Genitori, sapete cosa c’è dietro il fenomeno di Huggy Wuggy?

Ha un pelo blu e delle labbra dal colore rosso fiammante dalle quali sbucano dei denti affilati. Lui si chiama Huggy Wuggy ed è il pupazzo che promette abbracci mortali e che affascina i nostri bambini

Pubblicato: 29 Aprile 2022 11:14Aggiornato: 3 Gennaio 2024 09:43

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Redazione

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C’erano una volta Barbie e Ken, Cicciobello e le bambole, e insieme a loro i nostri giochi preferiti, quelli che ci tenevano compagnia durante i pomeriggi dopo la scuola, quando non c’erano youtuber e videogiochi ad animare le nostre giornate. Oggi, invece, c’è Huggy Wuggy, spesso in compagnia di Kissy Missy, a popolare la quotidianità dei nostri piccoli.

Ma a differenza degli altri pupazzi che siamo solite regalare ai nostri figli, e che ispirano tenerezza e dolcezza, Huggy Wuggy non lo fa affatto. Ricoperto di peli blu, e con le labbra dal colore rosso fiammante, è ritratto sempre con il sorriso, ma non si tratta di un’espressione confortante anzi, perché è quella che mette in mostra degli affilatissimi denti bianchi. Inquietante, vero?

Eppure nonostante quella sensazione di angoscia diffusa, sono molte le mamme che cedono alle richieste dei loro bambini, accettando di farli giocare con lui o di acquistare il suo pupazzo, meglio ancora se insieme a quello di Kissy Missy, la sua partner. Eppure, cedere a questa richiesta, potrebbe non essere la scelta migliore, non solo perché quello di Huggy Wuggy è un gioco che non è adatto ai bambini, ma anche perché i messaggi che manda non sono per nulla rassicuranti.

Huggy Wuggy

La fama di Huggy Wuggy precede il suo nome, soprattutto da quando i youtuber più popolari tra i piccolissimi ne anno parlato, tra tutti anche i Me contro Te. Ma chi è questo pupazzo che negli ultimi tempi si è trasformato in un vero e proprio fenomeno che affascina i nostri figli? Ve lo spieghiamo noi.

Huggy Wuggy è il protagonista, o meglio l’antagonista, del primo capitolo del videogioco Poppy Playtime lanciato nell’ottobre 2021 e disponibile sia sui dispositivi Android che Apple. Il gioco, che ha una classificazione PEGI 13, e quindi adatto solo ai bambini che abbiano più di 13 anni, è un horror escape room. Il pupazzo compare all’improvviso, ed è allora che il giocatore deve risolvere gli indovinelli nel minor tempo per fuggire dalla fabbrica di giocattoli Playtime&co e da Huggy Wuggy che di questa ne è la mascotte.

Perché bisogna fuggire da lui? Perché come dice il suo stesso nome il suo obiettivo è quello di dare e ricevere abbracci, ma non di affetto e premura, quanto più mortali. Ed è un po’ quello che fa anche la sua compagna di avventura Kyssy Missy che bacia le sue vittime fino a provocare la loro morte. E non è tutto perché la canzoncina che accompagna il pupazzo dai denti affilati recita più o meno così: “I miei denti aguzzi ti lasciano sanguinante, non chiamarmi mai brutto. Abbracciami finché non muori”.

Perché Huggy Wuggy preoccupa i genitori

Ora che abbiamo visto chi è Huggy Wuggy e quali sono i suoi scopi, possiamo confermare l’angoscia che proviamo quando ci troviamo davanti a questo personaggio e anche la preoccupazione nel sapere che i nostri bambini sono affascinati da questo gioco che si è trasformato in pochi mesi in un vero e proprio fenomeno. Un fenomeno preoccupante che in realtà tante mamme si sono già trovate a fronteggiare quando i più piccoli parlavano in continuazione della Momo Challenge e di Jonathan Galindo, o di Squid Game.

Cosa fare? È questa la domanda che si stanno ponendo tantissime mamme. Intanto, come abbiamo anticipato, il videogioco Poppy Playtime non dovrebbe essere messo a disposizione dei più piccoli, ma solo dei ragazzi che abbiano già compiuto i 13 anni. Di certo il personaggio fa paura, e ora che ha conosciuto la popolarità, non possiamo impedire ai nostri figli di parlarne.

Quello che possiamo fare, però, è assumerci la responsabilità del nostro ruolo, mantenere la calma e non creare ulteriori allarmismi. Piuttosto prendiamoci del tempo per stare vicino ai nostri figli, per spiegargli quello che non riescono a capire e per guidarli verso delle alternative, meglio ancora se queste non riguardano web e tecnologia, allontanandoli invece da tutto ciò che non è adatto alla loro età.

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