Tiroide, come incide sulla fertilità della donna e quali controlli fare

La tiroide nella donna è fondamentale per il normale benessere riproduttivo. Cosa cambia tra iper e ipo-tiroidismo e i controlli da fare

Pubblicato: 26 Maggio 2020 17:33

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Chiamatela, se volete, “controllore” del metabolismo. Ma non pensate che la tiroide sia utile solamente nel controllo del peso e dei valori di colesterolo, nel regolare la frequenza cardiaca e la sensazione di stanchezza. Per la donna la ghiandola può diventare anche fondamentale per il normale benessere riproduttivo.

Per questo il ginecologo consiglia spesso di valutare la funzionalità della ghiandola a forma di farfalla che si trova nel collo, attraverso semplici esami del sangue. Gli ormoni secreti della tiroide, infatti, sono una sorta di “incrocio” endocrino da conoscere se si vuole diventare mamma.

Iper o ipo-tiroidismo, la situazione cambia

II legame tra funzionamento della tiroide e ovulazione, negli ultimi tempi, sta diventando sempre più chiaro. E sono diversi i modi in cui la ghiandola a forma di farfalla può interferire, in modo positivo o negativo, sulla fertilità femminile. In particolare, sotto la lente d’ingrandimento degli scienziati c’è l’attività da parte degli ormoni sintetizzati dalla tiroide sulla prolattina.

La produzione di questo ormone, che è prodotto dalla piccola ghiandola che abbiamo all’interno del cranio, l’ipofisi, risente ovviamente gli stimoli in positivo o in negativo degli ormoni della tiroide. Quando si creano alterazioni della produzione di prolattina, a causa appunto dei segnali che giungono dalla tiroide, si può andare incontro sia ad un vera e proprio stop alla normale ovulazione, sia ad una sorta di mutamento nelle capacità di “accoglienza” della mucosa dell’utero per l’embrione fecondato. In entrambi i casi, ovviamente, pensare ad una gravidanza diventa pressoché impossibile.

Sia chiaro: si tratta solo di un esempio. Esistono continue e ripetute embricature che legano tra loro le attività ormonali, con la tiroide che, come in una perfetta linea ferroviaria, diventa una “stazione” principale da cui partono stimoli che regolano l’intero sistema endocrino.

Ovviamente, la situazione cambia se si soffre di carente funzione ghiandolare, quindi di ipotiroidismo, o al contrario la tiroide lavora troppo, come accade in chi è ipertiroideo.

Nel primo caso, sul fronte ginecologico, si può andare incontro a cicli mestruali che tendono ad essere irregolari, con alterazioni dell’ovulazione. In caso di ipertiroidismo, invece, le alterazioni dei cicli mestruali sono in genere meno significative anche se le perdite possono, in qualche caso, rivelarsi particolarmente abbondanti.

Non va dimenticato poi che la tiroide, soprattutto nelle donne, può diventare sede di patologie autoimmuni. Ne è un esempio la tiroidite di Hashimoto, che porta a produrre erroneamente anticorpi contro lo stesso tessuto ghiandolare. In queste circostanze l’infiammazione legata alla patologia può influire anche sul regolare impianto dell’embrione, quindi la situazione va monitorata con cura.

Quali controlli fare

Ovviamente, visto che si parla di “sistema” ormonale, non si può pensare che in caso di alterazioni il solo controllo della funzione tiroidea sia sufficiente per fare luce sul quadro. A scegliere quali e quanti controlli fare deve essere lo specialista che ha in cura la donna. Limitandosi alla tiroide, in ogni caso, esiste un semplice esame del sangue che rappresenta la chiave per comprendere in termini generali come stanno andando le cose: è la misurazione del TSH (ormone tireotropo) è il singolo e più importante (e poco costoso) test per definire con precisione l’equilibrio della funzione tiroidea.

L’American Thyroid Association consiglia (a prescindere ovviamente dall’aspetto relativo alla fertilità) uno screening a partire dai 35 anni. I dosaggi andrebbero fatti anche prima in tutti i soggetti con familiari di primo grado che soffrono di patologie autoimmuni della ghiandola.  Per capire se la tiroide funziona troppo o troppo poco possono esser dosati anche gli ormoni tiroidei T3 (triiodotironina) e il T4 (tiroxina).

Il TSH, sostanza prodotta dall’ipofisi, regola la produzione del T3 e del T4. I valori normali di TSH e di FT3-FT4 indicano che la tiroide funziona regolarmente.  Un aumento del TSH e bassi valori di FT3 e FT4 indicano la presenza di un ipotiroidismo, cioè di una ridotta funzione della tiroide.

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