Quanto vale il detto “chiodo scaccia chiodo”?

Cosa significa “chiodo scaccia chiodo” e funziona solo in determinati, specifici casi? O sarebbe sempre meglio darsi tempo?

Pubblicato: 26 Ottobre 2018 10:30Aggiornato: 30 maggio 2022 20:16

Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Se il tuo cuore ha sofferto

Possono essere molti i casi: sei stata innamoratissima e hai scoperto un tradimento fisico o di altro tipo. Oppure hai scoperto che questa persona in fondo non ha mai avuto intenzioni serie, che ha fatto presto a tirarsi indietro dal rapporto. In altri casi sono subentrate distrazioni, altri pensieri, leggerezze che hanno danneggiato il legame. In ogni caso, ti sei accorta che la relazione ha subito uno strappo forte e difficilmente si riesce a rivitalizzare un fiore rinsecchito. Ti senti mortificata, pentita, forse anche arrabbiata, probabilmente con te stessa.

Senti che non vuoi restare in questa condizione ma di fatto tutto il tuo corpo e le tue sensazioni sono come un sonno di dolore. Una parte di te vuole andare avanti e aprire un nuovo capitolo della tua vita, dare una svolta. Ma invece stai ancora controllando, decodificando, guardando messaggi, verificando gli Status o altri dettagli sui social; in altre parole, la tua mente non ha spazio, respiro e ti affanni per cercare qualcosa, risposte, conferme o smentite.

Stare per molto tempo in una condizione di sofferenza rende le spade del cuore troppo affilate e a un certo punto dovrebbe subentrare la forza, la spinta a vivere nel massimo della gioia. Gli amici e le amiche ti spingono a rinascere ma tu sai benissimo che, come non ci si riprende subito da un danno fisico, lo stesso vale per un dolore emotivo. Non ci si riprende subito, non si devono affrettare le cose. Alcune persone cercano di velocizzare il processo buttandosi su altri, vediamo come.

La strategia del “chiodo scaccia chiodo”

Vecchia come il mondo, questa strategia porta ad aprirsi, cercare altre persone con il fine di rimuovere il dolore o spostare il pensiero da un punto a un altro, da un dolore a qualcosa di nuovo. Il “chiodo”, nel linguaggio comune, indica sempre qualcosa di doloroso e fastidioso: una preoccupazione legata alla sfera sentimentale che ti logora e che vuoi “far fuori”, toglierti. Ecco che allora afferri un ipotetico martello e ci dai sopra mettendo un altro nuovo chiodo, nella speranza che il cruccio precedente svanisca. Questa espressione ha origini latine e la ritroviamo nelle Tusculanae di Cicerone e ha sempre viaggiato nella letteratura arrivando a comparire nelle Rime di Guittone d’Arezzo, nel Trionfo d’Amore di Petrarca e nell’Orlando Furioso di Ariosto.

A volte questa tecnica funziona soprattutto dal punto di vista del rinnovamento, della voglia di rimettersi in gioco. Essenzialmente ti viene la voglia di rifarti bella, di valorizzarti, di darti un tono e rimetterti in una posizione di apertura. Il rischio maggiore? Che qualcuno si innamori molto e prenda la cosa seriamente da subito, mentre tu magari ti stai solo muovendo per dimenticare o accantonare e non hai nessunissima intenzione di coinvolgerti. Per questo sarebbe il caso di comunicare, mettere in chiaro le intenzioni da subito, senza escludere nulla ma anche senza illudere. A volte uscire con qualcuno ci serve a stemperare, raffreddare i bollenti spiriti. A volte ci fa venire frustrazione, se non riusciamo a lasciar andare la persona che abbiamo in testa. Altre volte, se incontriamo qualcuno che, come noi, vuole vivere in leggerezza un rapporto, si potrebbero creare le condizioni per vivere e risolvere alcuni aspetti emozionali passando per incontri semplici, che possono o meno evolvere in altro.

Quando non funziona

Chiodo schiaccia chiodo non funziona se pensi di voler creare una relazione stabile a partire dalla voglia di farne fuori una precedente. Rischi di creare condizioni di ancora maggiore disequilibrio e accumulo di sentimenti non positivi. Costruire a partire dalla voglia di distruggere qualcosa di precedente diventa molto difficile, quasi impossibile. Scattano tanti meccanismi come il principe e distruttivo tra tutti: il confronto, il paragone. Stare sempre a paragonare non ti aiuta e ti mette nelle condizioni di sofferenza mentale inevitabile. Meglio lasciare spazio, anche per potersi dare il tempo di aprire le porte veramente a qualcuno e godersi la fine di un ciclo.

Allora sarebbe molto meglio imparare a stare da sola. Distrarsi, sicuramente, con tempo, calma, cibo, amici, eventi, libri, cose da conoscere e scoprire, posti da visitare. Avere il coraggio di conoscere te stessa, rinnovarti, con l’immenso potere che caratterizza le donne, quello di rinascere sempre a se stesse e alle situazioni. In questo modo ti eviti l’illusione di allontanare velocemente magari qualcosa in cui avevi investito e in cui avevi riposto tantissime speranze ed energie. Molto meglio che si ricostruiscano i “mattoni grandi”, i sassi importanti, quelle parti solide di noi che ci porteremo dietro sempre e che dopo una rottura importante subiscono degli smottamenti. Molto spesso, meglio di un chiodo scaccia chiodo o di un sesso fatto senza sentimento, conviene ricorrere al lavoro fisico, all’orto, alla scoperta di interessi nuovi, alla cosmesi e soprattutto allo sport, che ci consente di togliere rabbia in eccesso e spazzare via la tristezza attraverso l’uso consapevole del nostro corpo.

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