L’ algoneurodistrofia, conosciuta anche con la terminologia “sindrome dolorosa regionale complessa”, è una condizione cronica caratterizzata da un dolore intenso agli arti. Può colpire sia gli arti superiori che quelli inferiori.
La percezione del livello del dolore può variare notevolmente a seconda della causa che lo ha determinato o del tipo di trauma che lo ha indotto.
La definizione di algoneurodistrofia come entità patologica a sé stante è piuttosto recente e risale alla Guerra Civile Americana, durante la quale il medico S. Weir Mitchell lavorò a stretto contatto con i soldati feriti. Oggi questa condizione viene descritta come CRPS, cioè Complex Regional Pain Syndrome (Sindrome Dolorosa Regionale Complessa) e ha ancora molte caratteristiche che rimangono un punto interrogativo per gli studiosi.
Le cause della algoneurodistrofia sono oggi ancora poco chiare; alcuni studi recenti hanno identificato vari fattori che contribuiscono alla CRPS, tra cui la neuroinfiammazione, la sensibilizzazione centrale e il disfunzionamento del sistema nervoso simpatico.
Questa patologia coinvolge il sesso femminile 3 o 4 volte più di frequente rispetto a quello di sesso maschile in un età che varia dai 50 ai 70 anni. La Sindrome Dolorosa Regionale Complessa è più comune dopo infortuni come fratture, contusioni, lesioni da schiacciamento e distorsioni.
La diagnosi della algoneurodistrofia non è semplice da fare in quanto questa condizione è ancora oggetto di moltissimi studi nazionali ed internazionali.
Indice
Algoneurodistrofia: quali sono i sintomi
I sintomi della algoneurodistrofia, o sindrome dolorosa regionale complessa, possono essere diversi. Solitamente si tratta di una condizione dolorosa che persiste dopo un infortunio o un trauma che va a colpire uno o più nervi. Spesso il forte dolore è collegato anche ad alterazioni del tessuto cutaneo o sottocutaneo o al plesso neurale.
In alcuni casi meno comuni questa condizione si sviluppa senza un apparente fattore scatenante, quindi senza che vi sia effettivamente un’anamnesi positiva per recente trauma.
Il sintomo principale della algoneurodistrofia è sicuramente la sensazione di dolore intenso, persistente e debilitante che dà anche il nome a questa condizione. Solitamente però questo dolore può essere anche combinato ad altri sintomi come:
- sudorazione anormale
- edema
- sensibilità differente al dolore
- calore o cambiamento della temperatura della zona interessata
- osteoporosi
- crescita anomala di peli, unghie e pelle
- arrossamento e cambiamento di colore dell’area cutanea interessata
- disestesia
Tra i diversi sintomi di questa condizione può esserci anche una percezione distorta della zona interessata dal dolore. Il paziente può infatti percepire in modo diverso il proprio corpo e la propria muscolatura ed avere la sensazione che l’arto o la parte di arto dolente non appartengano al resto del corpo.
Classificazione dell’algoneurodistrofia
La poca chiarezza in merito a questa condizione e la scarsa conoscenza relativa alle sue cause fanno sì che sia molto complesso diagnosticare una situazione di algoneurodistrofia; potrebbe essere necessaria una visita specialistica presso uno specialista ortopedico o reumatologo, in grado di individuare una condizione di Complex Regional Pain Syndrome. A rendere più difficile la diagnosi, vi è il fatto che i sintomi sono simili a quelli legati a traumi di tipo muscolare o di fratture.
Inoltre esiste una classificazione della algoneurodistrofia, che individua due tipologie differenti di questo dolore cronico. Tra queste due tipologie ci sono:
- il tipo I di CRPS che è caratterizzata da un’assenza di sintomi o dalla presenza di alcuni segnali clinici che rappresentano un primo campanello di allarme per i tessuti nervosi periferici, verosimilmente secondari ad una conduzione nervosa anomala;
- il tipo II che può essere definito anche come “causalgia”, è caratterizzato da un effettivo danno del sistema nervoso periferico e da una minore possibilità di recuperare in modo spontaneo entro un anno la salute dell’arto, in quanto, a differenza del tipo I, si ha una maggiore tendenza alla cronicizzazione del dolore.
Stadi dell’algoneurodistrofia
Oltre alla classificazione tra il tipo I e il tipo II appena descritta, è importante per il medico anche stadiare la malattia, così da poter individuare e prescrivere il trattamento più adatto. Possono essere infatti individuati diversi stadi della condizione di algoneurodistrofia, a seconda del tipo e della gravità dei sintomi. Pertanto, la algoneurodistrofia può essere di:
- Stadio 1, durante il quale il dolore forte è tra i sintomi più frequenti e compaiono anche sudorazione localizzata, rigidità delle articolazioni e crampi muscolari. In questa fase la condizione è caratterizzata dalla cute arrossata e con un cambio di temperatura della pelle che risulta appunto più calda. Inoltre la algoneurodistrofia di stadio 1 può portare anche a pelle disidratata, cianotica e a ipotermia. Se il trauma è localizzato all’arto superiore è comune riscontrare anche dell’iperidrosi.
- Stadio 2, caratterizzato da un’irradiazione del dolore e da una costante sudorazione non più solo nell’area interessata, bensì in generale. Inoltre, se il paziente è nella fase 2 della CRPS le unghia possono crescere rapidamente, nonché diventare lucide. Questo stadio può essere caratterizzato anche da incapacità funzionale e conseguente da stress psicologico.
- Stadio 3, che è l’ultimo e più complesso, nel quale i sintomi sono intensificati e si giunge a una atrofia tissutale con perdita della massa muscolare. Questo stadio della CRPS può diventare anche irreversibile e porta a un deficit che si può prolungare per mesi o anni. In quest’ultimo caso è fondamentale la diagnosi immediata della condizione al fine di tentare di bloccare il processo patologico il prima possibile, onde evitarne la cronicizzazione.
Diagnosi di algoneurodistrofia
Come anticipato, la diagnosi della algoneurodistrofia è molto importante per bloccare sul nascere o prevenire l’irreversibilità dei sintomi. La scarsa quantità di ricerche e informazioni su questa condizione rende però molto difficile la diagnosi e solitamente in una visita specialistica il sospetto clinico viene posto se sono presenti diversi sintomi, come:
- dolore cronico e continuativo di una parte del corpo specifica, solitamente gli arti;
- almeno un sintomo sensoriale, vasomotorio, trofico o sudo-motorio, come edema, differenza di colorazione della cute, tremori, debolezza, cambiamenti nella crescita di peli e unghia;
- iperalgesia, allodinia, asimmetria di temperatura, differenze di sudorazione.
Il medico consultato procede a raccogliere un’anamnesi completa e a prescrivere gli esami diagnostici necessari, e viene anche richiesto al paziente di portare in visione gli accertamenti precedentemente effettuati, al fine di facilitare l’esclusione di alcune patologie da considerare in diagnosi differenziale.
Per diagnosticare la algoneurodistrofia possono essere richiesti alcuni esami strumentali, come la radiografia utile per individuare un’eventuale osteoporosi a chiazze, tipica di questa condizione. Solo con l’esame radiografico può essere difficile però individuare anomalie legate a questa condizione, per questo può essere richiesta anche la risonanza magnetica o la scintigrafia trifasica. Quest’ultimo è l’esame più adatto per individuare i sintomi secondari ad alterazioni anche minori del tessuto osseo.
Certamente oggi essere chiari con il proprio medico e descrivere nel dettaglio i sintomi è fondamentale per avvicinarsi il più possibile alla corretta diagnosi. Moltissime delle diagnosi della algoneurodistrofia vengono infatti svolte ancora attraverso un approccio clinico. Descrivendo i sintomi e sottoponendosi a un esame obiettivo è possibile fornire al dottore le informazioni necessarie per individuare una possibile CRPS. Sebbene la CRPS possa essere debilitante, una diagnosi precoce e approcci terapeutici multimodali possono migliorare la qualità della vita dei pazienti e i risultati funzionali
Trattamenti per l’algoneurodistrofia
Numerosi trattamenti per algoneurodistrofia sono in fase sperimentale ma queste terapie hanno gli stessi obiettivi comuni. Al fine di migliorare la condizione del paziente viene suggerito di:
- ridurre l’edema;
- diminuire il dolore dell’arto e regolarizzare la sensibilità al dolore, ad esempio attraverso la spazzolatura cutanea dell’arto;
- svolgere sedute di riequilibrio della postura, evitando aggressioni alle strutture dell’area interessata dal dolore;
- decontrarre la muscolatura attraverso la riduzione dello stesso ed evitando di congestionare il microcircolo già in condizioni complesse a causa della CRPS;
- migliorare la condizione delle articolazioni, attraverso terapie di mobilizzazione in modo da aumentarne la funzionalità.
Terapie farmacologiche per l’algoneurodistrofia
Esistono diversi rimedi per algoneurodistrofia, diversi tra loro a seconda dello stadio della patologia, dell’età del paziente e dei sintomi presentati. In combinazione a trattamenti per le articolazioni, l’edema o la muscolatura; possono essere combinate anche terapie farmacologiche che possono migliorare la condizione da diversi punti di vista, come neurologico, osseo, vascolare, cutaneo ed immunologico.
Tra i farmaci che vengono prescritti per combattere il disturbo ci possono essere medicinali corticosteroidi che possono aiutare notevolmente il paziente, soprattutto nei casi più complessi e allo stadio avanzato.
Inoltre, quando si riscontra una osteoporosi verosimilmente collegata alla algoneurodistrofia, una supplementazione di calcio e vitamina D può aiutare a migliorare la salute ossea. Infine, i bifosfonati possono rappresentare una valida alternativa terapeutica per migliorare la densità dell’osso, rendendo molto più lento l’assorbimento dell’osso.
Approccio multidisciplinare all’algoneurodistrofia
Date le complessità della CRPS, è essenziale un approccio multidisciplinare che coinvolga specialisti del dolore, fisioterapisti e psicologi per una gestione completa. I piani di trattamento individualizzati possono includere una combinazione di modalità di terapia fisica come le tecniche di desensibilizzazione e la terapia con lo specchio, per affrontare i deficit sensorimotori e migliorare i risultati funzionali.
Gli interventi psicologici, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale e la riduzione dello stress possono aiutare i pazienti a gestire il dolore cronico, ridurre l’ansia e migliorare il benessere complessivo. Inoltre, le modalità terapeutiche emergenti, come la terapia con realtà virtuale e la stimolazione magnetica transcranica, offrono vie promettenti per il sollievo dei sintomi e la neuro-riabilitazione nei pazienti affetti da CRPS. Integrando pratiche basate sull’evidenza e tecnologie innovative, gli operatori sanitari possono ottimizzare le strategie di trattamento e migliorare i risultati per gli individui che vivono con la CRPS.
Fonti bibliografiche:
- Taylor SS, Noor N, Urits I, Paladini A, Sadhu MS, Gibb C, Carlson T, Myrcik D, Varrassi G, Viswanath O. Complex Regional Pain Syndrome: A Comprehensive Review. Pain Ther. 2021 Dec;10(2):875-892. doi: 10.1007/s40122-021-00279-4. Epub 2021 Jun 24. Erratum in: Pain Ther. 2021 Jul 26;: PMID: 34165690; PMCID: PMC8586273.