La storia di Giada è già stata ribattezzata “miracolo di Natale”, perché ha dello straordinario: protagonista una 19enne, salvata con un massaggio cardiaco durato ben 1 ora e 47 minuti dal personale medico e dagli infermieri dell’ospedale Civico di Palermo. La giovane, infatti, aveva rischiato di morire per una miocardite fulminante, a seguito di una infezione virale influenzale, contratta durante una vacanza in Lapponia. Ora è fuori pericolo.
La storia di Giada
Giada, 19 anni, oggi è ancora ricoverata presso il reparto di cardiologia del nosocomio siciliano, ma la prognosi è stata sciolta: ha lasciato la terapia intensiva e non corre pericolo di vita. Fino a poco fa, invece, le sue condizioni erano così gravi da far parlare di “miracolo”, o meglio: “miracolo di Natale”. Quando è giunta al Pronto Soccorso dell’ospedale, infatti, era in arresto cardiaco. Medici e infermieri hanno avuto la prontezza di praticarle un massaggio cardiaco, prolungando l’operazione per ben 1 ora e 47 minuti, grazie anche al prezioso supporto dell’Ecmo, un macchinario che consente di agevolare la circolazione del sangue, ossigenandolo e pompandolo tramite l’apparato circolatorio.
Il “miracolo di Natale”
La giovane, infatti, era affetta da miocardite fulminante, una infezione che può evolvere in maniera estremamente rapida e nefasta: colpisce il cuore e si manifesta quasi subito in forma acuta. Nel caso di Giada era insorta dopo aver contratto un virus influenzale durante un soggiorno in Lapponia. Le sue condizioni erano precipitate una volta tornata in Italia e il 26 novembre – ma la notizia si è appresa solo ora che la situazione si è stabilizzata – erano precipitate. Fortunatamente il personale sanitario ha potuto far affidamento sull’Ecmo, che in tutta la Sicilia è a disposizione solo dell’ospedale Civico di Palermo. L’altro macchinario identico si trova all’Ismett, che però non ha un pronto soccorso. A collaborare per salvare Giada sono stati tre reparti: quello di Rianimazione, quello di Cardiochirurgia e quello di Chirurgia Vascolare che, poi, una volta salvata la ragazza, le hanno regalato un grande peluche.
Il sollievo della famiglia
“Siamo ottimisti di poter riavere nostra figlia a casa per le feste. Volevo ringraziare tutti quelli che hanno curato e assistito mia figlia. Sono stati scrupolosi e competenti, tutti si sono presi a cuore Giada. Il pronto soccorso e la rianimazione del Civico si sono dimostrati due reparti d’eccellenza”, commentato con sollievo il padre della paziente. Anche altri familiari hanno poi voluto esprimente la loro gratitudine anche sui social, scrivendo: “Le parole si perdono e non bastano a esprimere la gratitudine che riempie il nostro cuore, grazie per aver donato a Giada non solo cure, ma un amore infinito che ha trasformato il suo piccolo mondo in un luogo di speranza”. “Vivremo per sempre con la consapevolezza che grazie a voi il suo sorriso era più forte di qualsiasi dolore. Con riconoscenza infinita, grazie dal profondo dell’anima”, hanno aggiunto sul web.
Il contributo prezioso dei sanitari
Dal canto loro anche i sanitari hanno commentato l’episodio, spiegando: “Abbiamo fatto tutto e il resto non dipendeva più da noi. Abbiamo messo in campo tutte le competenze e tutti gli strumenti disponibili. Il resto va oltre”. Giada ora si trova ancora ricoverata presso l’ospedale di Palermo, ma non è più terapia intensiva. Sulla fasciatura alla sua gamba medici e infermieri hanno voluto scrivere un messaggio speciale: “Con affetto dalla squadra migliore. Ti vogliamo bene. Marco Dario, Maurizio, Laura, Antonella e Maria. Per Giadina”. Anche il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha espresso un “sincero ringraziamento e vivo apprezzamento ai medici, agli anestesisti e agli infermieri dell’ospedale Civico di Palermo per la straordinaria professionalità e l’impegno dimostrati nel salvare la vita a una giovane paziente”. Schifani ha precisato che si è trattato di “Un intervento complesso, condotto con competenza, dedizione e spirito di servizio, che rappresenta un esempio concreto di buona sanità. È questa la Sicilia che funziona, fatta di eccellenze, sacrificio e umanità, e che merita di essere valorizzata”.
Cos’è una miocardite
Come spiega il manuale MSD, “La miocardite è un’infiammazione del miocardio con necrosi dei miociti cardiaci. La miocardite può essere causata da molti disturbi (per esempio, infezione, cardiotossine, farmaci e disturbi sistemici come la sarcoidosi), ma spesso è di natura idiopatica. I sintomi possono variare e includere astenia, dispnea, edema, palpitazioni, e morte improvvisa”. Si tratta, dunque, di una patologia molto seria. Può essere diagnosticata tramite un elettrocardiogramma (ECG) con risultato anomalo, o tramite bomarker cardiaci e imaging cardiaco in assenza di fattori di rischio cardiovascolare. La conferma in genere avviene tramite biopsia endomiocardica.
Come si cura la miocardite
Una volta stabilizzate le condizioni dei pazienti, il trattamento “dipende dalla causa, ma le misure generali includono i farmaci e apparecchiature per il trattamento dell’insufficienza cardiaca e delle aritmie e raramente la chirurgia”. In questo caso si renderebbe necessario il ricorso a una “pompa a palloncino intra-aortico, a dispositivo di assistenza ventricolare sinistro o trapianto. “L’immunosoppressione è utile in alcuni tipi di miocardite (per esempio, miocardite da ipersensibilità, miocardite a cellule giganti, miocardite causata dalla sarcoidosi)”, aggiunge il manuale MSD.