Dress You Can, un armadio infinito per tutte

Dress You Can, esperimento italiano di noleggio abiti e scarpe, dove condividere i propri e affittare un capo per una occasione speciale. Prezzi contenuti per un’economia sostenibile

Pubblicato: 13 Novembre 2018 12:05Aggiornato: 22 marzo 2021 10:40

Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Avete sempre sognato di indossare un abito firmato ma non ne avevate la possibilità? O quante volte avete sospirato guardando  le meravigliose scarpe delle celeb, indossate sui red carpet, ma il vostro portafoglio non arrivava a tanto? Finalmente, anche in Italia è nata la possibilità di noleggiare abiti, scarpe e accessori firmati per occasioni speciali e a prezzi contenuti

Drees You Can è il primo esperimento di “dress sharing” nato nel 2014 dall’iniziativa di Caterina Maestro ed Elena Battaglia. Esperimento vincente, visto che le due ragazza hanno ricevuto l’IT4Fashion Innovation Award 2018.

Lo store, fisico si trova a Milano, a Porta Ticinese. Ma tutto è ovviamente fruibile anche online.

L’idea iniziale era quella di creare un luogo fisico e un sito web per condividere il proprio guardaroba, ampliando il classico “sharing” tra amiche a un pubblico molto più ampio. Dove i privati potessero mettere a disposizione il proprio guardaroba, e allo stesso tempo ognuno noleggiare capi firmati di stilisti emergenti o affermati. A prezzi ovviamente contenuti.

Tutto questo nell’ottica di una economia circolare e sostenibile. Non è forse vero che ogni donna possiede nel proprio armadio almeno un capo (diciamolo: sono molti di più) mai indossato e con ancora l’etichetta. In questo modo, si condivide, si rimettono in circolo capi praticamente nuovi e si può cambiare, indossando abiti firmati senza necessariamente comprarli. Eliminando i sensi di colpa!

Come e perché è nata l’idea di DressYouCan?
DressYouCan nasce a fine 2014 dopo uno sfortunatissimo soggiorno a Marrakech, trasformatosi in una maratona di shopping compulsivo tra amiche che, per una sorta di accidentali circostanze, si è trovata costretta a dover condividere un’unica carta di credito.
Esperienza che mi ha fatto riflettere su quella che è un’esigenza che accomuna la stragrande maggioranza del genere femminile: quella di possedere più abiti di quelli che indossa e continuare ad avvertire l’irresistibile desiderio di doverne possederne di più…Del resto, da che mondo e mondo nell’armadio di ogni donna ci sono più capi di quelli che indossa, ma molti meno di quelli che sognerebbe di indossare.Da qui l’idea di un antesignano Airbnb (portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi, ndr) dei guardaroba.

In Italia il concetto del “renting”  è ancora poco diffuso. Perché?
Più che poco diffuso direi che il concetto di renting, come del resto tutto quanto concerne il campo e-commerce, ha raggiunto l’Italia in  ritardo rispetto al resto del mondo.
Se negli Stati Uniti il noleggio online di abiti e accessori fashion femminili si è trasformato in una realtà ormai consolidata (vedi Renttherunway.com), in Italia il mercato è ancora all’inizio del proprio sviluppo e la presenza di competitor è ancora molto limitata. Si tratta dunque di un’enorme opportunità di business. Certo, il rischio  è solo quello di uno ‘sfasamento temporale’: generare una forte domanda prima di essere pronti a gestire elevati volumi di ordini o anticipare eccessivamente il mercato precorrendo i tempi e l’atteggiamento del consumatore.
Per scongiurare queste ipotesi, DressYouCan ha lavorato per aumentare la consapevolezza dell’utenza sui vantaggi del fashion renting e fidelizzato una base sempre crescente di clienti attraverso la comunicazione, il coinvolgimento diretto della base di fornitori diversificati, il passaparola e, soprattutto, la presenza del negozio fisico (l’85% delle consumatrici vuole vedere e toccare i prodotti prima di prendere una decisione).
In aggiunta anche l’integrazione con altri fornitori di servizi di sharing (turismo, trasporti) da affiancare alla partnership già in attivo con car2go a Milano, l’ampliamento della gamma di prodotti offerti (abbigliamento premaman, abbigliamento extra-size, complementi di abbigliamento, biancheria) e la diffusione ‘fisica’ nel resto d’Italia con l’ampliamento dei flagship store.
Coinvolgendo l’utenza sia come fruitrice che fornitrice, DressYouCan lavora per “convertire” ogni donna all’utilizzo e non al possesso del fashion, in quella che possiamo definire “economia circolare”. Inoltre  poniamo grande fiducia in un verticale incremento delle collaborazioni con nuovi marchi, designer emergenti e rivenditori. Del resto il tema della sostenibilità non può più essere eluso.
Da questo punto di vista DressYouCan è una sorta di collettore di tendenze che ottimizza il consumo rendendolo sostenibile (noleggio), trasporta il concetto di sharing economy nel mondo della moda contribuendo così all’eliminazione dello spreco (condivisione), analizza e cerca di prevenire le richieste dell’utenza così da sostenere la produzione sostenibile dei prodotti, con una particolare attenzione per i designer emergenti, sempre più attenti al risvolto ecologico del proprio lavoro (produzione sostenibile e personalizzata).

Sostieni che Dress You Can sia una rivoluzione della moda. In che senso?
Perché al centro dell’esperienza non è più il brand, ma il singolo cliente, che passa da target a focus del core business del noleggio. Per questo a differenza di tutti i competitor marketing (cliente e non prodotto al centro), la nostra selezione del catalogo prodotti (non per forza solo i must have delle ultime sfilate o dei top designers) e mission (permettere ad ogni donna di scegliere il proprio stile senza alcun diktat) non sono orientati a rendere l’utente un prodotto della moda del momento, ma la moda del momento un prodotto nelle mani del consumatore a seconda dei suoi capricci del momento.
Ciò che rivendichiamo con orgoglio, di fatto, al di là dell’applicazione del concetto di noleggio al mondo del fashion, è la creazione del primo “Armadio davvero Infinito”. È un nuovo capitolo per la moda: il capitolo dell’Airbnb dei guardaroba, accessibile da ogni punto di vista: economico, fisico e ideologico, dove mettere a noleggio i propri abiti (e dunque ottimizzare il proprio capitale), prendere a noleggio i vestiti a catalogo (approfittare delle risorse condivise) e contribuire a rendere l’approccio alla moda più sostenibile.
Su DressYouCan infatti gli abiti si prendono e si mettono a noleggio, monetizzando il proprio guardaroba e contribuendo con il proprio gusto alla definizione dei trend stagionali a seconda delle proprie preferenze e della propria vestibilità.

Che tipologia di donna noleggia abiti?
Il consumatore moderno tende a concepire il vero lusso più in funzione dell’esperienza da vivere che del bene da possedere (risultando così meno influenzabile e dipendente da un marchio specifico): vuole potersi concedere di cambiare guardaroba non più ogni anno, ma ogni giorno e lo vuole fare in modo rapido, intelligente ed economico.
Dressyoucan non si rivolge alle sole fashion victims che scelgono il noleggio come mezzo alternativo per accedere ad abiti da passerella che altrimenti non potrebbero permettersi, ma a donne moderne che hanno tante occasioni di sfoggiare abiti unici e sempre diversi. Il target di riferimento di DressYouCan è esclusivamente femminile, di una fascia d’età compresa principalmente tra i 18 e i 50 anni, con buona/ottima capacità di spesa, che predilige, ai diktat e alle tendenze della moda, vestibilità, comodità e varietà. Quasi la metà delle clienti diventa una nostra consumatrice ricorrente e il 38% dei membri di DressYouCan ha già segnalato di acquistare meno vestiti. Risultato così promettente da farci sperare in un duplice successo: aiutare l’ambiente ed eliminare il rimorso dell’acquirente in un sol colpo.

Quali sono gli abiti più richiesti?
Dopo un primo timido affaccio sul mondo del renting, è facile rendersi conto di come dalla cerimonia alla cena di lavoro, dall’aperitivo con le amiche alla cena romantica a lume di candela, le occasioni per sfoggiare un abito diverso ogni sera sono molteplici: ogni donna dovrebbe avere la possibilità di sentirsi un po’ come Cenerentola non solo per una notte, ma in ogni occasione speciale della sua vita. Perché un bel vestito è la bacchetta magica capace di donare autostima, sicurezza e benessere a chi lo indossa..
Per promuovere la diffusione e l’utilizzo quotidiano/ricorrente del noleggio come forma di fruizione alternativa allo shopping compulsivo di capi fast fashion, DressYouCan ha dal 2016 istituito più che un abbonamento una sorta di abbonamento in couponistica in linea con le esigenze nostrane: acquistando una DressCard, al costo fisso di 299€, si ha la possibilità di usufruire di 5 noleggi in un anno.

Anche le celeb ricorrono agli abiti a noleggio? Puoi raccontarci qualche aneddoto?
Riguardo al tema celeb, è doveroso fare una premessa: anche in questo caso, pur immerse nel mondo della moda, DressYouCan rappresenta una sorta di eccezione nel fashion in quanto non mira al coinvolgimento professionale di influencers, ambassador, o vip, nostrani o meno. E non certo per autolesionismo. Inutile dire quanto gioco ci farebbe se la superstar del momento ci aiutasse a diffondere il nostro verbo. Trattandosi però della promozione di un concetto più che di un brand, la sponsorizzazione del nostro format potrebbe passare solo attraverso un vero e proprio racconto. Ecco perché ad essere veramente efficaci, sono, paradossalmente, le foto, i consigli e i commenti di ognuna delle nostre clienti (donne reali e non standardizzate), che hanno scelto quel modello di vestito, lo hanno indossato e “hanno le prove” del loro successo.
Ovviamente tutt’altro discorso nel caso in cui siano le celeb a rivolgersi a noi in modo spontaneo, da pure e semplici clienti. L’attenzione alla donna e non al suo ruolo ha portato poi in effetti a situazioni particolarmente bizzarre. Come scoprire che uno dei nostri abiti si trovava sul red carpet di Venezia. O trovarsi a pensare “mamma mia, che bella ragazza” e rendersi conto a posteriori di aver effettivamente appena servito la Chiabotto.
Sembrerà banale, ma per noi, davvero, conta che ciascuna donna possa sentirsi bella come una diva. Indipendentemente dalla sua influenza social.

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