

Cosa fare nelle 8-12 ore precedenti?

Solitamente la maggior parte di questi protocolli prevede una finestra di digiuno di circa 8- 12 ore da condurre prima del test. Quindi il giorno prima si farà un pasto serale molto leggero (con gli alimenti consentiti) e anticipato, per poi proseguire con il digiuno fino al momento del test.

In questo frangente è consentita solo l’assunzione d’acqua, mentre vanno evitati anche chewing gum, caramelle, erbe da masticare o altri cibi che possono stimolare la fermentazione intestinale.

Tra gli altri consigli utili c’è anche quello di evitare l’esercizio fisico nelle 12 ore precedenti al test e non fumare il giorno del test.

Bisogna fare attenzione anche ad eventuali terapie farmacologiche a base di antibiotici, probiotici o integratori che possono alterare la peristalsi e la flora intestinale. Per questo motivo è sempre opportuno valutare il momento più adatto per eseguire il test insieme al proprio medico curante.

Esempio di dieta “tipo” 24 ore prima del test

Pasto Cosa mangiare (in quantità moderate)
Colazione Uova strapazzate + pane bianco tostato (piccola porzione)
Spuntino metà mattina Yogurt naturale (se permesso) o cracker bianco
Pranzo Petto di pollo alla griglia + patate lesse (senza buccia)
Merenda Tè leggero, acqua, crackers bianchi
Cena Pesce bianco (cottura semplice) + riso bianco
Prima del test (digiuno) Solo acqua

Si tratta di un modello dietetico puramente indicativo: il paziente dovrebbe sempre seguire le indicazioni specifiche del medico o del centro diagnostico.

Quali sono gli errori più comuni commessi prima di un Breath test?

 

Fonti bibliografiche

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.

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