Fondamentali a tutte le età, ma soprattutto in età pediatrica, le proteine rappresentano “i mattoni” necessari a costruire nuovi tessuti e riparare quelli danneggiati. Hanno una funzione prevalentemente plastica (servono per lo sviluppo, la conservazione e il ripristino delle cellule) e, in misura minore, energetica. Sono sostanze estremamente importanti, dunque, ma che – se assunte in eccesso dai più piccoli – potrebbero rappresentare un pericolo con complicanze a livello renale e modifiche dell’appetito.
Fattore di rischio per l’obesità
Negli ultimi anni, molteplici studi hanno evidenziato che troppe proteine nella dieta dei bambini rappresentano uno stimolo a produrre insulina, con conseguente produzione di adipociti (cellule grasse): fattori di rischio per crescita elevata del bambino e alto BMI.
Eppure, eccedere con il consumo di queste sostanze non è così inusuale. Basti pensare al classico panino con prosciutto e formaggio: uno snack amato dai più piccoli, ma che – dal punto di vista nutrizionale – non rappresenta una combinazione ideale.
Dove sono contenute
Sono 5 le categorie alimentari considerate fonte primaria di proteine: carne, uova, pesce, legumi, latte e derivati. Ma attenzione: le proteine non sono tutte uguali. “Quelle di origine animale – spiega il Dott. Leo Venturelli, Responsabile comunicazione SIPPS – si definiscono complete, in quanto una singola porzione dell’alimento che le veicola è in grado di soddisfare pienamente il fabbisogno dell’organismo in termini proteici. Al contrario, le proteine derivanti da fonti vegetali quali i legumi si definiscono incomplete: in tal caso, una singola porzione non copre i fabbisogni proteici dell’organismo e, per raggiungerli, è necessario consumare insieme un’altra fonte alimentare. Il classico consumo di pasta e fagioli è l’esempio principe di questo concetto: combinando le proteine dei legumi con i cereali la qualità proteica viene migliorata per via di una reciproca integrazione, permettendo di raggiungere il fabbisogno proteico ideale”.
La dose giusta
L’indicazione prudenziale proposta dai LARN (Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana, 2014) per i bambini al di sotto dei 3 anni è prevedere un apporto proteico quotidiano che si trovi all’interno del range 8-12% dell’energia totale e comunque perentoriamente al di sotto del 15% dell’energia totale giornaliera.
In particolare, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) raccomanda che bambini di età inferiore ai 3 anni non dovrebbero superare il 12% di apporto proteico giornaliero.
Cosa portare in tavola
“È di estrema importanza consumare una sola fonte primaria di proteine ad ogni pasto – sottolinea il Dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS – da scegliere, dunque, tra legumi, carne, pesce, uova o latte e derivati, ma mai combinandole nello stesso pasto. Troppo spesso si eccede nel consumo di proteine senza rendersene conto, come nel caso del panino con formaggio e prosciutto. Le proteine svolgono un ruolo di base nel mantenimento di un buono stato di salute pertanto, nel rispetto generale di sane abitudini alimentari, la costante attenzione alla frequenza di rotazione consigliata delle fonti proteiche, unitamente al consumo di porzioni equilibrate, è in grado di preservare e promuovere la salute dei nostri bambini.”
Ma come ripartire la dose all’interno del piano settimanale? La SIPPS raccomanda, nella settimana:
- 4 porzioni di legumi
- 4 di pesce
- 1 uovo a settimana
- 1 porzione di carne rossa
- 2 porzioni di carne bianca
- 2 porzioni di formaggio
Dopo i tre anni…
“Dai 3 anni in poi, sulla base delle indicazioni del Larn – conclude la Dott.ssa Lisa Mariotti, Nutrizionista Pediatrica Dipartimento Medicina dell’Infanzia e dell’età Evolutiva ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano, consulente nutrizionista SIPPS – per l’apporto proteico, è bene rimanere nell’intervallo di riferimento 12-18% sulle calorie giornaliere”.