Conosciuto per la sua carriera nel calcio, dove ha ricoperto il ruolo di attaccante tra gli anni ’80 e ’90, Andrea Carnevale è anche stato il marito di una della grandi conduttrici della nostra televisione. Parliamo di Paola Perego, oggi moglie dell’agente Lucio Presta, e al timone di Citofonare Rai2 da qualche anno insieme a Simona Ventura. La coppia, che si è separata nel 1997, ha avuto due figli – Giulia e Riccardo – e sono nonni di Pietro e Alice. Il suo passato doloroso è però emerso dopo molti anni, quando ha raccontato di aver assistito al femminicidio di sua madre.
Chi è Andrea Carnevale, la carriera nel calcio
Nato a Monte San Biagio, in provincia di Latina, il 12 gennaio 1961, Andrea Carnevale ha iniziato la sua carriera calcistica in squadre minori, per poi affermarsi nel calcio professionistico. Dopo gli inizi con il Latina e il Cagliari, il suo percorso ha subito una svolta importante quando si è trasferito al Napoli nel 1986. Con la maglia azzurra, l’attaccante ha vissuto il periodo più glorioso, giocando accanto a Diego Armando Maradona. Durante la sua permanenza al Napoli, ha contribuito in modo significativo alla conquista di due scudetti (1986-1987 e 1989-1990), una Coppa Italia (1986-1987) e una Coppa UEFA (1988-1989). Carnevale era apprezzato per la sua velocità, il fiuto del gol e la capacità di adattarsi a diverse situazioni di gioco, diventando un elemento chiave dell’attacco napoletano.
Successivamente si è trasferito alla Roma, dove ha continuato a giocare a livelli alti, pur senza replicare il successo avuto a Napoli. Ha poi militato in altre squadre, tra cui Pescara e Udinese, dove ha concluso la sua carriera calcistica da professionista nel 1996. A livello di Nazionale, l’ex marito di Paola Perego ha vestito la maglia azzurra in dieci occasioni, partecipando al Campionato del Mondo del 1990, disputato in Italia. Sebbene non abbia avuto un ruolo di primo piano in quella competizione, la sua convocazione testimonia il valore riconosciutogli come calciatore.
Il matrimonio con Paola Perego
Fuori dal campo, la vita di Andrea Carnevale è stata altrettanto interessante, soprattutto per il legame con Paola Perego. I due si sono sposati e hanno avuto due figli, Giulia e Riccardo. Sono anche nonni di due bambini, Alice e Pietro (che porta il nome del bisnonno materno purtroppo scomparso) e hanno voltato pagina ormai da molto tempo.
La loro relazione è stata segnata anche da momenti difficili e si è conclusa con il divorzio. Nonostante la separazione, Carnevale e Perego hanno mantenuto un rapporto di rispetto reciproco, in particolare per il bene dei figli. Giulia e Riccardo sono cresciuti lontani dai riflettori, anche se inevitabilmente il cognome e la notorietà dei genitori hanno attirato un certo interesse pubblico.
Cosa fa oggi
Nel corso della sua vita, Andrea Carnevale ha dovuto affrontare non solo gli alti e bassi legati alla carriera sportiva e alla vita privata, ma anche alcune situazioni difficili. Uno degli episodi più discussi è stato il suo coinvolgimento in un caso di doping nel 1990, quando giocava con la Roma. Questo scandalo ha rappresentato una macchia nella sua carriera, ma Carnevale ha saputo rialzarsi, dimostrando una grande volontà di andare avanti. Dopo il ritiro dal calcio giocato, Carnevale ha continuato a lavorare nel mondo dello sport, ricoprendo ruoli dirigenziali, in particolare con l’Udinese, dove ha avuto un ruolo significativo nello scouting e nella gestione dei giovani talenti.
Il racconto sul femminicidio della madre
Oggi dirigente dell’Udinese, Andrea Carnevale ha voluto raccontare della sua adolescenza difficilissima, segnata dal trauma della violenza del padre. L’uomo, quando lui aveva solo 14 anni, avrebbe infatti ucciso sua madre a colpi di accetta: “Avevo 14 anni ma ero già un ometto. Una volta si lavavano i panni al fiume e mia madre andava lì, a cento metri da casa mia. Una mattina c’erano tutte le donne, compresa mia sorella, mio padre si è svegliato, è sceso e l’ha ammazzata con un’accetta. È stato un grande dolore”, ha raccontato a Pomeriggio Cinque.
“Sono molto orgoglioso di parlare di questa storia in televisione, perché dopo cinquant’anni penso sia l’ora di raccontarla e di far capire agli uomini che oggi ammazzano le loro mogli che è ora di smetterla. Io è dall’età di 14 anni che non chiamo più “mamma” perché mio padre me l’ha portata via. Era malato di gelosia ed è quello che accade oggi. Un marito che ammazza la moglie lo fa proprio per gelosia, ma la donna non è dell’uomo, basta con questa possessività, con questa malattia. Oggi mi chiedo se allora si sarebbe potuto fare qualcosa”, ha aggiunto. Cinque anni dopo, suo padre si è tolto la vita proprio davanti ai suoi occhi.