Rettoscopia: a cosa serve e come si fa

La rettoscopia è un esame endoscopico che consente l'ispezione visiva del retto, utilizzato per diagnosticare patologie e anomalie rettali

Pubblicato: 6 Maggio 2024 11:29

Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

La rettoscopia (altrimenti detta proctoscopia) è un’indagine diagnostica il cui obiettivo è valutare le condizioni del canale anale e di quello rettale.

Lo strumento impiegato in questo tipo di esame è il così detto rettoscopio o proctoscopio, un tubo cavo che viene introdotto nell’apertura anale previa opportuna lubrificazione. I moderni rettoscopi sono tipicamente in materiale plastico, monouso non riutilizzabili.

Il proctoscopio è comunemente dotato di un supporto all’estremità superiore e di una lente di ingrandimento – contornata da illuminazione artificiale (nei modelli più recenti, una fonte a LED) – in modo analizzare scrupolosamente l’area esaminata.

All’interno della cavità centrale possono poi essere inseriti altri strumenti per prelevare un piccolo campione tissutale (biopsia) per la successiva analisi in laboratorio.

Sempre attraverso il rettoscopio spesso viene insufflata aria col fine di distendere il più possibile le pareti rettali e renderle così facili da sondare.

L’intera operazione generalmente non è dolorosa, ma può generare fastidio, anche in relazione alla sensibilità individuale del paziente. In alcune specifiche circostanze, l’esame può essere effettuato in anestesia locale.

Differenza tra rettoscopia e colonscopia

Comunemente accade che si possa generare confusione tra la rettoscopia e la colonscopia. In cosa differiscono queste due procedure?

Con colonscopia si intende un esame diagnostico e terapeutico mediamente invasivo utilizzato per la visione diretta delle pareti interne del grosso intestino. Quindi, non solo la parte finale (retto), ma effettivamente tutti i distretti del colon ascendente, discendente e trasverso. Trattandosi di una procedura abbastanza fastidiosa, spesso viene eseguita dopo aver sedato il paziente, soprattutto se quest’ultimo risulta un soggetto ansioso.

Attraverso una sottile sonda flessibile, definita appunto colonscopio, si osserva l’intestino grazie a una mobilità controllabile dall’esterno e una telecamera in cima allo strumento.

Le immagini riprese dalla telecamera del colonscopio sono visualizzate su un monitor osservato dal medico operatore durante l’esame. Il colonscopio viene inserito previa lubrificazione per via anale e poi fatto risalire a ritroso nel retto e negli altri tratti dell’intestino crasso, per incontrare nell’ordine:

La rettoscopia, sostanzialmente, è una tipologia specifica di colonscopia che, anziché visualizzare l’intero colon fino al cieco, si limita all’esplorazione endoscopica del solo canale rettale.

cosa serve la rettoscopia

La rettoscopia offre informazioni specifiche che altre indagini non sono in grado di fornire sulla superficie interna del canale rettale. Consente, all’occorrenza, l’esecuzione indolore di prelievi della mucosa per l’esame istologico in laboratorio.

Si tratta di un esame opportuno nel caso si sospetti la presenza di:

La rettoscopia ha anche delle potenziali applicazioni di tipo terapeutico, come la resezione di polipi o neoplasie e nell’ambito della cura delle emorroidi (ad esempio per eseguire iniezioni di sostanze sclerosanti o per le operazioni di crioterapia selettiva).

Essa, inoltre, rappresenta un strumento importante di screening per la diagnosi precoce di tumori maligni, soprattutto dopo i 50 anni di età. È infatti appurato che le possibilità di guarigione, in caso di diagnosi precoce di neoplasia maligna, sono sensibilmente più elevate.

A differenza della colonscopia, che mira ad ispezionare tutto il colon nella sua totale lunghezza, come visto la rettoscopia si limita ad analizzare solo l’ultima parte, cioè il canale rettale. Pertanto non è sufficiente a diagnosticare patologie che possono svilupparsi in tutto l’intestino (come ad esempio la rettocolite ulcerosa, la malattia di Crohn ed eventuali polipi o carcinomi del colon, potenzialmente presenti dal sigma fino al cieco).

La maggioranza dei tumori del retto è costituita dai così detti adenocarcinomi.

In Europa, negli Stati Uniti e, in genere nei Paesi con un alto tenore di vita, una delle neoplasie maligne più diffuse è proprio quella del retto, la cui probabilità di insorgenza tende ad aumentare velocemente dopo i 40-50 anni di età. Si noti come essa rappresenti la seconda causa di morte per tumore.

Negli Stati Uniti sono oltre 140 mila le persone che annualmente contraggono questa forma tumorale e i morti oltre 50.000 su base annuale. Gli uomini sono colpiti da questo cancro più frequentemente delle donne.

I principali fattori di rischio per questa tipologia di neoplasia sono:

Quando va eseguita la rettoscopia? L’esame viene in genere richiesto dal medico curante quando un paziente presenta manifestazione cliniche che lasciano presagire il sospetto di una patologia del retto.

I principali sintomi possono essere:

Come prepararsi alla rettoscopia

La rettoscopia richiede una preparazione, che può variare a seconda di diversi parametri e sarà comunicata in anticipo al paziente dal medico specialista incaricato dell’esame.

In generale questa procedura, pur non essendo estesa come colonscopia, richiede un intestino (soprattutto il retto) pulito per garantire una visione chiara.

Durante i giorni precedenti all’esame, il medico potrà chiedere al paziente di seguire una dieta a basso residuo, evitando cibi ad alto contenuto di fibre, come frutta, verdura, legumi e cibi integrali. Il giorno prima dell’esame, il paziente sarà invitato a consumare solo pasti leggeri e facilmente digeribili, evitando cibi che possano causare gas o gonfiore.

Inoltre, potrebbe essere necessario assumere lassativi o effettuare un clistere per svuotare completamente il retto.

Fonti bibliografiche:

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