Artrosi cervicale: sintomi, cause e cura

L'artrosi cervicale è una degenerazione delle articolazioni e dei dischi intervertebrali nel tratto cervicale della colonna vertebrale, caratterizzata da dolore al collo, rigidità, mal di testa e talvolta sintomi neurologici come formicolio e debolezza nelle braccia

Pubblicato: 11 Giugno 2024 11:02

Carlotta Casiraghi

Medico chirurgo

Laureata in Medicina e Chirurgia all'Università dell'Insubria, attualmente frequenta la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa.

L’artrosi cervicale è una malattia degenerativa che comporta cambiamenti alle ossa, ai dischi intervertebrali, alle articolazioni e alla cartilagine (la pellicola protettiva che riveste le estremità delle ossa) del tratto cervicale, la parte superiore della colonna vertebrale.

È legata alla normale usura dovuta all’invecchiamento: con l’età, infatti, esattamente come il resto del corpo, anche queste strutture degenerano lentamente. In particolare, con l’invecchiamento i dischi del rachide cervicale si danneggiano, perdono liquidi e diventano più rigidi. Come risultato di questo processo, sulle ossa del collo possono formarsi speroni o escrescenze anomale chiamati osteofiti.

Queste escrescenze possono anche causare il restringimento del canale vertebrale, il canale in cui scorrono il midollo spinale e le sue terminazioni nervose, una condizione correlata detta stenosi spinale cervicale, che può provocare dolore al collo e rigidità. Ci sono comunque altri fattori, oltre all’invecchiamento, che contribuiscono alla comparsa della malattia. In tutti i casi, è possibile adottare alcuni accorgimenti e ricorrere a determinati trattamenti per migliorare la situazione. 

Nella maggior parte dei casi di spondilosi, tuttavia, si tratta di fenomeni totalmente silenti, soprattutto nei più giovani.

Artrosi cervicale, cenni di anatomia

La colonna vertebrale è composta da 24 ossa, chiamate vertebre, che sono impilate l’una sull’altra. Queste ossa si collegano per creare un canale che protegge il midollo spinale, la struttura che ha sede nella colonna vertebrale (passa anche a livello cervicale) e che ha il compito di trasmettere gli stimoli nervosi a tutto l’organismo.

Lo fa attraverso i nervi: cavi “elettrici” che viaggiano attraverso il canale spinale, appunto, portando messaggi dal cervello ai muscoli e viceversa. Le radici nervose si diramano dal midollo spinale attraverso aperture nelle vertebre (forame). Le sette piccole vertebre che iniziano alla base del cranio e formano il collo costituiscono il rachide cervicale.

Fra una vertebra e l’altra ci sono dei cuscinetti: i dischi intervertebrali, strutture di forma circolare costituite da un nucleo gelatinoso centrale, il nucleo polposo, e da un guscio esterno di fibre elastiche intrecciate, l’anulus. 

Che cos’è l’artrosi cervicale 

L’artrosi cervicale compare quando i dischi intervertebrali del tratto cervicale vanno incontro a un progressivo assottigliamento e la cartilagine si consuma. Come risultato di questo processo, le due vertebre vicine sfregano fra di loro, usurandosi, provocando la formazione di becchi ossei e ostacolando i movimenti. La parte colpita da artrosi perde così la sua funzionalità, diventa rigida, scricchiola e può apparire ingrossata. 

I segmenti più colpiti risultano essere quelli tra la sesta e la settima vertebra cervicale.

Cause dell’artrosi cervicale

L’artrosi cervicale è un normale segno dell’età: difficile che una persona anziana non ne soffra. Nella maggior parte degli individui di età superiore ai 50 anni, i dischi tra le vertebre diventano meno spugnosi e forniscono meno supporto. Inoltre, ossa e legamenti diventano più spessi, invadendo lo spazio del canale spinale. Tuttavia, il grado di degenerazione varia da soggetto a soggetto: se in alcuni casi è accentuato, in altri è lieve. La ragione è che in questo processo degenerativo possono intervenire vari fattori che possono aggravarlo. Ecco i principali:

Come si manifesta l’artrosi cervicale

Spesso l’artrosi cervicale è una malattia silenziosa, specialmente nelle fasi iniziali. Quando si manifesta, lo fa soprattutto con i seguenti sintomi:

I sintomi meno comuni o “atipici” includono vertigini, mal di testa, palpitazioni, nausea, fastidio all’addome o al sistema gastrointestinale, visione offuscata, problemi di memoria (ipomnesia). In alcune occasioni, i pazienti hanno manifestato anche dolore alla mandibola o al petto, con la cosiddetta angina da dolore cervicale.

Le possibili complicanze dell’artrosi cervicale 

Se l’artrosi cervicale provoca una pressione sul midollo spinale (stenosi cervicale), può subentrare una condizione chiamata mielopatia cervicale. I sintomi di questa patologia includono: formicolio; intorpidimento e/o debolezza a braccia, mani, gambe o piedi; mancanza di coordinazione e difficoltà a camminare; riflessi anormali; spasmi muscolari; perdita di controllo su vescica e intestino (incontinenza).

Un’altra possibile complicazione dell’artrosi cervicale è la radicolopatia cervicale, che compare quando gli speroni ossei premono sui nervi che fuoriescono dalle ossa della colonna vertebrale. Il dolore che colpisce una o entrambe le braccia è il sintomo più comune, con anche coinvolgimento delle dita, principalmente le prime tre. Questa condizione è chiamata cervicobrachialgia.

Talvolta, l’artrosi cervicale può associarsi a un’ernia, cioè la fuoriuscita del nucleo morbido del disco intervertebrale. Questa protrusione può comprimere e infiammare le radici nervose della zona e il midollo spinale, causando dolore e debolezza al collo, che si irradiano al braccio. 

A differenza dell’artrosi, tuttavia, l’ernia è una condizione più tipica del giovane lavoratore. È una situazione estremamente diffusa, ma, in molti casi, totalmente asintomatica: non tutte le ernie provocano dolore o altri segni neurologici (come il deficit di sensibilità); inoltre, nella maggior parte dei casi, regrediscono spontaneamente.

Diagnosi dell’artrosi cervicale

In presenza di sintomi sospetti, è bene rivolgersi al medico, che potrebbe inviare dallo specialista ortopedico. Per diagnosticare l’artrosi cervicale, per prima cosa il medico effettua un’approfondita anamnesi, chiedendo al paziente di descrivere i sintomi avvertiti e il suo stato di salute e di raccontare la sua storia clinica personale e famigliare.

Seguirà un esame fisico del corpo, con un particolare focus su collo, schiena e spalle. È anche probabile che il medico esamini i riflessi e la forza delle mani e delle braccia, controlli la perdita di sensibilità e osservi la persona mentre cammina. Il medico può anche premere delicatamente sul collo e sulle spalle, cercando punti trigger (sensibili) o ghiandole gonfie. 

Quali esami fare per l’artrosi cervicale

Per indagare meglio la situazione, il medico potrebbe anche richiedere test specifici, come:

In caso di necessità, si potrebbe richiedere anche una visita neurologica.

Curare l’artrosi cervicale

L’artrosi cervicale non va necessariamente trattata: solo quando si manifesta in modo doloroso si interviene per cercare di ridurre i disagi. Il tipo di trattamento dipende dalla gravità dei sintomi e dei segni. Se non vi sono segnali di allarme (per esempio di mielopatia), l’obiettivo risiede nella riduzione del dolore, nel recupero delle funzioni pre-morbose e nel prevenire danni neurologici permanenti alle strutture coinvolte.

Ecco le tipologie di trattamento più comuni:

Quando serve la chirurgia

L’artrosi cervicale tende a essere una condizione cronica, ma la chirurgia è necessaria solo in rari casi, quando è presente una compressione del midollo e/o è subentrata una perdita di funzionalità, per esempio in caso di progressiva perdita di sensibilità e funzionalità a braccia, gambe, piedi o dita.

L’obiettivo della chirurgia è rimuovere la fonte di pressione sul midollo spinale e sui nervi. L’intervento chirurgico può includere anche l’aggiunta di stabilizzazione sotto forma di impianti o tramite fusione delle vertebre. 

Fonti bibliografiche:

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