Si possono frantumare le pillole?

La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria mette in guardia: dividere o sminuzzare le pillole ne altera le proprietà e può essere rischioso.

Pubblicato: 4 Dicembre 2023 11:00

Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) sottolinea come la pratica estremamente diffusa di dividere in due o tritare le pillole sia da evitare perché comporta dei possibili rischi.

In quasi tutti i paesi, Italia compresa, i farmaci ad assunzione orale sono i più prescritti e utilizzati, sia per la loro facilità di assunzione, sia per la loro sicurezza e tollerabilità, garantita a patto di rispettare la posologia e le indicazioni del medico che li ha prescritti e le indicazioni dell’azienda produttrice.

Tuttavia, spesso, accade che capsule e pillole vengano manipolate (aperte, frantumate o divise) soprattutto al fine di ovviare ai problemi di deglutizione, ma anche per modificare la dose di farmaci assunta. Questa pratica comporta grossi rischi sia per l’efficacia, sia per la sicurezza dei farmaci: ecco perché si tratta di un’abitudine scorretta, i casi in cui può essere concesso e le alternative valide per non incorrere in pericoli.

Manipolazione di pastiglie e capsule: cosa si intende?

Spesso accade che pillole, capsule e compresse siano ritenute troppo grandi per essere ingerite, soprattutto nei pazienti anziani che presentano spesso difficoltà nella deglutizione. In questi casi, tra le soluzioni che vengono adottate ci sono diversi tipi di manipolazione, come ad esempio:

La pratica di tritare o dividere le pastiglie è meno insolita di quanto si possa pensare, soprattutto fra i pazienti anziani e, mentre alcuni lo fanno per rendere le capsule più facili da deglutire, altri usano questa soluzione per modificarne volontariamente il dosaggio.

Una buona percentuale di pazienti, inoltre, le mescola con i cibi per consumarle con meno difficoltà. A volte i farmaci polverizzati o il contenuto delle capsule vengono disciolti all’interno di bevande o alimenti che possono facilitare l’ingestione e anche camuffarne il cattivo sapore. Si stima che siano 4 su 10 gli anziani che alterano la struttura dei farmaci che assumono, mentre 1 su 5 le consuma insieme a cibi e bevande.

Secondo l’indagine della SIGG, queste modalità di assunzione sono molto diffuse soprattutto nelle case di riposo e coinvolgono anche gli operatori sanitari e i caregiver, che spesso manipolano i farmaci per semplificarne l’assunzione da parte dei pazienti, non considerando attentamente i rischi insiti in questa pratica.

Infatti, non sempre questo tipo di intervento è sicuro e, anzi, di sovente modifica le dosi dei principi attivi assunti o scatena effetti indesiderati anche di seria entità.

Perché non si dovrebbero sminuzzare o dividere le pillole?

Tagliare una pillola, sminuzzarla, mescolarla ai cibi o ingerirla con altre sostanze, ne altera la struttura con il rischio di ridurne l’efficacia. La divisione della compressa comporta, infatti, la modifica del dosaggio e può avere degli effetti collaterali.

Molte compresse sono provviste di apposite linee di divisione, ma spesso vengono sottoposte a manipolazione anche quelle la cui divisione è espressamente vietata o sconsigliata nel bugiardino del farmaco. Anche nei casi in cui sia concesso il taglio della compressa, è sempre d’obbligo effettuare le operazioni con un apposito taglia-pillole, pulito ed efficiente: anche in questo caso, però, si ottengono dosi più alte o più basse di circa il 15% rispetto alla dose prevista dal trattamento terapeutico prescritto.

La riuscita dell’eventuale frazionamento è influenzata anche dalla fragilità della compressa o della pillola: mentre alcune si sbriciolano con estrema facilità, altre resistono meglio alla suddivisione in parti più piccole. L’effetto dello sbriciolamento eccessivo è, con molta probabilità, quello di perdere parte dei principi attivi del farmaco, alterando la dose assunta e l’efficacia del trattamento, un’eventualità tanto più concreta quanto più bassi sono i dosaggi contenuti nella pastiglia.

Sfortunatamente esistono anche pillole che possono avere effetti tossici se consumate in dosi anche di poco diverse da quelle previste dalla terapia. Inoltre, è bene fare estrema attenzione soprattutto quando la compressa contiene più principi attivi e, tagliandola o sminuzzandola, non si può essere certi di mantenere le proporzioni corrette tra i diversi componenti.

Le pastiglie gastroresistenti o quelle a lento rilascio non devono mai essere spezzate o schiacciate, altrimenti ne risentono in termini di efficacia e di tollerabilità. Le compresse gastroresistenti, infatti, hanno la necessità di superare l’ambiente acido dello stomaco e di arrivare all’intestino senza alterazioni, per essere qui assorbite con le modalità studiate. Invece, le pastiglie o capsule a lento rilascio sono realizzate con una struttura che assicura un assorbimento lento e progressivo del farmaco e dei suoi principi attivi e manipolarle significherebbe far perdere al trattamento le sue caratteristiche.

Non vanno spezzate o manipolate in alcun modo nemmeno le pillole o pastiglie che hanno rivestimenti di sicurezza, che impediscono loro di danneggiare le mucose, poiché potrebbero diventare pericolose se alterate nelle loro caratteristiche.

Attenzione poi al mix con altre sostanze e con i cibi che può comportare rischi di interazioni o reazioni indesiderate. Prima di inserire un farmaco all’interno di alimenti o bevande andrebbe sempre verificata la compatibilità dei principi attivi con quelle specifiche sostanze.

Per quanto riguarda le capsule, è ancora più rischioso aprirle per prelevare il contenuto da ingerire. Infatti, questa azione potrebbe alterare la funzione del principio attivo, rendendolo meno efficace o più rischioso in termini di effetti collaterali imprevisti. Spesso le capsule sono studiate per favorire il rilascio lento del principio attivo o un suo assorbimento solo a livello di intestino.

Non è da sottovalutare inoltre che frantumare e polverizzare le pastiglie potrebbe avere effetti indesiderati anche per inalazione accidentale di sostanze pericolose, con un’azione diretta sia sui pazienti, sia sugli operatori sanitari o sui caregiver che somministrano i farmaci. L’effetto aerosol è più pericoloso per i farmaci citotossici, che possono disperdersi nell’aria e causare problematiche di diversa natura, con effetti ancora più rischiosi nel caso di donne incinte.

Quando si devono o si possono frantumare le pillole senza grossi rischi?

Alcune compresse sono progettate per essere tagliate in due parti e presentano una speciale linea mediana di pre-rottura. Anche in questi casi, come accennato, è bene prestare attenzione all’operazione da eseguire, farsi aiutare da strumenti idonei (come un tagliapillole) e preparare il farmaco pochi istanti prima dell’assunzione.

Prima di manipolare i farmaci, comunque, è sempre bene parlare con il medico curante o con lo specialista che ha impostato la terapia, per accertarsi che eventuali tagli, polverizzazioni o frantumazioni non abbiano conseguenze indesiderate.

Se nella maggior parte dei casi la frantumazione viene effettuata per favorire la deglutizione, esistono alcuni casi che richiedono, invece, una suddivisione delle pastiglie per diverse ragioni. Ad esempio, nei pazienti più fragili è possibile che occorra iniziare la terapia con dosi iniziali basse, per poi modificare la posologia in corso d’opera. O ancora, capita che alcuni soggetti tollerino meglio un’assunzione distribuita lungo la giornata in più somministrazioni, rispetto a un’unica dose una volta al giorno. Infine, anche la sospensione del trattamento può prevedere una graduale riduzione delle dosi assunte, eventualmente possibile solo dimezzando le pastiglie o frantumandole.

In questi casi è possibile procedere in diversi modi:

Le indicazioni del Ministero della Salute

È lo stesso Ministero della Salute a emanare indicazioni e raccomandazioni sulla manipolazione dei farmaci, mettendo in guardia sia i pazienti, sia gli operatori sanitari e i caregiver sulle scorrette pratiche di frantumazione, polverizzazione o apertura delle forme orali solide dei farmaci.

Per i casi in cui non esiste la possibilità di assumere una dose intera del farmaco e non sia possibile ricorrere a preparati galenici, è bene seguire meticolosamente le indicazioni per l’eventuale frantumazione, suddivisione o polverizzazione delle pastiglie al fine di rendere più facile l’assunzione. Quali sono le principali?

Quali alternative e come deglutire le pillole più facilmente?

Se un paziente riscontra problemi nell’assunzione dei farmaci che gli sono stati prescritti dovrebbe sempre parlarne con il medico curante che può aiutarlo a trovare soluzioni alternative alla frantumazione, quando non opportuna. Ad esempio, potrebbe suggerire l’uso di specifici facilitatori dell’assunzione: le acque gelificate, gli omogeneizzati, lo yogurt, i budini o altri alimenti dalla consistenza morbida, cremosa o gelatinosa.

Per riuscire a deglutire i farmaci dalla forma orale solida è utile anche idratare bene la bocca e la gola prima dell’assunzione, perché la secchezza delle fauci può rendere difficoltosa l’ingestione di cibo o pastiglie di ogni tipo. In alcuni casi è l’ansia da assunzione di pillole a seccare la bocca e a ridurre la salivazione. Come risolvere il problema?

È possibile bere un abbondante bicchiere d’acqua prima della deglutizione e assumere i farmaci con una corretta dose di acqua che possa aiutare il passaggio attraverso il cavo orale e la gola. Esistono in commercio appositi spray, che aiutano a idratare la gola grazie all’azione di ingredienti naturali (è bene verificare comunque sempre la compatibilità tra i principi attivi di spray idratanti e farmaci).

È buona norma anche piegarsi in avanti mentre si deglutisce, senza inclinare indietro la testa e il collo. L’abitudine a reclinare il capo, oltre a rendere più difficile la deglutizione potrebbe provocare un concreto rischio di soffocamento, soprattutto quando il paziente è agitato o disfagico.

È suggerito, quindi, piegarsi in avanti quando si deglutisce una pillola o una capsula, mettendosi in una posizione di sicurezza e facilitando il processo di deglutizione: è sufficiente posizionare la pastiglia sulla lingua, bere un sorso d’acqua, inclinare il mento verso il petto e ingoiare acqua e farmaco in un solo gesto. Quando ci si piega in avanti la pillola si sposta naturalmente verso la parte superiore del palato e, con l’atto della deglutizione, si agevola il suo movimento verso la gola. La posizione inclinata in avanti chiude anche le vie respiratorie e facilita il transito della pillola verso lo stomaco.

Quando il paziente manifesta difficoltà nella ingestione di cibi o farmaci solidi, l’unica alternativa è informare il medico e richiedergli di prescrivere una forma diversa di assunzione. Anche se non tutti i farmaci sono presenti in più formulazioni efficaci per la singola patologia da curare, molti presentano delle valide alternative, come per esempio:

Una revisione condivisa della forma e/o della posologia del trattamento riduce la necessità di frantumare le pillole e, in questo modo, evita i possibili effetti collaterali che la divisione può comportare o le modifiche nei dosaggi che inficiano la validità del trattamento.

 

Fonti bibliografiche

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