L’hanno soprannominata “la donna dagli addominali d’acciaio” e Dana Glowacka, insegnante di yoga, lo è davvero visto che è riuscita a battere un record incredibile.
L’atleta è rimasta in plank per ben 4 ore consecutive, battendo ogni record e lasciando tutti a bocca aperta. Grande preparazione atletica, ma soprattutto mentale, hanno consentito a Dana di superare i suoi limiti. La donna è rimasta nella posizione del planking per un totale di 4 ore e 20 minuti.
Chi è andato almeno una volta nella vita in palestra conosce molto bene il plank. L’esercizio viene eseguito appoggiandosi sulla punta dei piedi e sugli avambracci, tenendo le gambe leggermente divaricate e tese. si tratta di una posizione isometrica particolarmente funzionale, ma anche molto faticosa, che fa lavorare gli addominali, i glutei, le braccia, le cosce, le spalle e il petto, tonificando tutta la fascia muscolare.
Per questo riesce a mettere alla prova anche i più grandi esperti di fitness. Quarantotto anni e una passione per lo yoga, Dana Glowacka arriva dal Canada ed in breve tempo è diventata una star su Instagram grazie alla sua straordinaria impresa. Nel 2015 il record del mondo femminile di plank era stato raggiunto da Maria Kalimera, cipriota che era rimasta nella posizione per 3 ore e 31 minuti.
Nel 2016, Dana era riuscita a resistere 2 ore e 5 minuti ai Mondiali di Pechino, conquistando il secondo posto sul podio. L’insegnante di yoga però non aveva mollato e aveva iniziato ad allenarsi con George Hood, che nel 2018 aveva stabilito il record di plank nella categoria maschile rimanendo in posizione per 10 ore, 10 minuti e 10 secondi.
La voglia di superarsi, la determinazione e un durissimo allenamento, hanno consentito alla sportiva di trionfare. Nel maggio del 2019 ha preso parte all’International Plank Marathon di Naperville, nell’Illinois, dove ha battuto ogni record precedente. Senza perdere la concentrazione, dimostrando nervi saldi e addominali d’acciaio, la donna è rimasta in plank per ore, di fronte allo sguardo attento di amici e parenti, ma soprattutto dei giudici che l’hanno premiata.