Il grande amore di Stefano D’Orazio si chiama Tiziana Giardoni. Bellissima, 22 anni più giovane del batterista dei Pooh, l’ha sposato nel 2017. Una cerimonia a sorpresa, voluta fortemente dall’artista, nonostante avesse sempre dichiarato di essere allergico al matrimonio. Ironico e affascinante, Stefano D’Orazio ha avuto una lunga carriera nel mondo della musica, ma anche tanti amori importanti, come quello per Lena Biolcati, sua collega, o per Emanuela Folliero.
Nessuna però era riuscita a farlo capitolare. Poi il colpo di scena romantico: la proposta di nozze di Stefano D’Orazio arrivata a sorpresa durante un concerto dei Pooh all’Arena di Verona. L’artista, a sorpresa, aveva risposto alla domanda del presentatore – “Che progetti hai per il futuro” – con la frase: “Mi sposo”. Spiazzando gli altri membri dei Pooh e soprattutto Tiziana Giardoni che stava seguendo da casa l’evento trasmesso in tv.
“Gli autori mi avevano avvisato della domanda e non avevo voglia di rispondere che nel futuro c’era un nuovo musical – aveva confessato al Corriere della Sera -. Ho pensato: la gente si immaginerà che siamo fissati con i soldi e il lavoro. Cinque minuti prima di salire sul palco ho deciso: “Mi faccio un regalo e dico che per il mio compleanno mi sposo” […] Una fatica: quella sera in contemporanea c’era il suo film preferito e non voleva saperne dei Pooh. L’ho supplicata: “amore, ti prego, devi dirmi come mi sta la giacca nuova””.
Imprevedibile e romantico, l’amore fra Stefano D’Orazio e la sua Tiziana – che lui chiamava Titti – era così. Il batterista dei Pooh si era così divertito a organizzare le nozze, in un solo mese, che aveva scritto un libro per raccontare quell’esperienza intitolato Non mi sposerò mai – Come organizzare il matrimonio perfetto senza avere alcuna voglia di sposarsi. Al matrimonio avevano preso parte gli amici di sempre e i colleghi, fra cui gli inseparabili Pooh considerati come dei fratelli da Stefano.
“Erano quasi tutte al matrimonio – aveva risposto D’Orazio a chi gli chiedeva delle sue ex -. A dire il vero sono stati gli amici a rimanerci peggio: già dai tempi del liceo facevo dei sermoni sulla inutilità del contratto matrimoniale. Avevo messo su un gruppo di proseliti che giustamente si sono risentiti: “A Ste’ ma come sarebbe a dire: c’abbiamo 92 anni e non ci hai fatto sposare!”.