Un bracciale alla caviglia, forse, in futuro potrebbe diventare uno strumento non solo per essere alla moda, ma anche per sapere se abbiamo alzato troppo il gomito. Grazie a specifici sensori in grado di rilevare nel sudore la concentrazione di composti derivanti dall’assunzione di alcolici, infatti, si potrebbe arrivare a capire se e quando una persona ha esagerato e quindi potrebbe essere più a rischio. L’ipotesi, davvero interessante anche perché potrebbe davvero proporre un sistema efficace e poco costoso per comprendere cosa accade nel singolo individuo, invece che considerare in chiave generale gli esiti dell’assunzione di alcolici.
Come agiscono i sensori intelligenti
La tecnologia, sicuramente molto affascinante, è stata messa a punto da un gruppo di ricercatori dell’Università Statale della Pennsylvania che hanno pubblicato il loro studio sulla rivista Alcoholism: Clinical and Experimental Research. In pratica, grazie a specifici rilevatori particolarmente sensibili, gli esperti sono riusciti a comprendere partendo dal sudore la concentrazione di alcol presente nell’organismo, superando quindi i limiti necessariamente generali che attualmente ci dicono ad esempio quanto alcol c’è in un bicchiere di vino o di birra, senza considerare le diverse risposte del singolo, visto che siamo tutti diversi non solo per genere ma anche per peso. Stando allo studio, il grande vantaggio di questi strumenti sta nella possibilità di ottenere un numero maggior di informazioni, soprattutto più precise, rispetto a quanto si può fare semplicemente sulla base del ricordo di chi consuma alcolici o dei classici etilometri. Quindi senza alcun impegno da parte del singolo.
Semplicemente rilevando quanto si verifica attraverso la pelle, infatti, non impongono alcuno sforzo o attenzione da parte del soggetto che si misura. In chiave teorica, lo strumento è sicuramente molto interessante e parte dal presupposto che mediamente circa l’1% dell’alcol presente nell’organismo viene eliminato attraverso il sudore, e soprattutto quanto si registra in questo liquido è praticamente simile a ciò che si registra nel sangue. Quindi i sensori transdermici potrebbero rappresentare un’opportunità di registrazione dell’assunzione di alcolici, mettendo in guardia chi li indossa. In ogni caso, non sembra che anche in futuro si potrà fare al meno del classico etilometro, visto che sul fronte temporale la rilevazione nel respiro appare più precisa rispetto a quella sul sudore. Ma non ci sono dubbi che, vista la praticità di un semplice bracciale, questi dispositivi potrebbero diventare interessanti sistemi di monitoraggio.
Personalizzare il controllo nell’assunzione di alcolici
Detto che l’alcol è un nemico della salute, chi pensa che gli effetti di un eccesso di alcol possano essere facilmente eliminati dall’organismo si sbaglia. Una volta entrato nel sangue più dell’85 per cento dell’etanolo assorbito viene trasformato dal fegato. Il resto viene disperso nell’aria attraverso la respirazione, con le urine e con il sudore che si propone quindi come strumento di rilevazione. Occorre però ricordare che la reazione all’alcol è diverse tra le varie persone, e viene modificata ulteriormente dall’ambiente e dalle condizioni in cui si beve. Dal punto di vista biochimico, ciò che aiuta a reggere senza difficoltà gli alcolici oppure li rende insopportabili, contribuendo a dare un senso di euforia ed una perdita di riflessi è l’enzima alcol-deidrogenasi.
Il suo compito è quello di trasformare l’etanolo in acqua e anidride carbonica, i suoi prodotti finali. Purtroppo la disponibilità di questo enzima, che viene prodotto dal fegato, non è altissima. Quindi, non appena si supera una certa dose di alcol, questo non può essere metabolizzato e va a danneggiare il corpo: in particolare il fegato e il sistema nervoso. Portando alle diverse conseguenze, legate in genere all’assunzione di alcolici.
Fino ad un millilitro di alcol per litro di sangue si tende ad essere meno rapidi nelle reazioni, ma basta che la quota si raddoppi per arrivare all’ebbrezza vera e propria. E in questa fase i riflessi sono davvero molto ridotti, ed anche le reazioni tendono a modificarsi. Poi, più avanti, si cade in uno stato di profondo sopore. Questa regola generale va poi adattata a ogni singolo caso. Ad esempio, in termini generali, i maschi sono più resistenti all’alcol. Le donne assimilano l’alcol più lentamente e tendono a mantenerlo più a lungo nel sangue. Probabilmente questa differenza è legata alla presenza più massiccia nel tubo digerente dell’alcol-deidrogenasi nel sesso maschile.