Talento, nessuna paura della fatica, impegno e dedizione: sono solo alcune delle doti che deve avere un ballerino per emergere. Senza dubbio sono alcune di quelle che appartengono a Julio Bocca, celebre ballerino argentino che con le sue performance ha fatto emozionare intere generazioni di spettatori.
Argentino, all’anagrafe Julio Adrián Lojo Bocca, classe 1967, ha una lunga e ricchissima carriera alle spalle iniziata da piccolissimo e portata avanti con grande successo e culminata (anche) con la direzione artistica del Ballet Nacional Sodre in Uruguay.
Ha smesso di danzare a 40 anni nel 2007, con un tour di un anno che lo ha portato a esibirsi in ben undici Paesi e che ha concluso con uno spettacolo a Buenos Aires su un palco all’aperto in Avenido 9 de Julio. Nel corso della sua carriera professionale ha ottenuto moltissimi premi e riconoscimenti, che non definiscono il suo talento ma sono espressione del largo consenso sulla sua bravura.
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Julio Bocca, la vita del ballerino argentino
Julio Bocca è nato nel quartiere Munro, a Buenos Aires, il sei marzo del 1967 e sin da bambino si è dedicato alla danza, basti pensare che ha iniziato a studiare a 4 anni e a 7 è entrato nella Scuola Nazionale di Danza, per poi passare all’Istituto del Teatro Colon l’anno successivo.
È nel 1981 che è entrato a far parte della compagnia del Teatro. La sua ascesa nel mondo della danza è stata vertiginosa: nel 1985, quando aveva 18 anni, ha vinto la medaglia d’oro in un concorso internazionale di balletto a Mosca e si è unito all’American Ballet Theatre, pur continuando a esibirsi con altre compagnie. Nel 1987, a soli 20 anni, ha ricevuto la nomina di ballerino dell’anno dal New York Times.
Ha girato il mondo regalando emozioni indimenticabili, è stato infatti artista ospite di numerose compagnie da Parigi, a San Pietroburgo, da Milano a Cuba. Ha danzato spesso con Eleonora Cassano, ballerina argentina, Luciana Paris e anche con l’italiana Alessandra Ferri.
Di lei, tra le altre cose, aveva detto in un’intervista rilasciata a Il giornale della danza: “Che posso dire di Alessandra? È stata una fortuna che pochi hanno nella vita. È un’anima gemella della danza, per me, un amore speciale, una confidente, una sicurezza, è fiducia. Con Alessandra abbiamo iniziato con Giselle e Romeo e Giulietta, e da lì abbiamo ballato un po’ di tutto insieme”.
Tra le altre cose che ha fatto nel corso della carriera si possono ricordare la fondazione della compagnia Ballet Argentino, ma anche qualche incursione al di fuori del mondo della danza in senso stretto. Basti pensare che nel 1998 ha recitato nella pellicola Tango e che nel 2000 ha ballato in un musical a Broadway. Dal 2010 al 2018 è stato direttore del Ballet Nacional del Sodre, aprendo una nuova fase di questa realtà. E poi è stato giurato in alcuni premi.
Tanti quelli che ha ottenuto personalmente e che hanno costellato una carriera ricca di successi: da quel primo riconoscimento avuto da giovanissimo, nel 1985, quando ha ottenuto la Medaglia d’Oro 1985 (Concorso Internazionale) a Mosca, se ne sono susseguiti altri. A cui si va a sommare l’amore del pubblico che lo ha sempre seguito con profondo affetto e stima.
A raccontare la sua esperienza, la biografia Julio Bocca, la vida en danza: il libro è stato pubblicato nel 2007 in Argentina. Lo stesso anno in cui ha detto addio alla danza.
Julio Bocca, l’addio alla danza
È nel 2007 che Julio Bocca ha detto addio alla danza: lo ha fatto con un lungo tour che ha toccato 11 Paesi tra cui l’Italia. Ed è stato proprio all’epoca, durante una conferenza stampa nel nostro Paese, che aveva spiegato – in merito al fatto che fosse definito da qualcuno il “Maradona della danza” – che avrebbe preferito essere considerato il Pavarotti della danza, come si legge su un articolo di La Repubblica.
Qualunque sia il paragone, una cosa è certa: Julio Bocca è stato un grandissimo ballerino, di quelli che restano nella storia come Carla Fracci, Roberto Bolle o – la già citata – Alessandra Ferri. La chiusura di carriera è avvenuta a Buenos Aires a dicembre 2007 con un evento pubblico, all’aperto e gratuito. Pare che all’epoca fossero presenti più di 300mila persone.
Quando si è ritirato, ha spiegato in anni recenti al Corriere dello spettacolo, ha chiuso anche l’esperienza del Ballet Argentino: “Dopo vent’anni di Ballet Argentino, lo chiusi. Era difficile: la compagnia si manteneva principalmente perché danzavo io, e per l’indotto economico che ne derivava – si legge nell’intervista – . Quando mi sono ritirato non c’è stato nessun danzatore argentino che volesse prendersi questa responsabilità: non è solo questione di danzare, quando hai una compagnia c’è tutto un lavoro dietro… Ho preferito chiudere. Ho fatto il mio ultimo tour con loro e poi basta. Questa parte della mia vita si è chiusa al massimo: è stato bellissimo”. A suo nome esiste una Fondazione.
La vita privata di Julio Bocca
Se della carriera di Julio Bocca si conoscono i successi, gli spettacoli, le tantissime emozioni che ha regalato a spettatori di tutto il mondo e gli inizi, meno nota è la sua vita privata. Il ballerino, a quanto pare, è molto riservato per quanto concerne la sfera privata. Rara eccezione è qualche intervista in cui ha rivelato qualcosa dell’amore.
Come era accaduto, ad esempio, nel 2017 quando a La Nacion aveva svelato di avere una persona importante nella sua vita. Pochi dettagli, ma tanta attenzione a proteggere la privacy di entrambi.
A quanto pare, vive in Uruguay e lavora ancora molto. Non ha un profilo social ma vi sono quelli professionali a ulteriore dimostrazione di quanto non gli interessi apparire ma dia maggiore valore alla sua arte. Quando non lavora, ha spiegato a La Nacion: “Lavoro. La mia testa funziona allo stesso modo. A casa cerco di stare calmo, di staccare, il che è una cosa difficile per me”. Vive in “periferia” come racconta il giornale, a Maldonado.
Del suo passato, invece, aveva detto al Giornale della danza: “Mio nonno era italiano, nella nostra casa c’è sempre stata l’arte. Vengo da una famiglia della classe media, mio nonno ha fatto studiare a mia madre il piano, il violino, la danza. L’arte è sempre stata al primo posto nella mia famiglia, sono stato io a chiedere a mia madre di studiare danza per fare il ballerino”.