Riciclare il pelo del cane: tutti i modi per riutilizzarlo e trasformarlo in lana

Riciclare il pelo del cane non solo è possibile, ma è anche funzionale. Ecco tutto quello che si deve sapere su impieghi e processi

Pubblicato: 22 Novembre 2024 16:52

Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videoreporter

Giornalista pubblicista, videoreporter, copywriter e content editor. Si occupa di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società.

Chiunque abbia un animale domestico sa bene quanto invasivo sia il pelo, compreso quello del cane. Lo si ritrova ovunque e l’aspirapolvere diventa un alleato imprescindibile. Non tutti sanno, però, che ciò che viene lasciato in giro per casa si può riciclare in diversi modi. Attenzione, però:  a essere particolarmente prezioso e utile è il sottopelo.

Contrariamente a quanto si possa immaginare a primo acchito, non è solo la lana che si può ottenere dal riutilizzo del mantello del proprio cane. Può avere anche un ruolo ecologico e di protezione per altri animali. Ma vediamo nel dettaglio cosa si può fare e in che maniera.

Cosa fare con il pelo del cane

Le pellicce per gli amanti degli animali sono aberranti e ormai superate, ma quando si parla di riciclare il pelo del cane si fa riferimento a procedure assolutamente cruelty free e rispettose dell’ambiente. Principalmente sono quattro i riutilizzi possibili:

Forse è difficile da credere, ma dal mantello del cane è possibile ricavare una lana anche più morbida del cachemire. L’ideale è farlo con un esemplare a pelo lungo, lo sanno bene gli eschimesi e i lapponi che per secoli hanno filato il sottopelo dei propri cani da slitta per ricavarne indumenti talmente pesanti da riuscire a proteggerli dalle temperature rigide di certi luoghi.

Per rendere tutto più semplice e igienico si approfitta di ciò che rimane fra i denti delle spazzole. Evitando di tosare il cane. Indicativamente ne servono dai 70 ai 110 grammi per un cappello; dai 200 ai 500 grammi per ottenere una sciarpa; dai 1300 ai 1500 per un maglione e dai 1200-1700g per un giaccone.

Dopodiché è consigliabile affidarsi a qualcuno specializzato nella produzione di lana. Saranno loro a occuparsi della lavatura, della cardatura, della filatura e della binatura (altrimenti detta avvolgitura). Attraverso gli stessi strumenti che si usano per lavorare la lana di pecora si può trasformare quella di cane in un indumento alla moda e dal forte valore affettivo.

Come prelevare e conservare il sottopelo del cane

Per riciclare il pelo del cane si ricorre al sottopelo, perché la parte superiore del mantello è troppo spessa e ispida per riuscire a ottenere un risultato soffice al tatto e gradevole a contatto con la pelle. Inoltre è meglio evitare quello della testa e delle zampe, spesso troppo corto e impossibile da filare. 

Anche la cura nello scartare le impurità gioca un ruolo determinante. Semi, foglie e altri residui vanno eliminati prima che secchino, altrimenti durante la cardatura si mischiano inevitabilmente al filato e lo rendono meno morbido. 

Il sottopelo non va pressato, ma sfilacciato con le mani fino al raggiungimento di una specie di nuvoletta. Va conservato in sacchetti o recipienti di carta, evitando quello di plastica. Poi non va assolutamente trattato con il talco o altri prodotti per il lavaggio a secco.

Come riutilizzare il pelo del cane: non solo abbigliamento

Anche per gli uccelli questo ‘filato’ può essere molto utile. Si presta molto bene alla costruzione di nidi. Chi ha un giardino, quindi, può raccoglierlo e lasciarlo fra i cespugli, anche all’interno di un contenitore facilmente raggiungibile. Sarà certo che i volatili che lo noteranno non se lo lasceranno scappare e approfitteranno del ritrovamento di un bottino davvero prezioso.

Inoltre, uno studio risalente al 2018 ha dimostrato come i capelli e i peli del cane possano essere impiegati per assorbire sostanze oleose “3-9 volte il loro peso”. Per tale ragione, sono utilizzati per ripulire le acque del mare nel caso si verifichino delle perdite di petrolio. Lo sanno bene molti toelettatori di animali che, invece di buttarli, li donano a organizzazioni ambientaliste e cercano di fare la propria parte per contrastare l’inquinamento.

In ultimo, se proprio si vuole buttare il pelo morto, è importante sapere che può essere gettato nel compost e dunque poi riutilizzato per concimare il terreno. Metterlo fra la terra del proprio giardino, inoltre, tiene alla larga alcuni animali che reputano l’odore sgradevole.

Riciclare il pelo del cane: le razze migliori

Alla luce della tipologia più idonea per riciclare il pelo del cane, ci sono alcune razze il cui pelo si presta meglio. Il sottopelo, infatti, è abbastanza lungo e soffice da semplificare il lavoro. Fra queste ci sono: 

Inoltre, anche la pelliccia degli esemplari meticci può essere adatta agli scopi appena descritti. L’importante è che il sottopelo sia abbondante e lungo almeno 2 centimetri. Una precisazione è d’obbligo. Per quanto faccia piacere poter riciclare il pelo del cane, è bene fare attenzione che non ne perda troppo: in questi casi potrebbe trattarsi di alopecia ed è necessario il consulto del veterinario di fiducia.

Come togliere il pelo del cane dal divano

Posto il fatto che per riutilizzare parte del mantello del proprio animale domestico è necessario che sia il più possibile scevro da impurità, spesso il luogo dove maggiormente si annidano i peli è il divano o qualsiasi altra superficie dove ama riposare e lasciarsi coccolare. 

Per rimuoverli è necessario munirsi di una spazzola pensata per le tappezzerie. Spesso quelle in commercio hanno anche un contenitore che, se mantenuto pulito, può conservare il pelo raccolto e preservarlo nell’attesa che venga riposto in una busta di carta.

Anche un aspirapolvere potente o una scopa con setole di gomma possono essere efficaci. Ma, se l’obiettivo e riciclare il pelo, non possono essere gli stessi che si usano per spazzare il pavimento. In alternativa possono rivelarsi utili le calze di nylon o i collant: è sufficiente utilizzarli a mo’ di guanto per usufruire del loro potere elettrostatico. 

Con questi piccoli trucchetti si rende facile un compito che è sempre stato davvero ingrato e, oltretutto, si fa qualcosa di buono per l’ambiente e le proprie tasche: se, invece di comprare un maglione, lo si fa realizzare con i peli del proprio cane si risparmia sul costo della materia prima e si non si contribuisce ad alimentare la filiera della fast-fashion, un tipo di mercato che non è sicuramente famoso per l’attenzione all’ecologia. Se poi si vuole pensare al benessere di un volatile o del mare, si può pensare a un altro degli impieghi descritti in precedenza.

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