Cos’è la tocofobia e come affrontarla

Ecco come può essere affrontata una paura che accomuna tante donne, la tocofobia

Pubblicato: 30 Novembre 2018 12:34Aggiornato: 30 Novembre 2018 12:34

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

La gravidanza è uno dei momenti più belli nella vita di una donna.

Una piccola vita cresce dentro di te e poi dopo nove mesi di attesa, un batuffolo in carne ossa ti guarda e ti sorride. Una gioia immensa che riesce a cancellare quello stato di sofferenza che hai dovuto affrontare al momento del parto.

Certo, partorire richiede forza, energia e tanta pazienza. Il fatidico momento può generare, già durante la gestazione, un po’ di ansia e preoccupazione nella futura mamma ed è del tutto normale, ma ci possono essere casi in cui si può essere colte da vero terrore o da una paura immensa e immotivata.

Non è molto conosciuta, ma è una condizione che si può verificare in alcune donne: è la tocofobia, ovvero la pura del parto. Il termine, che deriva dal greco “tokos” (parto) e “fobos” (paura), indica una fobia vera e propria che può portare la donna a scegliere di sottoporsi al taglio cesareo, piuttosto che affrontare il parto naturale, o nei casi un po’ più estremi, anche di non avere figli.

Secondo gli studi eseguiti sull’argomento, la tocofobia, potrebbe essere originata da rapporti conflittuali con i propri genitori, ma più in particolare con la mamma. Le origini di questa paura sono dunque da ricercare durante l’adolescenza: si insinua nella ragazza in maniera silenziosa e senza dare grandi avvisaglie, per poi esplodere durante la gravidanza o a ridosso del parto.

La tocofobia si manifesta in due varianti:

Cosa si può fare per prevenire la tocofobia? Corsi preparto, ma anche yoga e consulenze psicologiche personalizzate, possono aiutare la donna ad affrontare questa paura, riducendone l’impatto al fine di non optare per soluzioni drastiche (come la scelta di non avere un figlio). In questo modo, la donna può vivere più serenamente non solo i nove mesi di gestazione, ma anche il momento stesso del parto.

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