Quante volte ci siamo districate tra i mille impegni quotidiani per riuscire, nell’arco della giornata a occuparci di lavoro, famiglia e casa? Probabilmente è di questo che sono fatte le nostre giornate, doveri su doveri che riguardano, non solo la sfera professionale, ma anche la gestione delle attività domestiche e dei figli.
E il tempo per noi stesse e le nostre passioni resta solo un lontano ricordo. Ma perché dobbiamo pensare sempre a tutto noi? In realtà non c’è una risposta a questa domanda, semplicemente perché non è così che dovrebbe andare. Non abbiamo firmato nessun patto di sangue, né tanto meno sulla nostra persona vige una qualche maledizione che ci obbliga a tutto ciò; quindi no, non dobbiamo e non possiamo rassegnarci a questo.
La prima cosa da fare è dire addio a tutti quegli stereotipi che riguardano la società moderna. Pazienza se non siamo delle mogli e delle madri perfette, figuriamoci se dobbiamo diventare le regine delle casa solo perché qualcuno lo ha deciso per noi: il nostro ruolo nella società lo scegliamo noi in base ai nostri sogni e agli obbiettivi di vita, e non certo solo per seguire qualche obsoleto preconcetto.
Questo carico di cui ci prendiamo onere e onori e che riguarda tutta la gestione della casa e della famiglia non deve gravare solo sulle nostre spalle, ma al contrario deve essere condiviso con il compagno e anche con i nostri figli. Al contrario rischiamo di andare incontro a un esaurimento su tutta la linea.
Essere una famiglia, vuol dire essere anche essere una squadra e in nessuna di queste si è mai vista un solo giocatore a occuparsi di tutto. Quindi impariamo a dividere i compiti tra i membri della famiglia, coinvolgiamo anche i più piccoli nelle faccende domestiche, così li educheremo alla responsabilità e all’indipendenza. E soprattutto spieghiamo alle nostre bambine che non è così che funziona il mondo.
Diventiamo per loro un modello da seguire, dimostriamogli con i nostri stessi atteggiamenti che la famiglia e il focolare non sono il nostro regno e che non dobbiamo rinunciare alla carriera, al lavoro o alle passioni per correre a casa ogni volta che c’è un problema, o restare sveglie fino a tardi per cucinare, fare la lavatrice e organizzare la casa.
Annulliamo per sempre quel paragone con Wonder Woman, perché no, i poteri magici davvero non li abbiamo. E soprattutto condividiamo con i nostri compagni tutto questo. Eliminiamo dalla loro testa che siamo noi le addette all’organizzazione della casa: non devono chiedere a noi cosa fare, ma adoperarsi su quello che c’è da fare.
Nel libro Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano, porzioni di vita accompagnate da stereotipi vengono raccontate, e probabilmente un po’ tutte ci siamo ritrovate proprio in quelle situazioni. Momenti nei quali, rassegnate dalla mancanza di aiuto, assecondiamo la convinzione di dover fare tutto noi per non sbottare ed essere definite isteriche.
Non lasciamo che il nostro partner ci risponda “bastava chiedere”; abbiamo il diritto e il dovere di non subire quel carico mentale. Le conseguenze? Stress, tensioni nella coppia, perdita di fiducia in noi stesse e abbandono di sogni e desideri. Non è questo quello che vogliamo, vero?