Chi è Arvida Bystrom, la modella che non si depila

Arvida Bystrom è la modella che ha scelto di non depilarsi per ribellarsi ai canoni di bellezza imposti dalla società e ritrovare la sua libertà

Pubblicato: 1 Ottobre 2017 11:34

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Arvida Bystrom è la nuova testimonial del marchio Adidas ed è diventata celebre per essere la modella che non si depila. La fotografa svedese ha 25 anni, ma le idee molto chiare e da anni si batte contro i pregiudizi legati al genere, organizzando campagne e iniziative sui social. Non a caso il marchio sportivo l’ha scelta proprio considerandola un’icona di domani e una donna in grado di far sentire la sua voce nel variegato mondo del web. Fra i suoi cavalli di battaglia c’è appunto anche la scelta di non depilarsi, per riscoprire la propria libertà e non seguire gli standard di bellezza imposti dalla società.

“Penso che il femminismo sia un concetto culturale – ha spiegato l’artista svedese parlando della sua scelta di non depilarsi -. Chiunque può essere femminile, fare cose da donna e forse la società ha paura di questo”. La campagna pubblicitaria, come era facile immaginare, ha scatenato qualche polemica e Arvida è stata addirittura minacciata di morte sul web a causa della sua scelta radicale. ”Sui social ho ricevuto molti commenti pieni d’odio e minacce di stupro via email –  ha spiegato la Bystrom in un post pubblicato su Instagram – non riesco nemmeno a immaginare cosa voglia dire cercare di resistere in questo mondo senza avere tutti i privilegi che ho io”.

Ribelle e rivoluzionaria, la fotografa svedese anche in passato ha realizzato diversi progetti e iniziative che hanno scatenato polemiche. Fra questi una performance riguardante la monogamia in cui faceva sesso con un collega davanti ad una telecamera. Tra le ultime iniziative troviamo un libro in cui ha raccolto alcune foto che sono state cancellate dal suo profilo Instagram e che facevano parte del suo modo di esprimersi e della sua arte. Un modo per protestare contro il social che, per Arvida Bystrom, utilizzerebbe a proprio piacimento il corpo delle donne.

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