Cosa fare se il tuo cane soffre di crisi epilettiche

L'epilessia può spaventare ma con le giuste informazioni si può garantire al proprio cane una vita piena e appagante: ne parliamo nei prossimi paragrafi.

Pubblicato: 2 Febbraio 2024 16:26

Eleonora Toresi

Veterinaria

Amante sin da bambina degli animali, a 16 anni decide di diventare veterinaria. Si trasferisce in Spagna a studiare, prima a Lugo poi a Madrid, specializzandosi in medicina felina. Per DiLei scrive nella sezione Pets.

L’epilessia nel cane è una patologia neurologica che fa solitamente molta paura, in quanto caratterizzata da vere e proprie crisi convulsive. A cosa è dovuta questa malattia? In questo articolo andremo alla scoperta delle convulsioni di origine epilettica nei cani e di come trattarle per garantire ai nostri amici a quattro zampe una vita serena. 

Come riconoscere un attacco epilettico nel cane 

La crisi epilettica viene scatenata da una stimolazione eccessiva che i neuroni subiscono per opera dei neurotrasmettitori, impegnati – in modo anomalo – a portarli oltre il limite previsto. L’attacco epilettico si sviluppa in più fasi, vediamole insieme. 

Le cause dell’epilessia

Sono molte le cause che possono portare all’epilessia, a partire da alcune patologie, per arrivare ad anomalie legate al patrimonio genetico del cane. Ecco le principali circostanze in cui possono manifestarsi attacchi convulsivi di origine epilettica. 

Altre circostanze, che possono scatenare crisi epilettiche ma non sono direttamente correlate a delle malattie o a predisposizioni genetiche del cane, sono le situazioni di eccessivo stress, insufficiente riposo, o l’eccessiva stimolazione visiva e acustica.  

Epilessia idiopatica 

Vi è poi l’epilessia idiopatica, che si verifica quando alla base non vi è nessuna causa specifica e nessun disturbo apparente. Tuttavia, sono stati individuati alcuni casi in cui questa tipologia insorge con più frequenza, come quello delle razze canine più predisposte, come – ad esempio – il Pastore tedesco, il Pastore belga, il San Bernardo, il Labrador Retriever, il Golden Retriever e il Rottweiler. È bene specificare che questa forma di epilessia è più comune nei soggetti che presentano un’età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni. 

Tipologia di crisi e sintomi 

L’epilessia può dare vita a differenti sintomi, in base alla tipologia di crisi che affligge il cane. Vediamole insieme. 

In questi casi, è fondamentale cercare assistenza veterinaria affinché venga determinata la causa della crisi e venga prescritto un trattamento, per prevenire o ridurre la frequenza delle crisi stesse.  

Classificazione delle crisi in base alla frequenza

Le crisi epilettiche possono essere classificate anche in base alla frequenza 

È possibile distinguere, infatti, tra episodi di crisi isolate – che si verificano con intervalli di oltre un giorno tra l’una e l’altra – e “cluster di crisi”, detti anche a grappolo, che riguardano manifestazioni ravvicinate, a distanza di meno di 24 ore.

Infine, vi è lo stato epilettico, quando l’attacco convulsivo si protrae oltre 5 minuti e si ripete senza un recupero di coscienza tra un episodio e l’altro.  

Lo stato di Male Epilettico  

Lo stato di Male Epilettico merita un approfondimento ad hoc. Si tratta, infatti, di una condizione molto seria, capace di causare al cane danni cerebrali irreversibili oppure, nei casi più gravi, portare addirittura alla morte del piccolo. 

Per questo, di fronte al manifestarsi di una crisi epilettica a grappolo, è assolutamente essenziale recarsi presso una struttura veterinaria senza indugio. Il cane, infatti, dovrà essere soccorso prontamente e assistito attraverso la somministrazione di farmaci anticonvulsivanti, dati per via endovenosa. Tale terapia mira a sopprimere le crisi e a prevenire l’insorgenza di danni irreversibili. 

Cosa fare se il tuo cane ha una crisi epilettica 

Assistere a una crisi epilettica canina può risultare davvero sconvolgente, ma è essenziale mantenere la calma. Prima di tutto, è importante ricordare che il cane non ha consapevolezza di sé, quindi non comprende ciò che gli sta accadendo e non prova alcun dolore. 

Durante questi momenti, è consigliabile osservare attentamente la crisi e prendere nota dei tempi, dei comportamenti del cane, dei sintomi e di qualsiasi informazione che potrebbe essere utile al veterinario. Un’ottima pratica sarebbe registrare la crisi con il telefono cellulare, consentendo al medico di esaminare direttamente la sintomatologia. 

Oltre a mantenere la calma, è fondamentale separare gli altri animali presenti in casa durante l’attacco convulsivo, in modo da evitare che si spaventino e cerchino di interagire con il loro compagno durante la crisi. Inoltre, è consigliabile evitare di abbracciare o accarezzare il cane, poiché, essendo privo di coscienza di sé, potrebbe reagire mordendo. 

I consigli del veterinario 

Il primo suggerimento cruciale è mantenere la calma. Di solito, la prima crisi ha una durata breve di alcuni secondi o pochi minuti. Dopodiché, il cane gradualmente ritorna alla normalità. 

Presta attenzione affinché il tuo piccolo amico non urti mobili o oggetti pericolosi durante le convulsioni. Tieni a mente che, a differenza degli esseri umani, non è necessario far protrudere la lingua del cane durante una crisi, infatti, non corre il rischio di soffocamento. Inoltre, fai particolare attenzione a non avvicinare le mani alla bocca del tuo cagnolino, perché durante la crisi potrebbe morderti per errore. 

Consulta prima possibile il tuo veterinario di fiducia o una struttura specializzata in neurologia canina, per ottenere assistenza nella diagnosi di questa patologia e ricevere la terapia più adeguata. 

Si può convivere con l’epilessia canina?  

L’impatto dell’epilessia sulla qualità di vita del cane varia notevolmente in base alla sua causa. Se, ad esempio, questa condizione è causata da un tumore, la rimozione del tumore potrebbe risolvere il problema. Tuttavia, se le crisi epilettiche sono croniche o si verificano frequentemente, potrebbe esserci un danno neurologico sottostante. Per i cani che soffrono di attacchi convulsivi sporadici o senza cause genetiche e tumorali evidenti, il trattamento è generalmente ambulatoriale.  

Solitamente, si monitorano eventuali danni subiti e si somministra una terapia. La strada farmacologica, se ben gestita, può aiutare il piccolo a mantenere una qualità di vita pressoché normale, anche se è molto importante tenere sempre sotto controllo il peso del cane, poiché i farmaci antiepilettici possono portare a un aumento. 

Inoltre, generalmente ogni 6-12 mesi, è essenziale monitorare i livelli dei farmaci antiepilettici presenti nel sangue attraverso le analisi, per assicurarsi che la terapia sia efficace. 

In definitiva, l’epilessia nei cani è una condizione molto complessa e con molte sfaccettature. Le convulsioni, come abbiamo visto, possono variare in termini di gravità e frequenza; tuttavia, con la giusta gestione e il supporto di un veterinario di fiducia, molti cani possono continuare a condurre una vita normale e del tutto soddisfacente.  

Dunque, possiamo affermare che con cura, amore e un adeguato piano di gestione, i nostri amici a quattro zampe potranno convivere con l’epilessia canina. 

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