Chi l’ha visto?, di cosa si è parlato ieri sera: Pietro Orlandi analizza l’audio delle torture

La prima puntata della nuova edizione di "Chi l'ha visto?" ha trattato anche il noto caso di Emanuela Orlandi, vista la presenza in studio del fratello Pietro

Pubblicato: 12 Settembre 2024 06:00

Giusy Donato

Lifestyle Editor

Ama scrivere e comunicare emozioni e punti di vista. È laureata in "Lingue e letterature straniere", ma da anni è nel mondo della scrittura.

L’edizione 2024/2025 di Chi l’ha visto? ha avuto avvio l’11 settembre 2024 con la messa in onda della prima puntata, che ha trattato diversi argomenti. Tra questi, anche un caso molto noto ai telespettatori, quello di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno 1983 a Roma. Si tratta di una questione ancora irrisolta, dopo così tanto, su cui sta indagando, in questi mesi, anche una Commissione Parlamentare.

Federica Sciarelli, nel corso della puntata, ha ripreso un filone dell’indagine sulla ragazza scomparsa, mai ben approfondito, analizzando, insieme al fratello Pietro Orlandi, la nota cassetta delle torture,  che è apparsa sulla scena del complicato caso, quasi un mese dopo il tragico evento.

Caso Emanuela Orlandi, l’audio delle torture

Pietro Orlandi continua a cercare sua sorella, dopo oltre 40 anni dalla sua scomparsa e, per fare luce su ogni aspetto di questa complicata vicenda, è tornato nello studio di Chi l’ha visto?, nel corso della puntata dell’11 settembre 2024. In particolare, la sua presenza in studio, si è focalizzata sulla cassetta, dove sono incisi dei lamenti di una giovane donna, che è stata fatta ritrovare a un giornalista dell’Ansa il 17 luglio 1983. Per la prima volta, la redazione del programma televisivo ha voluto collegare questa faccenda con una sentenza di primo grado di un processo per presunte sevizie, pubblicata il 15 luglio 1983, due giorni prima dell'”apparizione” della cassetta.

Questo procedimento giudiziale era stato mosso contro dei dirigenti della polizia, dei funzionari dello stato, che erano stati accusati di aver effettuato delle torture per ottenere delle informazioni nell’ambito delle indagini contro le Brigate Rosse e della ricerca del generale statunitense James Dozier. Nel corso del programma televisivo sono state diffuse le voci delle donne, che hanno testimoniato in aula in quel processo e l’audio della famosa cassetta, legata al caso Orlandi: “Cominciarono prima a schiaffeggiarmi, a darmi i calci, cose del genere, dicevano che, secondo loro, non bastava, dovevano passare altre cose… Mi spogliarono e mi misero su un tavolo, dicendo che mi avrebbero violentato”.

Pietro Orlandi ha spiegato che, all’epoca non ha potuto sentire l’audio, mentre furono convocati sia suo padre, che suo zio in Questura, ma, in seguito, l’indagine si chiuse, perché si parlò di un mitomane che aveva composto spezzoni di audio, presi da un film porno. Due esperti del genere, però, hanno ascoltato l’audio, sotto richiesta della redazione di Chi l’ha visto?, smentendo tale ipotesi, uno di loro era Jessica Rizzo, la famosa pornostar: “A me non sembrano tanto grida di piacere”. Inoltre è stato mostrata al pubblico televisivo una relazione dei tecnici del Sismi dell’epoca che affermava, con certezza, che non si trattava di una sofferenza simulata, ma reale.

Pietro Orlandi ha detto la sua a riguardo: “Sicuramente a qualcuno un messaggio è stato inviato… Sollievo se non era Emanuela… Si deve capire chi è… Ingiustizia che è rimasta ingiustizia, al di là di Emanuela”. Secondo il fratello della ragazza scomparsa qualcuno ha voluto sfruttare la notorietà della vicenda Orlandi per lanciare un messaggio, facendo venire alla luce quella cassetta e, non a caso, due giorni dopo: “Il Vaticano ha concesso la linea diretta con la Segreteria di Stato… Spero che prendano in considerazione questa cosa”.

Un neonato portato via a sei mesi

Nella prima puntata della nuova edizione di Chi l’ha visto? Federica Sciarelli ha affrontato diversi casi di persone scomparse provando a far chiarezza e ad aiutare le ricerche. Tra di loro, purtroppo, anche un neonato di sei mesi, che è stato portato via dalle braccia di sua mamma Claudia, dal suo ex compagno, che è un cittadino americano. Il papà del neonato l’ha sottratto alla mamma, senza comunicarle assolutamente nulla, portandolo negli Stati Uniti nel giro di una mattinata. Quindici giorni fa, circa, il 30 agosto, Claudia si trovava in vacanza con la sua famiglia e gli altri tre figli ed è stata raggiunta dal papà del piccolo, per la consueta passeggiata.

Solo in serata, però, la mamma si è resa conto che il bambino era partito da Brindisi per Londra con un volo delle 10 del mattino e, da lì, direttamente in America, anche se non si sa precisamente dove si trovi. Il neonato è un cittadino americano, perché è nato a Cincinnati, per volontà del padre. Claudia, in ogni caso, riesce a vederlo tramite videochiamate ma questo non le basta, ovviamente, e ha scritto alla trasmissione televisiva per lanciare un appello.

La mamma è pronta a qualsiasi cosa per riabbracciare il suo piccolo: “Se torna io ritiro la querela, risolviamo tutto in maniera pacifica… Massima disponibilità”.

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