Come comportarsi se si assiste a una crisi epilettica

Una crisi epilettica è un disturbo temporaneo dell'attività elettrica cerebrale che può causare convulsioni, spasmi muscolari, perdita di coscienza e altri sintomi.

Antonina Distefano

Medico Chirurgo

Medico chirurgo abilitato presso l'Università degli Studi di Catania, è specializzata in Cure Palliative e Terapia del dolore.

L’epilessia è un disturbo neurologico o più correttamente, un gruppo di disturbi, caratterizzati da una persistente predisposizione a sviluppare crisi epilettiche. Negli anni la definizione e la classificazione dei vari tipi di epilessia, si sono notevolmente evolute e questo ci fa capire, ancora di più, come la presentazione clinica di questo disturbo cerebrale, sia variabile. Verosimilmente, la continua evoluzione, consente ulteriori progressi nella cura e nell’assistenza a questi pazienti.

Generalmente ha due picchi di incidenza: durante l’infanzia e in età adulta (dopo i 60 anni circa). E’ interessante sapere che circa il 10% delle persone, può avere una crisi epilettica durante la vita.

Cos’è una crisi epilettica

Normalmente, nel nostro cervello, viaggia l’impulso elettrico tramite le cellule neuronali che porta le informazioni alle diverse aree. Durante una crisi elettrica, si verifica una scarica elettrica anomala e incontrollata di gruppi di cellule nervose. Questa scarica, interrompe transitoriamente la normale funzione cerebrale, al punto da provocare le tipiche alterazioni dello stato di coscienza o movimenti incontrollati e a volte anche convulsioni. Ci sono anche rare forme di epilessia, legate ad infezioni febbrili, che si manifestano generalmente alcuni giorni dopo uno stato febbrile specie nei bambini e adolescenti.

Esistono, come già anticipato, vari tipi di crisi epilettiche:

Quali sono i sintomi dell’epilessia

Nelle crisi parziali, dipendono molto dall’area cerebrale interessata quindi a seconda che venga colpita l’area motoria o del linguaggio o sensitiva, si possono avere movimenti anomali, formicolii, disturbi sensitivi o anche difficoltà nell’eloquio.

Nelle crisi generalizzate, invece, abbiamo le caratteristiche crisi tonico cloniche in cui il soggetto appare improvvisamente incosciente ma spesso ad occhi aperti. Segue quasi sempre una fase di assenza post crisi che serve al cervello come tempo di recupero dopo l’enorme stress subito durante la scarica.

Cosa fare e cosa non fare quando si assiste ad una crisi epilettica

Come abbiamo già ampiamente detto, non sempre i sintomi dell’epilessia sono gli stessi. Non tutte le crisi sono, infatti, caratterizzate da una perdita di coscienza. Ma nel caso si verificasse, l’attenzione maggiore va rivolta a possibili cadute che possono provocare traumi. La LICE (Lega Italiana contro l’Epilessia), ha pubblicato un utile guida per chi si trovasse a dover fornire aiuto ad una persona che sta avendo una crisi epilettica.

È fondamentale rimanere calmi e non farsi prendere dal panico. Se si è vicini al soggetto con crisi epilettica, bisogna cercare di proteggere il capo dal trauma della caduta quindi può essere utile mettere qualcosa di morbido sotto la testa per evitare che la sbatta ripetutamente in terra durante la crisi.

Allontanare qualunque oggetto si trovi nelle immediate vicinanze con cui la persona possa urtare e cercare di misurare la durata della crisi in modo tale da poter riferire ai sanitari in modo quanto più dettagliato possibile. Perentorio è il non toccare il soggetto durante la crisi.

Assolutamente non tentare di aprirgli la bocca o infilargli dentro oggetti per evitare il morso della lingua gli si potrebbe causare una lussazione mandibolare o anche fratture dentarie cosi come non bisogna cercare di fargli bere acqua o ingerire farmaci! Non bisogna bloccargli gambe e braccia, anche in questo caso il rischio è quello di creargli lesioni articolari.

Le crisi generalmente hanno una durata limitata di qualche minuto. Solo quando si è conclusa ci si può avvicinare e può essere utile slacciare il colletto dell’indumento e porre il soggetto in posizione laterale di sicurezza (ruotando anche solo il capo lateralmente), per favorire la fuoriuscita di saliva e la ripresa della respirazione.

Importante è anche evitare assembramenti di persone attorno al soggetto, soprattutto durante la fase di recupero, la confusione non aiuta a riprendersi con la calma che serve.

Se la crisi è breve e l’individuo si riprende con facilità, non sarà necessario chiamare l’ambulanza, ma soltanto segnalare il malore. Quando, al contrario, se la crisi ha una durata maggiore (anche oltre i 3 minuti), o il soggetto non riprende conoscenza, si è procurato traumi durante la crisi, presenta manifestazioni ripetute, allora sarà importante agire tempestivamente e chiamare il numero d’emergenza sanitaria.

Fonti bibliografiche:

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