Nancy Brilli sulla morte della madre: “Un dolore sconvolgente, l’ho cancellato”

Aalla soglia dei 60 anni Nancy Brilli ricorda il dolore per la scomparsa della madre, quando aveva soltanto 10 anni, e di come il lavoro da attrice sia stato una "cura"

Pubblicato: 7 Aprile 2024 17:17

Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

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Nancy Brilli compie 60 anni il prossimo 10 aprile e per l’occasione ha deciso di raccontarsi in un’intervista ad Adnkronos. Un modo per riportare la mente agli esordi nel mondo dello spettacolo, a quella carriera da attrice che ha intrapreso quasi per caso, o meglio per “necessità”. Quella di salvarsi, in qualche modo, di curare le ferite dell’anima rimaste lì indelebili, ancora oggi, su tutte la perdita della madre quando aveva soltanto 10 anni. Un dolore che “è stato talmente grande, tragico e sconvolgente, che l’ho completamente cancellato”.

Nancy Brilli, il dolore per la morte della madre a soli 10 anni

La bambina che siamo state continua a vivere dentro di noi, nel bene come nel male. Spesso porta con sé i ricordi più dolci di un’infanzia perduta ma alla quale guardiamo con affetto e tenerezza, ma talvolta le cose non sono così edulcorate. Il racconto di Nancy Brilli, che abbiamo visto di recente tra i protagonisti della nuova edizione di Pechino Express, ne è un chiaro esempio, lei che oggi è una delle attrici più amate sia al cinema che in teatro e in televisione ma che, prima di intraprendere questa carriera, ha dovuto affrontare un dolore immenso.

“Non lo so [com’è stato, ndr] perché è stato talmente grande, tragico e sconvolgente, che l’ho completamente cancellato. Rimosso. Io non ricordo niente. Non sono mai, mai, riuscita a sognare mia madre e, in un momento in cui cercavo a tutti i costi un ricordo di lei, ho tentato anche l’ipnosi: niente da fare. È tutto sepolto sotto strati e strati di coscienza e non è mai venuto fuori nulla”, ha raccontato senza peli sulla lingua, come sempre.

Quell’evento è stato determinante, nonostante lo abbia cancellato dalla mente per salvarsi, in qualche modo. A curarla ci ha pensato il lavoro al quale si è appassionata e ha dedicato la vita con grande impegno e dedizione, ma nel mezzo l’infanzia e l’adolescenza sono state ben diverse dall’immagine che oggi abbiamo della Brilli. “Da ragazzina avevo quasi paura della gente, stavo molto da sola, non avevo il permesso di uscire, non avevo tanti amici. Oggi se voglio stare sola lo decido io, è una mia scelta. Ma se della mia infanzia non ho grandi ricordi, mi dicono fossi una bambina buonissima, sempre lì a disegnare, immersa nel suo mondo artistico, da adolescente ero molto agitata e sofferente“, ha raccontato.

Nancy Brilli, la felicità da single con la sua “famiglia di cuore”

Da ragazzina non era serena e ci è voluto tempo per riprendere in mano la propria vita, il controllo sulle proprie emozioni e le proprie scelte. Non ha giovato in tal senso la convivenza con la nonna che l’ha cresciuta, non una seconda madre ma una “tutrice” che ha riversato su di lei un odio atavico per le donne dal quale ha imparato a discostarsi del tutto.

Grazie al cinema – “Un mestiere che è stato la mia cura”, ha detto – a 19 anni ha potuto lasciare casa, allontanarsi da quella realtà che in qualche modo le tarpava le ali e ha intrapreso la sua strada, pensando esclusivamente a sé stessa e ai propri desideri. Tra questi, oltre alla realizzazione professionale, c’è sempre stato uno spazio speciale per l’amore.

In questo momento non c’è [una relazione sentimentale, ndr] ma non sono chiusa ad accoglierla. Sicuramente oggi sono molto più selettiva, perché dopo la mia ultima storia [con l’imprenditore Nunzio “Pupi” D’Angieri, ndr], ho voluto capire perché finivo sempre con un certo tipo di persone, perché i discorsi e le liti finivano sempre in un senso, insomma il perché di queste coazioni a ripetere. E la risposta quasi sempre è stata il mio cercare a tutti i costi una famiglia. Fino a quando mi sono resa conto che la mia famiglia è mio figlio [Francesco Manfredi, ndr], i pochissimi amici veri, che si contano su una mano, per i quali farei qualsiasi cosa e loro farebbero lo stesso per me, insomma le persone del cuore. A differenza della famiglia di sangue che è un terno a lotto, un dado estratto, che non ti scegli, la famiglia di cuore la scegli tu!”.

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