Come scegliere un allevamento per cani e gatti, gli errori da non commettere

Saper scegliere un allevamento per cani e gatti non è scontato: ecco a cosa bisogna prestare attenzione e perché

Pubblicato: 31 Agosto 2024 22:15

Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videoreporter

Giornalista pubblicista, videoreporter, copywriter e content editor. Si occupa di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società.

Adottare è per la vita e presuppone una presa di coscienza e un atto di responsabilità. Scegliere un allevamento per cani e gatti serio e certificato non è sempre facile, ma ci sono degli accorgimenti da prendere che possono quasi azzerare il rischio di truffe.

Posto il fatto che un’adozione del cuore in gattile o in canile può fare la differenza per un esemplare altrimenti destinato a una vita in gabbia, se si vuole un animale domestico di razza è importante rivolgersi a professionisti del settore. In questo modo si combatte anche il traffico illegale di cuccioli.

Perché il traffico illegale di cani e gatti è pericoloso

Scegliere un allevamento per cani e gatti in maniera responsabile è importante per garantire il benessere degli animali, evitare la diffusione di malattie e le truffe economiche. Perché per un professionista serio i cuccioli non sono soltanto un mezzo per ricavare profitto. L’illegalità subentra nel momento in cui non si rispettano determinate regole:

Se non si rispettano le leggi in materia di commercio di animali domestici, sono previste sanzioni dai tremila ai quindicimila euro e la reclusione dai tre mesi ai dodici mesi. Si parla di numeri importanti, in Europa 46mila cuccioli sono vittime del commercio illegale ogni mese. Provengono soprattutto da Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Serbia e Slovacchia. Sono diretti in Italia, Germania, Gran Bretagna, Belgio, Spagna, Austria, Francia e Norvegia. Fondamentale quindi è non cadere nelle trappole dei finti annunci online e accertarsi della serietà degli allevatori.

Come scegliere un buon allevamento

Un primo segno che dovrebbe fare diffidare è il numero eccessivo di razze. I centri che si occupano di allevare decine di razze differenti è difficile che lo faccia seriamente. Di norma sono al massimo due o tre le specializzazioni di un singolo allevatore. Inoltre è sospetto un centro con esemplari disponibili per la vendita in qualsiasi periodo dell’anno oppure con tempi di attesa molto brevi.

È importante visitare prima l’allevamento e chiedere un colloquio conoscitivo del personale e degli esemplari. In questo frangente si cerca di capire come vengono tenuti i cani e i gatti, se sono vittime del reato di maltrattamento sugli animali e se sono muniti sia di microchip che di libretto sanitario in regola.

Si deve pretendere di conoscere anche la madre dell’eventuale cucciolo d’acquistare. Sia per verificarne lo stato di salute che per essere certi che il distacco dal piccolo non sia precoce. Questo infatti potrebbe causare sofferenze in entrambi gli animali e futuri problemi comportamentali legati a una scorretta socializzazione.

Un allevatore che ha fretta di vendere i propri cani e gatti, a un prezzo basso non denota professionalità. Inoltre deve rispondere di eventuali patologie anche dopo mesi dall’acquisto. Non sono necessarie spese in più per conoscere il libro genealogico degli animali, di norma gli esemplari sono iscritti all’anagrafe di riferimento sin dalla nascita e il loro pedigree dovrebbe essere consultabile a prescindere da eventuali somme di denaro.

Cosa verificare prima di comprare un cane o un gatto

Scegliere un allevamento per cani e gatti serio e qualificato non è facile, ma nemmeno impossibile. L’allevatore, per essere definito tale e non una mera persona che pensa solo ed esclusivamente al profitto, deve fare il proprio lavoro con passione e dedizione. Un elemento distintivo è dato dagli alti livelli di sicurezza e igiene. La salute degli animali viene prima di tutto e per questo anche la preparazione del veterinario che collabora con la struttura è prioritaria.

Quali e quanti cani o gatti ci sono? Se la risposta è due o tre razze al massimo vuol dire che si è di fronte a un allevamento con standard qualitativi elevati. Anche il numero di cagnoline o gatte deve essere limitato, cinque al massimo in età riproduttiva: far nascere troppi cuccioli infatti va a inficiare sulla cura e l’attenzione messe nel crescerli prima di darli in adozione.

La presenza di esemplari adulti ormai in pensione denota un amore vero nei confronti degli animali. Non vengono visti solo come un mezzo di guadagno, ma come esseri viventi che meritano dignità e cure anche una volta finito il loro compito originario.

Inoltre, se l’allevatore è serio permette di incontrare entrambi i genitori del cucciolo che si ha intenzione di portare a casa con sé: non ha nulla da nascondere sulla discendenza e vuole dimostrare che tutto è stato fatto nell’interesse di uno sviluppo sano dei cuccioli. Un professionista certificato, poi, non ha alcun problema a rilasciare tutti i documenti necessari per una vendita in regola. Ogni esemplare deve avere:

Se l’allevamento ha degli esemplari da esposizione da mostrare per far vedere il risultato della selezione riproduttiva è un dettaglio in più a favore, ma non è un elemento di giudizio indispensabile. In definitiva, solo vedendo con i propri occhi la struttura e il modo di lavorare dei gestori si può avere un’idea chiara sul grado di affidabilità. Un allevatore che non viene tenuto dai propri cani e gatti è una persona che ha trasformato il proprio mestiere in passione. Infine animali sereni e senza traumi sono la prova del nove.

La differenza fra allevamento amatoriale e professionale

Per scegliere un allevamento per cani o gatti si deve conoscere anche la distinzione fra amatoriale e professionale. Il primo nasce per diletto e non necessita di qualifiche professionali, tuttavia deve rispettare i parametri previsti dalla legge n. 349 del 1993. Non ha obblighi fiscali se alleva meno di cinque fattrici e/o trenta cuccioli l’anno, non deve aprire la partita IVA, né deve avere autorizzazioni sanitarie, ma può essere soggetto a controlli da parte dell’Asl.

Un allevatore professionale è un imprenditore agricolo se i guadagni che derivano da allevamento, selezione e addestramento delle razze sono superiori rispetto a quelli ricavati da occupazioni differenti. Deve avere la partita IVA ed essere iscritto alla Camera di Commercio, deve avere l’autorizzazione sanitaria dell’Asl, il registro di carico e scarico per la movimentazione di cuccioli e adulti, quello degli interventi sanitari e quello di scarico dei rifiuti. Inoltre deve possedere la certificazione d’inizio attività allo Sportello unico per le attività produttive. Infine, il professionista ha costi fissi di mantenimento della struttura e dei suoi animali anche quando non ha cuccioli da vendere.

Fonti bibliografiche

Regolamento Com 769 del 2023 volto al benessere dei cani e dei gatti e alla loro tracciabilità

Legge n. 349 del 1993 – Norme in materia di attività cinotecnica

Enci – Ente nazionale cinofilia italiana

Enfi – Ente nazionale felinotecnica italiana

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