I segni della tastiera: cosa significano i trattini sotto la F e la J?

I segni in rilievo sui tasti F e J della tastiera hanno una funzione ben precisa: servono alle dattilografe e agevolano i non vedenti, ma non solo

Pubblicato: 25 Febbraio 2016 18:35Aggiornato: 19 agosto 2024 17:09

Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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I segni della tastiera

La usiamo da più di un secolo: la tastiera QWERTY è uguale in ogni PC, l’ordine dei tasti è sempre lo stesso e non cambia. Non importa se usiamo un PC o un Mac, o ancora uno smartphone o un tablet. La sequenza parte da sinistra verso destra della prima riga di lettere, e l’ordine QWERTY è nato proprio dall’esigenza di risolvere i problemi meccanici che affliggevano le prime macchine da scrivere. Ma c’è una caratteristica “nascosta” che accomuna tutte le tastiere, ed è presente nella riga centrale delle lettere, proprio in corrispondenza della F e della J. Avete mai notato quelle piccole righe in rilievo? Se non sapete cosa sono, ve lo spieghiamo noi (è presente anche sul numero 5 della tastiera!).

Cosa sono i trattini sotto la F e la J: a cosa servono

Queste righe, oltre che ai non vedenti, servono anche a chi utilizza il computer in modo professionale e sa diteggiare senza guardare la tastiera: contabili, segretarie, dattilografe, programmatori. E sono solo alcune di queste categorie! Scrivere senza guardare non è solo un’abitudine, ma un metodo per velocizzare il lavoro: continuare a leggere un documento mentre lo si sta trascrivendo sul proprio editor di trattamento testi aumenta notevolmente la velocità della scrittura non manuale.

La memoria visiva aiuta i lavoratori a ricordare la disposizione delle lettere sulla tastiera. Il cervello, però, ha bisogno di un punto di riferimento per disporre le dita correttamente: il mignolo sinistro sulla A, l’anulare sinistro sulla S, i pollici sulla barra spaziatrice e così via. Il punto di riferimento è dato proprio dalle due righe orizzontali in rilievo in corrispondenza della F e della J. Quando i “professionisti della tastiera” scrivono, posizionano sempre i pollici sulla barra spaziatrice, l’indice sinistro sulla F e l’indice destro sulla J e le altre dita sulle lettere adiacenti. Il tatto percepisce il rilievo su questi tasti e il cervello è guidato nel disporre le restanti otto dita sul tasto convenzionalmente loro assegnato.

Il cervello, però, può essere ingannato. Dal sistema QWERTY sono derivati vari tipi di tastiera, con una disposizione delle lettere leggermente diversa da caso a caso. Ogni tastiera prende il nome o dal suo inventore, come nel caso della “tastiera Dvorak”, o dal Paese in cui essa è utilizzata: tedesca, italiana, francese e altri ancora. Sostituendo la tastiera a cui si è abituati con una di tipo diverso è più facile sbagliare, ovviamente. Il cervello, infatti, ha bisogno di tempo per abituarsi alla nuova disposizione. In genere, sono sufficienti pochi giorni di utilizzo della nuova tastiera per superare il problema e tornare alla velocità abituale. E, nel mondo frenetico di oggi, è davvero importantissimo.

Orientamento tattile

Tra l’altro, sempre per rispondere alle esigenze dell’orientamento tattile, troviamo un rilievo anche sul numero 5 della tastierina numerica, che è posto esattamente alla destra della tastiera alfabetica. Il nostro cervello registra continuamente i movimenti che facciamo al PC, ed è il motivo per cui siamo maggiormente abituati a usare la mano sinistra per premere sulla A, sulla S, sulla D e sulla F; invece, la mano destra per premere la L, la K, la J e la O.

La storia della tastiera QWERTY

Sapete chi ha inventato la tastiera QWERTY? Christopher Latham Sholes e i suoi soci, esattamente il 1° marzo 1873, quando hanno firmato un contratto con la Remington, così da produrre subito delle nuove macchine da scrivere. Sebbene oggi le macchine da scrivere siano perlopiù destinate agli amanti del collezionismo, il dominio della QWERTY sussiste tutt’oggi, e abbiamo visto il motivo: facilita il lavoro di chi si occupa della scrittura. Sebbene la tastiera QWERTY sia stata inventata da Christopher Latham Sholes, il sistema è stato ideato da June E. Botich, e rappresenta ad oggi la base per la scrittura a tastiera cieca.

Cos’è la scrittura a tastiera cieca

A tal proposito, visto che l’abbiamo menzionata, può essere utile sapere cos’è la scrittura a tastiera cieca, ovvero una modalità di dattilografia che ci permette di scrivere senza guardare la tastiera. Non abbassiamo in alcun modo lo sguardo verso il basso, eppure siamo allenati mediante la memoria e il tatto. Questo metodo di scrittura prevede l’uso delle dieci dita: l’invenzione del metodo si deve a Frank McGurrin, stenografo legale di Salt Lake City. Di fatto, ai tempi, era l’unica persona al mondo a saper scrivere senza guardare la tastiera (vinse addirittura una gara nazionale di dattilografia a Cincinnati). E pensare che oggi, chi più, chi meno, siamo tutti abituati a premere i tasti sulla tastiera senza guardare…

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