Topografia corneale: a cosa serve e come si svolge

La topografia corneale è una tecnica diagnostica non invasiva che mappa la curvatura superficiale della cornea, fornendo una rappresentazione dettagliata della sua forma per identificare irregolarità e condizioni come il cheratocono

Pubblicato: 6 Giugno 2024 12:29

Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

La topografia corneale è un esame diagnostico non invasivo e nemmeno doloroso che consente di mappare la superficie curva della cornea, valutando alcune sue caratteristiche ottiche. Fornisce una mappa della curvatura corneale, mediante uno strumento chiamato “topografo corneale” che è indolore e richiede una minima collaborazione da parte del paziente, che deve soltanto restare completamente immobile per l’intera durata dell’esame.

Non è un esame di routine: viene, infatti, prescritto dallo specialista quando si presenta la necessità di un controllo accurato della cornea.

Oltre ad essere usato per diagnosticare alcune delle principali malattie della cornea, è anche uno strumento utile per impostare il programma di chirurgia refrattiva, l’intervento cioè che consente di eliminare occhiali e lenti a contatto. Prima di intervenire, infatti, con la topografia corneale è possibile capire con precisione dove e in che misura bisogna con la tecnica chirurgica scelta.  

Che cos’è la topografia corneale

L’esame di topografia corneale è una seduta di breve durata che misura la qualità ottica e verifica la salute della cornea. Va effettuata almeno 24 ore dopo che il paziente ha usato lenti a contatto morbide che aumentano a 48 se ha portato lenti a contatto rigide. Per un risultato corretto, infatti, bisogna evitare che la forma della cornea risulti impropriamente alterata.

L’esame è utilizzato:

Grazie al topografo corneale è possibile visionare una mappa colorata e completa della cornea, permettendo così di individuare difetti di curvatura e alcune patologie che la interessano.

Questo esame non è assolutamente pericoloso, non provoca dolore né fastidi particolari. Non è un esame invasivo, non bisogna prepararsi e non richiede la dilatazione della pupilla (quindi non vengono utilizzati colliri).

A cosa serve la topografia della cornea

La topografia corneale serve per diagnosticare e verificare lo stato di avanzamento di molte patologie corneali, ad esempio il cheratocono, una malattia oculare che consiste in una deformazione e assottigliamento della cornea.

È un esame davvero importante per la diagnosi e il controllo di diverse patologie come:

Viene utilizzata in chirurgia per valutazioni preoperatorie e postoperatorie nel caso di:

Nella contattologia medica la topografia computerizzata è perfetta per conoscere la forma della cornea e avere una mappatura precisa della curvatura della superficie corneale anteriore, così da costruire lenti a contatto precise per ciascun occhio del paziente.

Per i pazienti che fanno uso di lenti a contatto è necessario sospenderne l’uso tra i due e i tre giorni prima di sottoporsi all’esame.

Questo è indispensabile per evitare qualsiasi tipo di deformazione corneale indotta dall’utilizzo delle lenti a contatto, che potrebbe alterare l’accuratezza delle immagini.

Come si svolge la topografia corneale

Per effettuare la topografia corneale il paziente si siede con il mento e la fronte appoggiati su appositi supporti e deve guardare in uno strumento, il topografo corneale. In particolare, deve osservare una luce posta al centro di una serie di anelli luminosi concentrici, che vengono proiettati sulla superficie anteriore della cornea. L’operatore acquisisce i dati che sono elaborati quindi tradotti in una mappa colorimetrica da un software.

In base alla distorsione che gli anelli hanno subito sulla cornea, il computer calcola la curvatura. Le mappe sono diverse (tangenziale, assiale, altitudinale, assoluta) e consentono lo studio della superficie oculare trasparente. Dopo l’esame lo strumento genera una mappa colorata dove ad ogni colore corrisponde un raggio di curvatura: i colori freddi indicano i punti di cornea più piatti, mentre quelli caldi indicano una maggiore curvatura.

Grazie all’esame topografico è possibile capire non solo se in caso di cheratocono questo stia evolvendo (e quindi se sia il caso di intervenire chirurgicamente), ma anche quale sia la migliore correzione del difetto refrattivo, tramite occhiali o lenti a contatto.

Quando si rivela utile l’esame?

La topografia corneale viene consigliata quando si teme un danneggiamento della cornea, confermato dopo l’esame dalla presenza di una forte irregolarità nella curvatura. Inoltre, viene effettuato a seguito di un trauma o un intervento chirurgico, che potrebbero provocare, appunto, irregolarità della superficie corneale. Rimane tuttavia il sistema diagnostico per eccellenza del cheratocono, di cui è possibile misurarne l’avanzamento e sceglierne quindi l’opzione terapeutica più adatta.

Inoltre, questo esame è utile anche per identificare la lente a contatto più idonea, fornendo una misura molto precisa dell’astigmatismo corneale, laddove vi sia importante differenza di curvatura nei due assi corneali.

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