Morbo di Parkinson: quali sono cause, sintomi e diagnosi

Movimenti incontrollabili, difficoltà nel movimento, rigidità sono alcuni dei sintomi del morbo di Parkinson. Ecco come riconoscerlo e quali sono le possibili cure.

Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Tra le malattie neurodegenerative più diffuse rientrano il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson. Quest’ultimo, rappresenta una patologia che, solo in Italia, affligge oltre 230.000 persone, per lo più uomini. Il numero potrebbe aumentare in modo esponenziale nei prossimi decenni, per via del graduale allungamento dell’aspettativa di vita.

In genere, la malattia insorge nei soggetti con oltre 60 anni, ma non mancano casi (circa il 5-10%) in cui i primi sintomi si manifestano anche prima di aver raggiunto questa età. In quest’ultimo caso si tratta di una forma ad esordio precoce, spesso legata a fattori ereditari o ad alterazioni specifiche di alcuni geni.

Che cos’è il morbo di Parkinson

Si tratta di una malattia neurodegenerativa con una sintomatologia che va progressivamente peggiorando con il trascorrere del tempo. Colpisce il sistema nervoso e si sviluppa in differenti fasi: da quella iniziale in cui sono presenti segnali che non compromettono la qualità di vita e l’autonomia del soggetto, tanto che spesso passano quasi inosservati, fino alle fasi più avanzate, in cui i sintomi diventano invalidanti. Il morbo (o malattia di Parkinson), prende il nome dal medico che la prima volta lo descrisse ad inizio Ottocento.

Quali sono i sintomi del morbo di Parkinson

Questa patologia presenta sintomi comuni nella maggior parte dei soggetti, ma possono essere presenti anche manifestazioni particolari. I primi segnali possono essere di lieve entità, tanto da non essere presi in considerazione e passare inosservati. Ad essere colpito è spesso, in prima istanza, un solo lato del corpo, spesso quello che presenterà anche successivamente i segnali peggiori, ma ben presto i sintomi si estendono anche sull’altro lato del corpo.

Il morbo di Parkinson provoca movimenti incontrollabili e involontari, ad esempio:

In genere, mani e piedi sono le prime parti del corpo che vengono colpite dalla sintomatologia. I sintomi tendono poi a peggiorare, man mano che la malattia progredisce. Questo comporta lo sviluppo di ulteriori segnali come:

I primi sintomi del morbo di Parkinson sono subdoli e non molto evidenti, però i familiari dei soggetti affetti potrebbero notare alcuni campanelli d’allarme, in particolare se il proprio caro presenta difficoltà ad alzarsi dalla sedia e nel muovere gli arti, o se inizia a scrivere e a parlare più lentamente.

Quali sono le cause del morbo di Parkinson

Non sono del tutto note le cause che provocano lo sviluppo di questa malattia degenerativa, tuttavia, resta l’ipotesi che svolgano un ruolo importante un insieme di fattori genetici e ambientali. Tra questi ci sono:

Nello specifico, i sintomi più importanti del morbo di Parkinson si manifestano quando alcune cellule nervose che producono la dopamina (una sostanza chimica che funge da neurotrasmettitore), si deteriorano e muoiono. Questa condizione comporta una compromissione della capacità produttiva della dopamina, provocando problemi nel movimento.

Inoltre, ad essere interessati da questa degenerazione sono anche le terminazioni nervose che producono la norepinefrina, un neurotrasmettitore rilasciato dal sistema nervoso centrale e dal sistema nervoso simpatico,adibito al controllo di funzioni importanti come la gestione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna.

Questo spiegherebbe l’affaticamento e la pressione sanguigna irregolare, ovvero alcuni dei sintomi del morbo di Parkinson. Inoltre, molte cellule cerebrali di soggetti con morbo di Parkinson contengono corpi di Lewy, aggregati della proteina alfa-sinucleina.

Diagnosi del morbo di Parkinson

La diagnosi di questa malattia è clinica. Il medico specialista (un neurologo) raccoglie le informazioni utili per la diagnosi ascoltando la storia del paziente, valutando i sintomi e la loro gravità, eseguendo un esame obiettivo neurologico e generale. Se i sintomi subiscono un miglioramento a seguito di una terapia farmacologia specifica, si può ragionevolmente diagnosticare il morbo di Parkinson.

Ci sono condizioni con sintomi simili a quelli del morbo di Parkinson che potrebbero essere confuse erroneamente con questa patologia: per questo motivo la risposta farmacologica è un indizio importante. A volte la diagnosi potrebbe non essere immediata, ma richiedere del tempo.

Quali sono i trattamenti del morbo di Parkinson

Ad oggi, non ci sono cure definitive per questa malattia degenerativa. Sono disponibili, però, diversi trattamenti volti a ridurre e a controllare i sintomi, come quelli farmacologici, a cui vengono associati cambiamenti nello stile di vita. Ogni paziente può presentare una combinazione diversa di sintomi, per questo motivo la terapia deve essere personalizzata. Ecco i principali trattamenti del morbo di Parkinson:

Vivere con il morbo di Parkinson

Non è possibile prevenire il morbo di Parkinson, dal momento che non si conoscono le effettive cause. La diagnosi di questa malattia cambia la vita del paziente e dei suoi familiari poiché dall’inizio dei sintomi sarà necessario intraprendere un percorso lungo tutta la vita finalizzato al controllo della sintomatologia.

Ci si può aiutare seguendo alcuni suggerimenti come:

In conclusione, quindi, il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa. Progredisce nel tempo con un peggioramento dei sintomi, fino a rendere impossibili anche le attività quotidiane. Una diagnosi precoce, che può essere ottenuta osservando alcuni piccoli segnali di cambiamento nel soggetto, aiuta a intraprendere da subito i trattamenti utili a migliorare la qualità di vita del soggetto.

Fonti bibliografiche:

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