Epifisiolisi: sintomi, cause e rimedi

L'epifisiolisi è una condizione ortopedica in cui la testa del femore scivola via dalla sua posizione naturale lungo la crescita epifisaria

Pubblicato: 23 Aprile 2024 09:02

Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

L’epifisiolisi è una condizione caratterizzata dalla perdita della continuità del femore. Infatti, nella sua porzione superiore, si realizza una discontinuità tra la testa ed il collo dell’osso. L’epifisiolisi è un particolare tipo di distacco epifisario e, in alcuni casi, si accompagna allo scivolamento reciproco delle due porzioni ossee.

sintomi dell’epifisiolisi possono essere differenti a seconda dello stadio della patologia. Il sintomo principale è il dolore al movimento, questo può comportare una difficoltà deambulatoria e rendere complesso il mantenimento di una corretta postura. La combinazione di queste caratteristiche esita in un’andatura zoppa.

Effettuando una corretta diagnosi è possibile impostare il trattamento più adeguato a seconda dei diversi fattori specifici del paziente. È bene ricordare che la patologia, se non trattata, può portare a delle complicanze come instabilità e rigidità dell’anca. Il rimedio definitivo per questa condizione è l’intervento chirurgico.

Le persone che soffrono di questa patologia sono soprattutto gli adolescenti. Infatti, questa condizione colpisce solitamente i pazienti di sesso maschile con età compresa tra i 12 anni e i 17 anni. I sintomi di questa condizione possono interessare un solo femore o entrambi, solitamente il 30/40% dei casi diagnosticati è di tipo bilaterale.

Questa patologia non deve essere confusa con il Morbo di Perthes che, pur colpendo allo stesso modo l’anca, è una patologia inquadrabile nel gruppo delle osteocondrosi. Tuttavia, la sintomatologia di presentazione può essere confondente e può risultare necessario eseguire indagini più approfondite per una corretta diagnosi differenziale.

Anatomia dell’anca

Per comprendere le cause dell’epifisiolisi è fondamentale avere una conoscenza di base dell’anatomia dell’anca. Questa articolazione è composta da diverse strutture.

Le anche sono la regione anatomica dove avviene l’unione tra il tronco e gli arti inferiori che si realizza per mezzo dell’articolazione coxofemorale. Risulta essere composta dalla giustapposizione del cotile dell’osso iliaco con la testa del femore. In questa regione anatomica sono altresì presenti numerose strutture quali tendini, legamenti e muscoli.

L’epifisi all’estremità tondeggiante delle ossa lunghe, è connessa alle diafisi attraverso le metafisi.

L’epifisiolisi è una alterazione che comporta la rottura dell’epifisi a seguito della quale vanno persi i normali rapporti tra la testa e il collo del femore. La componente distale può scivolare rispetto a quella prossimale andando a peggiorare il quadro clinico. Questa condizione è anche conosciuta come SCFESlipped Capital Femoral Epiphysis.

La crescita ed il consolidamento del tessuto e osseo in età adolescenziale possono subire delle alterazioni in presenza di differenti fattori di rischio. Tra questi riconosciamo traumi, predisposizioni genetiche e sovrappeso. A seconda della gravità si riconoscono due diverse entità cliniche:

Per scongiurare l’insorgenza di complicazioni il trattamento deve essere tempestivo.

Sintomi dell’epifisiolisi

I sintomi dell’epifisiolisi sono diversi a seconda dello stadio di gravità della patologia del paziente.

Il sintomo cardine della condizione patologica è il dolore. Questo può presentarsi acutamente oppure emergere lentamente in cronico. Il dolore, almeno inizialmente, si presenta durante il movimento o l’attività sportiva. La sintomatologia dolorosa può rendere complicata la deambulazione e alterare la postura del soggetto che cerca di mantenere un atteggiamento antalgico. A causa del dolore è frequente che il paziente zoppichi, poiché tende a caricare tutto il peso del corpo sull’arto inferiore non dolente. Questo può portare, a lungo termine, anche a problematiche a livello della schiena.

Durante l’esame obiettivo possono emergere diversi segni:

Oltre a questi sintomi è possibile anche che vi sia rigidità muscolare. Il dolore può estendere ad altre parti del corpo come inguine, ginocchio e coscia. Questa sintomatologia aspecifica è insidiosa in quanto può ritardare la diagnosi della patologia.

Cause dell’epifisiolisi

Le cause dell’epifisiolisi non sono ancora totalmente chiare.  Infatti, non è possibile ricondurre l’insorgenza della patologia ad un unico fattore.

Nonostante ciò, è possibile riconoscere l’esistenza di alcuni fattori di rischio che possono predisporre all’epifisiolisi. Ricordando che la patologia interessa il nucleo di accrescimento della testa del femore prima che questo sia giunto a completo consolidamento, l’età non è un fattore di rischio. Tra questo riconosciamo:

Diagnosi dell’epifisiolisi

La diagnosi dell’epifisiolisi non è molto complessa. Nonostante la scarsa specificità dei sintomi, sono sufficienti alcuni semplici esami per confermare la diagnosi.

Nel corso della prima visita il paziente riferirà la propria sintomatologia con particolare attenzione al tipo di dolore percepito, alle modalità di insorgenza ed alla risposta ad un eventuale trattamento farmacologico. Il paziente dovrà poi essere pesato e questo dato dovrà essere confrontato con il valore di riferimento per la sua età. Grazie a queste informazioni il medico sarà in grado di porre il sospetto diagnostico che dovrà essere confermato con l’esecuzione di alcuni esami specifici. A seguito di questo colloquio, il professionista potrà prescrivere, se lo ritiene necessario, una visita con uno specialista, solitamente è un ortopedico.

A discrezione dello specialista potrebbero essere richieste ulteriori indagini:

In alcuni casi selezionati può essere necessaria l’esecuzione di una risonanza magnetica. Questa permette una migliore visualizzazione dei tessuti molli circostanti.

Trattamenti dell’epifisiolisi

I trattamenti possono essere di tipo conservativo chirurgico. I primi sono raccomandabili in caso di patologia lieve. Il principale trattamento conservativo è il riposo, il paziente dovrà astenersi dal praticare l’attività sportiva e, nei casi più gravi, dovrà evitare di deambulare senza l’adeguato sostegno.

Se la patologia non dovesse risolversi con questi accorgimenti, o insorgesse già con importanti alterazioni delle strutture anatomiche, sarà necessario un intervento chirurgico. L’obiettivo dell’operazione è quello di stabilizzare la testa del femore e prevenire complicazioni. L’intervento è fondamentale per evitare il rischio di sviluppare artrosi precoce dell’anca ed, inoltre, fornisce un sollievo rapido dalla sintomatologia dolorosa.

A seguito dell’intervento saranno necessari alcuni giorni di monitoraggio in ospedale ed un periodo di riposo stabilito dal chirurgo.

Abbinato all’operazione chirurgica, può essere impostato un percorso di fisioterapia che ha come obiettivo aiutare a riacquistare una corretta e completa mobilità all’articolazione. Inoltre, queste sedute di fisioterapia possono portare all’aumento della forza muscolare e ad una maggiore stabilità del complesso lombo-pelvico.

La maggior parte dei pazienti a cui viene diagnosticata la epifisiolisi sono in età di sviluppo, per questo motivo è fondamentale effettuare controlli periodici dopo l’operazione. In questo modo è possibile analizzare lo stato di crescita ed il recupero da parte del paziente.

Possibili complicazioni

L’epifisiolisi del femore deve essere diagnosticata rapidamente in modo da prevenire eventuali complicanze. Tra queste può esserci la necrosi, che può avvenire quando l’epifisiolisi femorale è molto grave o viene trascurata. In questo caso l’afflusso di sangue alla testa del femore è ridotto. Questo causa un importante dolore al fianco e può rendere necessaria l’assunzione in cronico di farmaci antidolorifici.

Un’altra complicanza dell’epifisiolisi molto rara è la condrolisi. Questa condizione porta alla degenerazione delle cellule che compongono la cartilagine articolare con la loro sostituzione da parte di tessuto osseo.

Fonti bibliografiche:

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