Saturimetro: a cosa serve e quali sono i valori di riferimento

Cos'è il saturimetro, a cosa serve, come si usa e quali sono i valori di riferimento e perché è utile averne uno in caso di infezione da Covid-19

Pubblicato: 9 Novembre 2020 19:07

Serena Allevi

Editor specializzata in Salute & Benessere

Da sempre innamorata della scrittura e dei libri, lavora come editor e copywriter da circa vent’anni nel mondo del benessere a tutto tondo.

Il saturimetro è uno strumento che, fino a qualche mese fa, in pochi conoscevano. Purtroppo, però, l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha portato questo piccolo dispositivo all’attenzione di tutti. Vediamo insieme di cosa si tratta esattamente, quando e a chi serve, come si utilizza e quali sono i valori corretti da tenere come riferimento.

Cos’è

Il saturimetro (detto anche pulsiossimetro od ossimetro) è una piccola “pinzetta” da applicare al dito che serve a misurare e monitorare il livello di ossigenazione del sangue.

Se quando respiriamo immettiamo nel corpo, attraverso i polmoni, una certa quantità di ossigeno, infatti, in presenza di alcune condizioni, come per esempio durante un episodio asmatico o allergico piuttosto che nelle persone affette da Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), bronchite cronica oppure nel corso di una polmonite, i livelli di ossigeno nel corpo possono abbassarsi. Il saturimetro rivela istantaneamente la presenza e l’entità dell’eventuale deficit.

La funzione del saturimetro è dunque il monitoraggio della percentuale di ossigeno che circola nel sangue: l’ossigeno, infatti, raggiunge gli organi, dal cuore al cervello, viaggiando attraverso il sistema circolatorio, legato all’emoglobina presente nei globuli rossi.

Com’è fatto, dove si compra e quanto costa

Il saturimetro (o pulsiossimetro) è un piccolo strumento a forma di molletta, dotato di una sonda, due diodi (i quali emettono fasci di luce che attraversano la cute e la circolazione, rilevando le percentuali di emoglobina legata all’ossigeno e di emoglobina non legata), e di un piccolo schermo su cui appaiono i valori rilevati. Questa sua conformazione gli permette di aderire perfettamente alle dita (o al lobo dell’orecchio) e di rilevare sia l’ossigenazione sia la frequenza cardiaca.

Il saturimetro ha un costo che varia in base alle specifiche dei modelli e risulta ormai reperibile pressoché ovunque: si può infatti acquistare in farmacia, in parafarmacia, in negozi di articoli medicali e tecnologici, online e anche nei supermercati forniti di reparti dedicati ai piccoli elettrodomestici.

Anche se in commercio alcuni modelli di contapassi da polso dispongono di una funzione aggiuntiva indicata come “saturimetro”, la comunità medico-scientifica considera saturimetri attendibili solo gli strumenti specifici destinati a quest’unico utilizzo (che usano il dito e non il polso come base del rilievo).

La Food and Drug Administration (FDA) ha infatti sottolineato che questi contapassi non possono essere considerati veri e propri saturimetri. Dunque, se vi è necessità di monitorare la saturazione, è necessario acquistare uno strumento specifico.

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Come si usa

Il saturimetro si utilizza qualora sia presente la necessità di monitorare la percentuale di ossigeno nel sangue, come per esempio in caso di malattie croniche, difficoltà respiratorie (dispnea), asma, bronchite, polmonite, apnee notturne.

A seguito dell’emergenza sanitaria causata dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2, il Comitato Tecnico Scientifico del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie ha consigliato di dotarsi di un saturimetro per famiglia, così da avere la possibilità di misurare regolarmente il livello di ossigeno nel sangue in chi si trova a casa ad affrontare l’infezione da Covid-19.

C’è da precisare, però, che anche se il saturimetro è uno strumento semplice da usare, è sempre bene utilizzarlo su consiglio medico e sotto il controllo (benché a distanza) del curante. La “sorveglianza attiva” da parte di un esperto è quindi fortemente raccomandata.

Il saturimetro si può utilizzare sia sul dito, infilandolo semplicemente al suo interno (la conformazione a molletta lo fa rimanere fermo nella posizione corretta), sia sul lobo dell’orecchio. La misurazione “a dito” però è la più comune e la più utilizzata sia a casa sia nei presidi sanitari.

Ci sono alcune accortezze che è meglio seguire quando diventa necessario utilizzare un saturimetro. Nello specifico è consigliabile:

Il valore da prendere in considerazione una volta effettuata la misurazione è quello più alto. In caso di dubbi, è sempre consigliabile ripetere la misurazione anche su altre dita.

Valori di riferimento

Il saturimetro segnala dunque la saturazione, ovvero il livello di ossigeno nel sangue espresso in percentuale. Qualora sussista la necessità di monitorare la saturazione da sé con un saturimetro, i valori del rilievo vanno sempre comunicati ad un medico, così da disporre di una corretta interpretazione dei risultati.

I valori che otteniamo dal saturimetro sono indicati come SpO2 e in condizioni normali vanno dal 97% in su (in presenza di alcune patologie croniche o acute possono essere ritenuti come “normali” dal medico – e solo dal medico – anche valori con una soglia inferiore).

Valori inferiori al 95% sono invece segno di un’anormale diminuzione dell’ossigeno (ipossiemia), il cui grado di serietà varia a seconda della fascia percentuale di riferimento. Nello specifico, l’ipossiemia può essere:

In presenza di dispnea (mancanza di respiro) e/o valori di saturazione inferiori al 90%, si consiglia di chiamare immediatamente il proprio medico curante, la Guardia medica, il 112 oppure, in presenza di febbre elevata, tosse e sintomi respiratori, il numero di emergenza sanitaria dedicato, differente a seconda del territorio di residenza.

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