Greta Beccaglia, la sua battaglia è di tutte noi: “Ho passato giorni terribili”

Greta Beccaglia, a un mese dalla molestia, ha scelto di affidare a Instagram il suo pensiero: la sua battaglia è anche la nostra, ed è da applausi

Pubblicato: 30 Dicembre 2021 11:48

DiLei

Redazione

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Un mese è trascorso dall’episodio che ha fatto discutere l’Italia: l’ennesimo in cui noi donne ci siamo sentite messe in discussione. Greta Beccaglia ha scelto di tornare a parlare della molestia e di rivelare il suo pensiero, confessando di aver trascorso dei giorni terribili. Perché essere al centro del dibattito non è mai facile: bisognerebbe imparare a combattere il victim blaming, la colpevolizzazione della vittima, ma questi tempi sono ancora lontani.

Greta Beccaglia, il suo pensiero a un mese dalla molestia

Era un sabato come tanti altri di fine novembre: sarebbe potuto trascorrere indenne, senza alcuna polemica. Invece, Greta Beccaglia, 27enne giornalista di Toscana TV, si è ritrovata a fronteggiare una situazione a dir poco riprovevole. Nei giorni successivi all’accaduto, alla “pacca sul sedere” che le ha dato Andrea Serrani, Greta si è ritrovata non solo a dover superare l’evento, ma anche a combattere contro i commenti negativi, la colpevolizzazione, le accuse (nemmeno troppo velate) nei suoi confronti.

“Come ho detto sin dal primo momento, e poi in più occasioni ribadito, la mia scelta di denunciare l’accaduto si fonda sia su profonde convinzioni personali che, soprattutto, sul rispetto che nutro verso le donne e me stessa“. Così ha iniziato il suo post su Instagram: la sua battaglia è quella di tutte noi, perché almeno una volta nella vita ci siamo trovate a dover rispondere a tono, difendendo noi stesse e di conseguenza il genere femminile.

“A chi mi ha detto che non ho ‘carattere’ perché nell’immediatezza ho risposto: ‘non puoi fare questo’, posso dire ben poco, se non che per me l’educazione è la miglior arma contro l’ignoranza. Agli uomini e alle donne che mi hanno attaccata e insultata pesantemente (utilizzando la maggior parte delle volte un profilo fake) vorrei dire che purtroppo siete riusciti a farmi perdere la serenità. Ho passato giorni terribili, mi avete in qualche momento addirittura fatto sentire in colpa per aver denunciato l’accaduto, oppure perché sono diventata ‘popolare’ per circostanze non determinate da me”.

Greta Beccaglia, la sua battaglia è anche la nostra

Viviamo in un’epoca in cui queste battaglie sono all’ordine del giorno. Quando ci accade qualcosa di negativo, non dobbiamo solo affrontare il trauma, le conseguenze psicologiche. No, c’è anche un sottofondo – il victim blaming – la colpevolizzazione della vittima. Un atteggiamento diffuso nella nostra società, che va a ledere uno degli aspetti fondamentali: ci sentiamo in qualche modo “violate” due volte, per il gesto e per le parole. E quanto possono far male, certe frasi, come quel “non te la prendere“, che si era tanto diffuso sui social.

“Mi dicono che ho distrutto la vita di un uomo, che me la sono cercata. Tutte cose che fanno male. Cosa ho sbagliato? Io ho solo denunciato quello che è accaduto, di sicuro non ritirerò mai la denuncia. Lui non voglio nemmeno nominarlo, ho saputo che si è scusato ma non mi interessa. Il suo è stato un gesto grave”. Greta ha denunciato, un gesto che dovrebbe essere comune, ma che ha ancora tante ombre, proprio a causa di quella società che giudica, che colpevolizza, che distrugge. E spesso non lascia scampo.

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