I termini “moda etica” e moda sostenibile” spesso vengono utilizzati in modo indifferenziato o dando per scontato che una cosa implichi l’altra e viceversa. Non è esattamente così: vediamo insieme perché in modo facile.
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Cosa significa moda etica
La moda etica è un sistema che dà importanza a chi è coinvolto nel processo di realizzazione di un capo. Le prime a cui si pensa sono le persone che fisicamente tagliano e cuciono i vestiti, ma il percorso è molto più lungo di così. Prima di essere confezionato e di diventare un abito, quel tessuto è stato filato. E ancora prima, qualcuno ha raccolto i fiocchi di cotone, ha tosato la lana, ha filato e lavorato la seta o il lino, solo per citare qualche materiale comunemente usato. La moda etica si preoccupa che tutte le persone coinvolte vengano retribuite in modo equo e che lavorino in condizioni di lavoro dignitose. Per esteso, si può allargare questo concetto anche ad eventuali animali coinvolti: le pecore per le lane ad esempio, o i bachi per la seta, o la pelle per abbigliamento e accessori.
Cosa significa moda sostenibile
La moda sostenibile invece è quella che cerca di avere il minore impatto ambientale possibile. Anche qui, i passaggi in tutta la filiera sono tantissimi: dalla realizzazione del filato, alla tintura, al finissaggio per finire poi con lo smaltimento del capo a fine vita (cosa a cui molto pochi pensano), solo per citarne alcuni. Ognuno di questi passaggi può essere realizzato con maggiore o minore impiego (e spreco) di acqua o energie, quindi può essere più o meno sostenibile.
E quindi come si possono distinguere?
Il mio suggerimento è quello di fare attenzione: molto spesso, la moda definita sostenibile può non essere etica e quella etica potrebbe non essere sostenibile. Valutate quindi bene quello che acquistate, leggete con cura le etichette, controllate dove vengono realizzati i vostri capi (il made in) e come (eventuali certificazioni). E ricordate sempre: il capo più sostenibile è quello che non acquistate!
Esempi di moda etica e moda sostenibile
Partendo dal presupposto che molto spesso i piccoli brand che producono in modo etico hanno anche una filiera molto controllata, potrebbero però non essere etici fino in fondo o completamente sostenibili. Tracciare tutta la filiera infatti è moto complicato e spesso i piccoli brand indipendenti non possono nemmeno permettersi le di far certificare i propri prodotti, che magari sono realizzati in modo impeccabile, dall’inizio alla fine. La cosa migliore da fare quindi è quella di chiedere sempre delucidazioni direttamente all’azienda, facendo attenzione a non cadere nel tranello del greenwashing.
Degli esempi d brand trasparenti su tutta la loro filiera sono Patagonia, brand sportivo attentissimo ad ogni singolo passaggio della propria produzione, o Veja, brand di sneakers per cui viene specificato per ogni singolo modello in che materiale è fatto, come e dove viene realizzato e che risparmio energetico c’è stato.