Jovanotti due anni dopo l’incidente: “Vivo il dolore come un compagno di viaggio”

Dopo due anni dal fatidico giorno dell'incidente in bicicletta in Repubblica Dominicana, Jovanotti ripercorre la sua "nuova avventura" insieme al dolore

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Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

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Jovanotti due anni dopo quel giorno che lo ha segnato profondamente. Lo stesso nel quale, spinto dalla sua innata devozione all’avventura e al brivido della scoperta, ha deciso di prendere la sua bicicletta alle prime luci dell’alba per avventurarsi nella parte meno battuta di Hispaniola, quella al di fuori dei classici circuiti vacanzieri “da turista”.

Non era di certo la prima volta per il cantante, che della bici ha fatto un po’ la sua filosofia di vita. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo e così Jova si è ritrovato in ospedale con delle fratture multiple, subendo successivamente delle complicazioni che hanno dato vita a un percorso di guarigione di cui porta sulle spalle il peso e le conseguenze, non solo fisiche.

Ne ha parlato in un lungo post su Facebook, celebrando il suo personale anniversario col dolore, un “compagno di viaggio” che da allora non lo ha mai più abbandonato.

Il fatidico giorno dell’incidente in bicicletta

Era il 15 luglio 2023. Jovanotti, al secolo Lorenzo Cherubini, si trovava in Repubblica Dominicana insieme alla moglie Francesca Valiani, ospiti di alcuni amici. “Una gran bella vacanza”, come lui stesso ha scritto su Facebook, in un luogo che non aspettava altro che essere esplorato e scoperto. “Alla sua maniera”, s’intende.

Con la vocazione per l’avventura che da sempre lo contraddistingue, il cantante ha deciso di prendere la sua bicicletta alle prime luci dell’alba per muoversi a Hispaniola “fuori dai compound per villeggianti”. “Avevo pensato di attraversarla tutta fino alla costa al di là della dorsale che taglia in due l’isola. Ho riempito le borracce, preso documenti e qualche soldo per comprare eventuale frutta lungo la strada e sono uscito nel buio per godermi la freschezza dell’alba”, ha scritto nel lungo post.

Dopo aver percorso un centinaio di chilometri – ed essersi perso già due volte – Jova ha intrapreso un “rettilineo bellissimo” prima di tornare verso casa in tempo per pranzo, ma qui è avvenuto l’incidente. “Le canne da zucchero fitte fitte coprivano la visione di un banchetto di frutta e verdura al lato della strada e l’asfalto appena rifatto di nuovo rendeva invisibile il dissuasore di velocità che il fruttarolo o chi per lui aveva steso davanti al suo negozietto per far rallentare le macchine così da ispirare l’acquisto di un cocomero o di un ananas”, si legge.

Jovanotti e il rapporto con il dolore

Impossibile prevederne la presenza. Così Jovanotti si è ritrovato sull’asfalto, senza neanche rendersi immediatamente conto di quanto grave fosse la situazione. “Sono volato a terra, facendomi molto male. Quando ti fai molto male nei primi secondi non senti male, anzi non senti niente, e infatti ho addirittura preso il cell dal telaio della bici e ho girato un video dove dicevo che ero caduto perfino sorridendo, poi ha iniziato a farmi malissimo, ho visto che il piede era al contrario e la clavicola mi bucava la pelle della spalla, e ho sentito le voci di quelli che mi stavano soccorrendo e la prossima cosa che ho sentito è stata la sirena dell’ambulanza”.

Da qui è iniziato tutto, un percorso dapprima di medicazione e poi di guarigione che non è stato liscio come quell’asfalto steso di fresco in Repubblica Dominicana, ma irto di ostacoli e momenti difficili. Jova l’ha definita una “nuova avventura, fatta di intervento chirurgico d’urgenza fallito, un batterio entrato nel mio femore tritato in una sala operatoria che assomigliava più a un locale di reggaeton che a un luogo sterilizzato, e poi pazienza ginnastica ginnastica ginnastica altra operazione di 8 ore sei mesi dopo in Italia per aggiustare quello che si poteva aggiustare e poi ginnastica ginnastica ginnastica e nuove cose da imparare ogni giorno, e la testa da tenere concentrata sull’obiettivo di tornare sul palco, e anche di tornare in bici, e di camminare senza stampelle, e avanti così”.

Oggi mi fa ancora male – ha ammesso l’artista -, ho questo dolore fisso che ormai è talmente familiare che lo vivo come un compagno di viaggio, io gli sto addosso, mi alleno tutti i giorni, lui mi sfida, io non mollo. Insieme andremo lontano. Abbiamo appena fatto un tour di 54 concerti ed è stato bellissimo farlo, e si è divertito pure lui, il dolore, talmente si è divertito che spesso si dimenticava di esserci e ballava insieme a me e ci dimenticavamo uno dell’altro, Potenza della musica”.

Dopo il grande tour, l’ospitata a Noos e la tappa a Wimbledon, il prossimo obiettivo è il grande concerto del 26 luglio, “un concerto speciale perché parteciperà solo gente arrivata lì in bicicletta”, a cui lui stesso si è ripromesso di arrivare in bici. Salute permettendo.

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