Talassemia: cos’è, sintomi, classificazione e cause

Affaticamento, stanchezza, possono indicare la presenza di talassemia. Ecco come riconoscere e come trattare questo gruppo di malattie genetiche del sangue.

Pubblicato: 22 Aprile 2024 17:43

Andrea Costantino

Medico chirurgo

Medico abilitato alla professione, iscritto all'albo dei Medici e degli Odontoiatri di Siena.

Per assolvere a tutte le sue funzioni vitali, il nostro organismo ha bisogno di costante nutrimento, da intendersi non solo sotto forma di “cibi” introdotti attraverso l’alimentazione, ma anche come ossigeno. Quest’ultimo, infatti, viene trasportato dai globuli rossi e raggiunge le cellule di tutto il corpo tramite il flusso ematico.

In presenza di specifiche condizioni, l’organismo potrebbe disporre di un minor numero di globuli rossi sani; questo comporta un minor trasporto di ossigeno, che si traduce in sintomi, come stanchezza e debolezza. Quest’ evenienza porta il nome di anemia e a seconda della sua entità (lieve o grave), possono verificarsi complicanze, alcune rilevanti, tra cui il danneggiamento degli organi e nei casi estremi, anche la morte.

Perché si sviluppa l’anemia? I motivi possono essere diversi, uno di questi riguarda la presenza della talassemia, un gruppo eterogeno di malattie del sangue, riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale come malattia rara. Scopriamo insieme di cosa si tratta, quando si sviluppa e quali sono le cure adatte della talassemia.

Che cos’è la talassemia

Il termine, che deriva dal greco “thalassa” (mare) + “haima” (sangue), rimanda alla diffusione di questo gruppo di patologie, per lo più circoscritta nelle popolazioni che abitavano nelle aree paludose del Mediterraneo. Nello specifico, la beta talassemia è maggiormente diffusa nella popolazione mediterranea, ma è presente anche in Africa e nel sud-est asiatico. L’alfa talassemia invece, è prevalente nelle popolazioni asiatiche e africane.

La talassemia è un gruppo di malattie ereditarie, dunque possono essere trasmesse geneticamente anche solo da un genitore ai figli e si verifica quando l’organismo non produce sufficiente emoglobina. Si tratta di una proteina – trasportata dai globuli rossi – composta da due catene polipeptidiche, alfa e beta.

Quando il corpo non ne produce abbastanza, i globuli rossi non si sviluppano in modo corretto e non trasportano ossigeno sufficiente. Questo provoca anemia, presente fin dalla nascita e che può durare per tutta la vita. Nello specifico, un basso livello di proteina alfa viene denominata alfa talassemia, mentre un basso livello di proteina beta porta il nome di beta talassemia.

La talassemia è classificata, in base alla gravità della condizione, come:

Quali sono le cause della talassemia

Le due forme di talassemia (alfa e beta) sono provocate da una mutazione genetica o dalla cancellazione di alcuni frammenti genetici chiave. Non sono quindi contagiose e la causa è prettamente ereditaria.

La tipologia di talassemia che un soggetto ha, dipende da quali e quanti tipi di tratti talassemici ha ereditato dai genitori.

Beta talassemia

La beta talassemia costituisce una condizione di gravità variabile. Le catene proteiche della beta globina sono costituite da due geni, due per ogni genitore. In questo senso:

Alfa talassemia

Le catene proteiche dell’alfa globina sono quattro, due per ogni genitore. Se si ereditano:

Quali sono i sintomi della talassemia

I segnali di questa malattia dipendono dalla tipologia e dalla gravità con cui si manifesta. Se il soggetto non presenta un gene alfa o se gli mancano due geni alfa e un gene beta, potrebbe non avere sintomi. Al massimo potrebbero manifestarsi segnali lievi, come un po’ di affaticamento.

Diverso è il caso della beta talassemia intermedia che può provocare sintomi da lievi a moderati tra cui:

Sintomi da anemia grave (beta talassemia major e malattia dell’emoglobina H) possono essere:

Diagnosi della talassemia

In generale, la talassemia da moderata a grave si manifesta nei primi due anni di vita di un bambino. I sintomi rappresentano il primo campanello d’allarme e possono far sospettare la presenza di questa malattia rara, che potrà poi essere confermata e diagnosticata a tutti gli effetti grazie ad alcuni esami, come quelli del sangue. Questi, possono rilevare il numero di globuli rossi ed eventuali anomalie a loro carico (ad esempio se sono piccoli e hanno una forma differente rispetto al normale). Inoltre, gli esami del sangue possono essere utili per l’analisi del DNA e la ricerca di geni mutati, ma anche per rilevare l’anemia, causata dalla talassemia e non da una carenza di ferro.

Durante la gravidanza, la coppia può eseguire degli accertamenti per monitorare lo stato di salute del feto, attraverso l’esecuzione dell’amniocentesi. Si tratta di un esame invasivo che comporta un piccolo rischio di aborto e può essere eseguito intorno alla sedicesima settimana di gestazione. Consiste nel prelievo di un campione di liquido amniotico dalla pancia della mamma.

Un altro test che può essere eseguito verso l’undicesima settimana di gravidanza è la villocentesi, ovvero il prelievo dei villi coriali.

Quali sono le complicazioni della talassemia

Alcune complicazioni possono manifestarsi in presenza di sintomi moderati e gravi. Tra le principali conseguenze della talassemia rientrano:

Quali sono i trattamenti della talassemia

Il tipo di strategia terapeutica dipende dalla gravità della talassemia. Più è grave infatti, minore è la quantità di emoglobina presente nell’organismo e più grave potrebbe essere l’anemia.

I trattamenti sono finalizzati a tenere sotto controllo i sintomi. In caso di talassemia con sintomi lievi, i trattamenti saranno minimi o non necessari.

Ben diversa è la situazione quando il soggetto soffre di talassemia con sintomi moderati e gravi. I principali trattamenti prevedono:

Come vivere con la talassemia

Come accennato, i sintomi della talassemia possono essere irrilevanti, oppure necessitare di trattamenti costanti. Ecco cosa fare per gestire al meglio questa patologia:

In conclusione, la talassemia è una malattia considerata rara, che in alcuni casi può procurare sintomi lievi, ma che in altri, può causare conseguenze rilevanti sulla salute dell’uomo. Un piano terapeutico personalizzato, che tiene conto della salute generale del paziente e della gravità della talassemia, è fondamentale per gestire i sintomi e migliorare la sua qualità di vita.

 

Fonti bibliografiche:

 

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963