Dieta, cosa deve esserci nel piatto “smart food”. Quali sono i cibi “must”

Il "piatto intelligente" raccoglie le raccomandazioni nazionali e internazionali, e arriva in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione

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Eleonora Lorusso

Giornalista, esperta di salute e benessere

Milanese di nascita, ligure di adozione, ha vissuto negli USA. Scrive di salute, benessere e scienza. Nel tempo libero ama correre, nuotare, leggere e viaggiare

Frutta e verdura non dovrebbero mancare mai, così come i cereali – specie integrali – e le proteine, meglio se si provenienza vegetale come i legumi oppure da pesce. Sono alcuni degli ingredienti previsti nel “piatto smart”, ossia la rappresentazione di ciò che appunto dovrebbe essere contenuto nel piatto che si ispira alla Dieta Mediterranea, messo a punto da Smartfood Ieo, il programma in scienze della nutrizione e comunicazione dell’Istituto europeo di oncologia di Milano. Si tratta di cibi la cui importanza, insieme a uova, carni bianche e giuste quantità di latticini viene sottolineata in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione (16 ottobre).

Cos’è il “piatto smart”

Lo Ieo, dunque, ha deciso di optare per la rappresentazione del “piatto intelligente”, ossia un modo diverso di indicare cosa dovrebbe far parte di una sana alimentazione, rispetto alla classica piramide alimentare indicata dalla Dieta Mediterranea. Cambia la forma, ma i principi ai quali si ispira sono analoghi e seguono le raccomandazioni delle principali società scientifiche specializzate nell’ambito della salute alimentare, sia a livello nazionale che internazionale. Il tipo di rappresentazione, invece, è differente e risulta molto immediato a livello visivo.

Cosa contiene il “piatto del mangiar sano”

Il “piatto smart” o “del mangiar sano” ha anche punti in comune con il modello messo a punto dalla Harvad Medical School di Boston, con alcuni adattamenti non solo alla luce dei principi della Dieta Mediterranea, di cui è stato da tempo riconosciuto il valore in termini di alimentazione e salute sul lungo periodo, ma anche con alcuni aggiornamenti alla luce delle evidenze scientifiche recenti. Ecco, quindi, che dovrebbero trovare posto verdura e frutta fresca in ogni pasto, nel modo più variegato possibile sia in termini di tipo che di colore. Un ruolo centrale continuano ad averlo i cereali, meglio se integrali, come pane, pasta, riso e, in genere, in chicco (quindi anche farro, quinoa, miglio, ecc.). Tra le proteine, come ormai da tempo, si sottolinea l’importanza dei legumi e del pesce, specie se “selvaggio”, quindi non di allevamento. Sono presenti anche le uova e i latticini, come i formaggi, insieme alle carni bianche da privilegiare in modo chiaro rispetto a quelle rosse. Infine, non vanno esclusi i grassi, sotto forma di condimenti come olio extravergine d’oliva, insieme a frutta secca e semi oleosi, ricchi di Omega 3.

Mangiare sano non è complicato

Come ricorda Lucilla Titta, coordinatrice del programma Smartfood Ieo, “Mangiare in modo sano non è complicato: tutti possono riuscirci, adattando le raccomandazioni del piatto smart ai propri gusti, alle proprie abitudini e al proprio stile di vita. Con questa infografica, che rappresenta uno strumento di educazione universale, vogliamo offrire una guida semplice e affidabile, basata su solide evidenze scientifiche, per aiutare le persone a costruire ogni giorno scelte alimentari consapevoli”. Nel mettere a punto il “piatto del mangiar sano” sono ste tenute in considerazione anche le Linee guida per una sana alimentazione del Centro di ricerca alimenti e nutrizione (Crea), le raccomandazioni del World cancer research fund (Wcrf) e le indicazioni della Società italiana di nutrizione umana (Sinu) che proprio nei mesi scorsi ha aggiornato la Dieta Mediterranea alla luce del cambiamento delle abitudini alimentari. In una nota dello Ieo si legge, inoltre, che il “piatto smart” rappresenta un moderno modello mediterraneo, coerente con le più recenti indicazioni internazionali per la prevenzione delle malattie croniche.

Una dieta corretta per una salute migliore

“È ampiamente dimostrato che una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea è associata a numerosi benefici per la salute, in primis la riduzione della mortalità e la prevenzione di malattie croniche non trasmissibili, come malattie cardiovascolari, diabete, cancro e malattie neurodegenerative. Nonostante ciò, assistiamo ad una scarsa adesione ai principi della Dieta Mediterranea, soprattutto tra le giovani generazioni”, aveva spiegato di recente Anna Tagliabue, Presidente della Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu) su Sani Help. Proprio per adattare il regime alimentare mediterraneo e renderlo “accattivante” e sostenibile tra le giovani generazioni, la stessa Sinu ha aggiornato le indicazioni.

Com’è la nuova piramide alimentare della Dieta Mediterranea

Il nuovo modello sottolinea maggiormente l’importanza del consumo di alimenti di origine vegetale, in particolare frutta, verdura (in forte diminuzione nei pasti dei più giovani) e olio extravergine di oliva, promuovendo cereali integrali e legumi. Esorta a ridurre il consumo di cibi di origine animale, soprattutto carne rossa e specie se molto lavorata a livello industriale (come nel caso di hamburger, insaccati, ecc.). Incoraggia, inoltre, a mangiare con moderazione alimenti con elevati contenuti di zuccheri e sale, e bevande alcoliche.

Il cambio di abitudini alimentari dei giovani

A preoccupare, infatti, sono proprio i cambiamenti nelle abitudini alimentari di bambini e adolescenti. “In particolare, in Italia, il 9% di bambini e adolescenti dichiarano di non mangiare mai verdure, il 7% frutta, il 26% alimenti a base di cereali integrali, il 14% latte e latticini, mentre il 47% dichiara di consumare più di 3 porzioni di carne a settimana”, ha spiegato Francesca Scazzina, Professore Associato di Nutrizione Umana dell’Università di Parma e Membro del Consiglio Direttivo Sinu, in occasione del congresso nazionale. “Uno studio che ha indagato le abitudini di più di 2000 studenti universitari italiani evidenzia un’aderenza medio-bassa del 72%. Così come un’indagine che ha coinvolto più di 800 persone rappresentative della popolazione italiana, con una percentuale dell’80,4%. Mentre il consumo di alcuni alimenti tradizionali è quasi completamente conservato anche al giorno d’oggi (ad esempio, per l’olio d’oliva), quello di frutta e verdura, cereali integrali, latte e latticini e legumi sta diminuendo soprattutto tra le giovani generazioni e non è adeguato alle linee guida”. Da qui l’importanza di offrire nuovi modelli, anche tramite soluzioni grafiche intuitive e semplificate.

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