Immaginiamo di viaggiare indietro nel tempo, attraverso le ere e le culture, fino a quando l’umanità era incastonata nelle selve primordiali. In quel tempo antico, il sonno accanto al proprio partner non era solo un momento di riposo, ma un rituale ancestrale di sicurezza e connessione profonda. Le radici di questa pratica risiedono nei nostri istinti primordiali di protezione reciproca e nella ricerca di affetto e contatto umano in un mondo selvaggio e imprevedibile.
Ma c’è di più dietro a questa storia antica. Le meraviglie del nostro cervello, un intricato labirinto di neuroni e sinapsi, svelano il mistero del sonno condiviso. Attraverso segnali chimici e processi neurologici complessi, il nostro cervello registra e interpreta ogni movimento, ogni respiro del nostro partner durante la notte. Questa danza invisibile di segnali elettrici e ormoni incanta il nostro sonno, plasmando le nostre emozioni e i nostri legami emotivi.
Dormire accanto al proprio partner dovrebbe essere, dunque, un momento di intimità e relax, ma per molti, questa esperienza può trasformarsi in una notte di insonnia e frustrazione. Esploriamo insieme le molteplici dimensioni di questa sfida e le strategie per affrontarla con successo.
Indice
Ansia da separazione o abbandono
Durante l’evoluzione umana, la sopravvivenza era spesso minacciata da pericoli notturni come predatori, tribù rivali o ambienti ostili. In questo contesto, dormire accanto al proprio partner offriva un vantaggio cruciale in termini di sicurezza e protezione. La sua presenza forniva un’ulteriore linea di difesa, aumentando le probabilità di sopravvivenza attraverso la collaborazione e la condivisione delle risorse.
Questo istinto di sicurezza e protezione è stato inciso profondamente nel subconscio dei nostri antenati e si è tramandato attraverso le generazioni. Anche se oggi non dobbiamo più preoccuparci dei predatori notturni, il nostro cervello primitivo conserva ancora tracce di questo antico adattamento. Di conseguenza, il sonno accanto al partner può attivare istinti di salvaguardia della sicurezza e di protezione che possono influenzare la nostra capacità di rilassarci completamente durante il sonno.
Questa risposta istintiva può manifestarsi attraverso una iper-vigilanza durante il sonno, con il cervello pronto a reagire a qualsiasi segnale di pericolo potenziale. Anche se razionalmente sappiamo di essere al sicuro, il nostro cervello primitivo può ancora essere in stato di allerta, influenzando la qualità del nostro sonno e la nostra capacità di abbandonarci totalmente alle braccia di Morfeo.
Dinamiche neurologiche
A livello neurologico, il sonno accanto al partner può attivare una serie di reazioni nel nostro cervello che modellano la nostra esperienza di sonno condiviso.
Sebbene esistano evidenze scientifiche che dimostrano che il contatto fisico e l’intimità possono aumentare i livelli di ossitocina, l’ormone associato all’attaccamento e al benessere emotivo, favorendo un sonno più ristoratore e tranquillo, talvolta i movimenti o i suoni del partner durante la notte possono attivare il nostro sistema di allarme al pericolo, disturbando il nostro sonno e causando iperattivazione.
Cause psicologiche
Le cause psicologiche delle difficoltà nel dormire accanto al partner possono essere molteplici e variegate, influenzate da fattori individuali e dinamiche relazionali.
Ansia da separazione, paura dell’intimità, preoccupazioni relazionali non risolte e disturbi del sonno preesistenti possono tutti contribuire a rendere difficile il sonno insieme al partner. Vediamoli nello specifico:
- L’ansia da separazione o abbandono è un’emozione comune che può emergere durante il sonno. Questo tipo di ansia può essere scatenato dalla paura inconscia di essere separati o abbandonati dal partner durante la notte, anche se razionalmente sappiamo che non c’è motivo di preoccuparsi. Questo può causare ipervigilanza e difficoltà nel rilassarsi completamente durante il sonno.
- Paura dell’intimità o della vulnerabilità: per alcune persone, dormire accanto al partner può suscitare sentimenti di intimità e vulnerabilità che possono essere difficili da affrontare. La prospettiva di condividere uno spazio così intimo e privato, può far emergere paure legate all’apertura emotiva e alla condivisione di sé stessi. Questo può portare ad una scarsa qualità del sonno.
- Preoccupazioni relazionali o conflitti irrisolti: se ci sono tensioni o malintesi nella relazione, queste possono emergere durante il sonno e causare agitazione e insonnia. Le preoccupazioni riguardo al futuro della relazione o alle aspettative non soddisfatte possono essere causa scatenante di una difficoltà a condividere il letto con il vostro partner.
- Disturbi del sonno preesistenti: infine, è importante considerare la possibilità di disturbi del sonno preesistenti che possono influenzare la qualità del sonno e rendere difficoltosa la condivisione degli spazi notturni. Disturbi come l’insonnia, l’apnea ostruttiva del sonno o il disturbo delle gambe senza riposo possono rendere difficile addormentarsi o mantenere un sonno profondo.
Strategie per riuscire a dormire con il proprio partner
Potrebbe essere utile dedicare del tempo a esplorare le emozioni e preoccupazioni legate al vissuto emotivo del dormire accanto al partner. Individuare quali paure o ansie potrebbero influenzare questo momento e come poterle affrontarle in modo costruttivo. Ad esempio, tenere un diario delle emozioni prima di andare a dormire, per identificare eventuali schemi o tendenze.
Inoltre, anche sviluppare delle strategie efficaci per gestire lo stress e l’ansia che possono interferire con questo momento può essere di grande aiuto. Ciò potrebbe includere la pratica della meditazione, della respirazione profonda o della visualizzazione guidata per rilassare la mente e il corpo prima di coricarsi. Imparare a riconoscere e affrontare i pensieri negativi può anche aiutare a ridurre l’ansia durante il sonno.
Se si ha paura dell’intimità, questa tecnica potrebbe risultare utile, si può iniziare con piccoli passi, come tenere la mano del partner mentre si dorme, e gradualmente si aumenterà l’intimità nel corso del tempo. Questo può essere d’aiuto a sviluppare un senso di sicurezza e fiducia nella relazione.
Sviluppare la capacità di comunicare empaticamente con il partner riguardo le proprie esigenze di sonno e le difficoltà riscontrate nel corso della notte, favorisce un momento di connessione e condivisione relazionale importantissimo. Un ascolto attento e non giudicante dell’altrui punto di vista, concorre a muovere il primo passo verso una soluzione accomodante in modalità win-win. Questa comunicazione aperta e rispettosa può, inoltre, aiutare a promuovere la comprensione reciproca.
Se il rumore o il movimento del partner durante il sonno è un problema, si potrebbe contemplare l’uso di tappi per le orecchie o mascherine per gli occhi per ridurre le fonti di luce non gradite, ad esempio. Inoltre, ci sono dispositivi tecnologici disponibili, come i materassi regolabili o le coperte pesanti, che possono aiutare a migliorare la qualità del sonno.
Se le difficoltà nel dormire accanto al partner sono profonde e persistenti, potrebbe essere necessario considerare la consulenza psicologica o la terapia di coppia. Un professionista esperto può aiutare la coppia ad esplorare più a fondo le preoccupazioni e a sviluppare strategie personalizzate per affrontarle in modo efficace. La terapia può anche fornire un ambiente sicuro e di supporto per far emergere le dinamiche relazionali e risolvere eventuali conflitti o tensioni sul lungo termine.
Un momento di grande connessione e condivisione come dormire insieme, può diventare, in una coppia, causa di conflitti e allontanamenti. Talvolta, come affermato da Zucconi, M., Oldani, A., Castronovo, V., Ferini-Strambi, L., & Smirne, S. (2003), risolvere questo problema può, di fatto, appianare le tensioni e ristabilire l’equilibrio, permettendo di godere a pieno del sentimento più agognato: l’amore.
Fonti bibliografiche:
- D’Agostino, A., & D’Agostino, S. (2018). Amore e sonno: una relazione a due facce. Psicologia della Salute, (3), 90-104.
- Marazziti, D., Giannoni, M., Catena Dell’Osso, M., Baroni, S., Consoli, G., Picchetti, M., … & Lucacchini, A. (2004). Psicofisiologia e attività cerebrale durante il sonno condiviso: implicazioni per la salute mentale e le relazioni di coppia. Psichiatria e Psicoterapia, 23(3), 203-210.
- Zucconi, M., Oldani, A., Castronovo, V., Ferini-Strambi, L., & Smirne, S. (2003). Qualità del sonno e relazione di coppia: uno studio longitudinale. Giornale italiano di medicina del sonno, 1(1), 17-20.