Accogliere un nuovo fratellino o una nuova sorellina richiede una rinnovata organizzazione familiare, e questo può essere meno semplice del previsto. Aggiungere un nuovo membro ad una famiglia che aveva faticosamente trovato il proprio equilibrio, se da un lato è fonte di gioia, può causare gelosie fra fratelli, innescando ansie e preoccupazioni.
La gelosia è un sentimento, non solo estremamente comune, ma assolutamente normale. Basta mettersi nei panni del bambino che, se sino al giorno prima aveva tutta l’attenzione dei genitori, improvvisamente si trova a doverla dividere con un piccolo estraneo. La gestione della gelosia tra fratelli e sorelle passa, quindi, anche dai comportamenti della mamma e del papà che devono fare il proprio meglio, mettendo in campo azioni positive, costruttive ed inclusive. Per questo, meglio non ignorare la possibilità che essa si possa manifestare ma, piuttosto, agire di anticipo, già durante i mesi di attesa, per poi, successivamente, favorire una relazione basata sul reciproco rispetto e sulla complicità fra fratelli e sorelle.
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Gelosia: Cosa fare quando aspettiamo un bambino
La prima cosa che si consiglia di fare è quella di coinvolgere il primogenito quanto prima, già durante la gravidanza. È importante parlare del neonato che arriverà come di un futuro compagno di giochi, un complice in famiglia, raccontandogli cosa potranno fare insieme, richiamando la sua attenzione sulla pancia che cresce, spiegandogli ciò che sta succedendo.
Il primogenito, vedendo che il genitore non gli toglie attenzioni, e sentendosi coinvolto, accetterà più serenamente il nuovo arrivato.
Tutto questo, senza spostare totalmente l’attenzione sul neonato ma includendo sempre anche il primogenito. Si potrà farlo, ad esempio, sfogliando le foto di famiglia, che ritraggano il primogenito da neonato e nei suoi momenti speciali come i primi dentini, i gattonamenti o i primi passetti, cogliendo l’occasione per spiegare che lo stesso succederà al nuovo fratellino. Si può comprare, insieme a lui, uno o più libri dedicati al tema: in tal modo il fratellino o la sorellina, impareranno a costruirsi l’idea di questo nuovo arrivo, attraverso delle storie che lo incanaleranno all’idea di quello che dovranno aspettarsi.
Il suo coinvolgimento può arrivare anche oltre, in base all’età: si può portarlo con sé durante le ecografie, o per negozi, a scegliere body e pigiamini che serviranno al neonato. Per i genitori più coraggiosi, si può arrivare anche a coinvolgere il bambino nella scelta del nome: il rischio di dare al piccolo un nome per il quale vi odierà tutta la vita, va detto, è alto!
Per evitare che il bambino possa pensare che il neonato gli tolga le attenzioni della mamma, innescando inevitabilmente una forte gelosia, qualora i genitori volessero iscriverlo al nido, meglio farlo qualche mese prima rispetto al parto. In questo modo, il bambino non assocerà le due cose, e la mamma avrà anche più tempo per riposare, prima del grande giorno.
Investire sul momento dell’attesa, per prepararsi in tutti i sensi, organizzativi come emotivi, può essere uno stratagemma per affrontare meglio tutto quello che arriverà, gelosia compresa.
Cosa fare quando il bambino nasce
Il primo incontro fra i fratellini e le sorelline è fonte di grande gioia per tutti. Eppure, anche questa fase può essere studiata, per accompagnare meglio il primogenito al grande incontro. Mentre la mamma è in ospedale con il neonato, ad esempio, il bambino con il suo papà può andare a scegliere un regalino da portargli, prendendo anche un piccolo regalino per sé.
Come ci ricorda l’ostetrica Daniela Pergola, con la nascita di un bambino è necessaria una buona organizzazione, affinché la mamma abbia poi tutto l’aiuto necessario. Anche per questo, quando ci sono fratellini o sorelline ad attendere il neonato, raccomanda alle mamme di seguire un corso pre-parto ad hoc. Secondo la Pergola, il primogenito non deve essere coinvolto forzatamente, nella fase di preparazione, ma è importante che lui stesso manifesti interesse.
Ci suggerisce anche, quando c’è poca differenza di età, di fargli prendere confidenza con il piccolo corpicino, del fratellino, attraverso un massaggio dedicato alle parti meno delicate, che poi lui stesso riceverà dai genitori, in uno spirito di equilibrio di premure.
La Gelosia: un fatto di giochi ed attenzioni
La gelosia fra fratellini sulla quale, come abbiamo visto, possiamo giocare di anticipo già durante l’attesa, si comincia a manifestare in modo più prepotente durante i primi momenti di gioco. Essa passa anche attraverso la gestione degli oggetti, che i bambini hanno a disposizione, e la normale propensione del piccolo a volere i giocattoli del grande.
Secondo Giorgia Cozza, giornalista ed autrice di molti libri dedicati all’infanzia, nel suo libro, “Benvenuto fratellino, Benvenuta Sorellina”, consiglia ai genitori di preparare degli angoli e delle scatole dedicati esclusivamente ai giochi dei primi e dei secondi. In questo modo, si evita che il piccolo possa prendere in autonomia i giocattoli del fratello maggiore (importante anche sotto l’aspetto della sicurezza). Il primogenito, infatti, non deve essere costretto sempre a cedere o ad accontentare il desiderio del minore di possedere tutto ciò che è suo. La condivisione reciproca deve essere incoraggiata, non imposta, anche al fine di creare e rafforzare un legame che sta nascendo, nel quale il conflitto può essere all’ordine del giorno.
La Cozza approfondisce un tema molto caldo: quando il bambino più grande vorrebbe che la mamma gli dedicasse un momento esclusivo, mentre è già impegnata con il piccolo. È ovvio che questa è una di quelle occasioni che, se non gestite bene, creano conflitto ed irritazione per tutti i membri della famiglia, ma anche gelosie.
Per gestire questa situazione, la Cozza consiglia alle mamme di prendersi del tempo per ragionare su come poter accontentare entrambi, se possibile. Ogni situazione, anche a seconda dell’età del bambino, è diversa ed ha una specifica soluzione. Se, ad esempio, il gioco proposto non fosse troppo arduo per il piccolo, la mamma potrebbe giocare insieme al grande, coinvolgendo in modo marginale anche il figlio minore. Se questo fosse impossibile, in caso di assoluta inconciliabilità, la mamma potrebbe promettere che si dedicherà in modo esclusivo al grande, più tardi. Tutto questo deve avvenire spiegando sempre il motivo per cui non è possibile giocare con il bambino, in modo che lui capisca e non se la prenda. E se neanche questa soluzione fosse risolutiva, per distrarre entrambi dalle attenzioni inconciliabili richieste, ci consiglia di uscire. Cambiando aria ed ambiente, i piccoli potranno distrarsi.
La gelosia può essere causata dall’insicurezza dei bambini che, non avendo un rapporto esclusivo con la mamma ed il papà, o non avendolo più in caso di figlio maggiore, immaginano che i sentimenti dei genitori non siano uguali per tutti. Per questo motivo, potremmo sentirci porre la domanda e la frase: A chi vuoi più bene? Oppure Vuoi bene più a lui!
La Cozza ci suggerisce di rispondere ponendo l’attenzione solo sul figlio che ha formulato la domanda, indicando gli aspetti che ci piacciono di più di lui, valorizzandolo, facendo apprezzamenti e riflessioni positive, senza paragonare i fratelli.
Gelosia, competizione e conflitti fra fratelli e sorelle
Alle volte sono proprio i genitori, anche senza volerlo, a piantare il seme della gelosia fra fratelli. Ciò avviene quando i confronti fra i due siano frequenti, indipendentemente dalle intenzioni dei genitori e dalle reali capacità dell’uno o dell’altro. I confronti non solo non sono utili, ma possono minare irrimediabilmente i rapporti fra fratelli e sorelle.
La Cozza suggerisce di spronare i figli con un atteggiamento incoraggiante, che non passi mai dal paragone con l’altro. Stimolarli sempre in senso positivo, spiegando il perché di quello che viene loro chiesto, senza paragonare l’impegno o l’abilità dell’altro.
La gelosia si innesca anche quando interveniamo a favore dell’uno o dell’altro, durante un conflitto, una normale e comune lite familiare. Per questo, può essere utile quanto suggerisce Giorgia Cozza: evitare di intervenire, salvo non sia davvero necessario, spingendo i fratelli a trovare una soluzione in modo autonomo, senza essere dalla parte dell’uno o dell’altro, sottolineando però l’importanza del rispetto reciproco e vietando comportamenti aggressivi.
Possiamo concludere dicendo che alla base della gelosia fra fratelli e sorelle c’è anche una nostra responsabilità, se siamo in grado di favorire un buon rapporto di fratellanza o sorellanza, attraverso azioni serene ed il buon esempio, questo sentimento, così come è arrivato, si spegnerà presto.
Ovviamente, qualora avessimo fatto scegliere al primogenito il nome del fratellino, non è detto che tutto ciò funzioni!