Chi è Sofia Corradi, la professoressa che ha inventato l’Erasmus

Conosciuta come "Mamma Erasmus" - il programma nato da una delusione - vi diciamo chi è Sofia Corradi: biografia e curiosità

Pubblicato: 6 Maggio 2016 09:48Aggiornato: 31 agosto 2024 10:44

Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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Fonte: Ansa
Sofia Corradi

Tra le donne che hanno fatto la storia, tra le figure più importanti in Italia, Sofia Corradi è “Mamma Erasmus”: è stata lei a ideare il Programma Erasmus, lo stesso che consente un interscambio tra le università in Europa, nel 1987. Scopriamo la vita di una donna fortissima, con 5 milioni di “figli”, tutti quegli studenti che nel corso degli ultimi decenni sono partiti per un’esperienza che cambia profondamente la vita.

Chi è Sofia Corradi: biografia

L’idea di viaggiare per accrescere il proprio bagaglio culturale? Lo hanno fatto i ricchi aristocratici, ma persino Giulio Cesare, con l’intento di approfondire la cultura greca. Certo, in determinati periodi storici solamente chi poteva disporre di un’ingente somma di denaro poteva viaggiare per conoscere altre culture ed espandere la propria mente. Oggi, però, il programma ErasmusEuropean Region Action Scheme for the Mobility of University Students – è realtà, per molti. E ad averlo ideato è stata Sofia Corradi nel 1987.

Un progetto che, di fatto, è nato da una profonda delusione, dalla voglia di riscatto. Proprio così: “Mamma Erasmus”, così è chiamata dai suoi studenti, è nata a Roma il 5 settembre 1934 e ha studiato Giurisprudenza all’Università La Sapienza.

La nascita del programma Erasmus da una delusione

L’idea dell’Erasmus è stata concepita nel periodo in cui ha studiato negli Stati Uniti con la borsa di studio Fulbright, nel 1957: ha trascorso un anno alla Columbia University di New York, conseguendo un Master in diritto comparato. Una volta tornata a Roma, però, la segretaria dell’ateneo non voleva convalidarle gli esami fatti all’estero. Guardata con disprezzo, è in quel momento che Sofia Corradi ha deciso di creare qualcosa di grande: un evento che le ha permesso di costruire il primo mattone per l’Erasmus, dando a tutti gli studenti la possibilità di convalidare gli esami realizzati all’estero. Per 18 anni, la Corradi ha inviato lettere a rettori, docenti, politici, europarlamentari.

Il memorandum, predisposto nel 1969, recitava: “Lo studente, anche se non appartenente a famiglia residente all’estero, può chiedere di svolgere parte del suo piano di studio presso università straniere, presentandolo all’approvazione del Consiglio di Facoltà in preventivo. Il Consiglio di Facoltà potrà dichiarare l’equivalenza, che diventerà effettiva dopo che lo studente avrà prodotto la documentazione degli studi compiuti all’estero”. Ci sono voluti anni, tuttavia, per realizzare quel progetto ambizioso quanto umano: il Programma Erasmus sarebbe diventato tale solo nel 1987. Per il suo operato, la docente ha ricevuto il prestigioso Premio Carlo V: la consegna ufficiale è avvenuta alla presenza di Re Felipe di Spagna.

Il pensiero di Sofia Corradi sul programma non è mai cambiato ma, anzi, si è evoluto al passo con i tempi. “L’Erasmus cambia la personalità, sviluppa il pensiero critico, il modo di guardare al prossimo”. Caratteristiche che, in effetti, hanno un impatto sulla vita professionale dei futuri lavoratori. E il soprannome “Mamma Erasmus” non è un caso: lei si sente proprio così, perché, anche se il programma è nato da un “no” sfrontato e da una delusione cocente, per 18 anni ha lottato per realizzare il progetto. “L’ho fatto con spirito materno, come ogni mamma prova a rendere migliore il futuro dei propri figli”.

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