Bruno Vespa, gaffe su Paola Egonu e la nazionale di pallavolo: cosa è successo

Il giornalista si complimenta con la nazionale di pallavolo femminile per l'oro alle Olimpiadi, ma fa una gaffe con Paola Egonu e Myriam Sylla. Interviene anche il sindacato dei giornalisti

Pubblicato: 12 Agosto 2024 18:27

Giorgia Prina

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Anche Bruno Vespa, come tutti e tutte noi, è stato molto colpito dalla vittoria della nazionale femminile di pallavolo alle Olimpiadi di Parigi 2024. Un oro storico, prestigioso, conquistato con una tenacia invidiabile e un gioco di squadra sublime. Ma le congratulazioni che il giornalista ha voluto condividere sui propri social hanno alimentato la polemica. Le parole scelte, infatti, non sono proprio corrette e a moltissimi sono parse offensive nei confronti delle giocatrici, in particolari di Paola Egonu e di Myriam Sylla.

Bruno Vespa, le parole per la nazionale di pallavolo

“Straordinaria la nazionale pallavolista femminile. Complimenti a Paola Egonu e Myriam Sylla: brave, nere, italiane. Esempio di integrazione vincente“. Bruno Vespa ha voluto congratularsi così, su X, con le ragazze della pallavolo italiana, reduci da una vittoria incredibili alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Parole che però hanno scatenato la polemica, infiammando gli utenti in rete: “Sono nate in Italia, di quale integrazione parli esattamente? E poi, “nere”: proprio non ci riesci a non sottolineare il colore della pelle?”, si legge tra i commenti come giusta precisazione. Il commento infatti si riferisce a Paola Enogu e Myriam Sylla, di origini africane, ma nate e cresciute in Italia. Paola Egonu è nata a Cittadella, in provincia di Padova nel 1998, mentre Myriam Sylla, di tre anni maggiore, è nata invece a Palermo.

Altri sottolineano: “Chiedete a Bruno Vespa di quale integrazione parla visto che le ragazze a cui si riferisce sono nate in Italia”. “Bruno – ha scritto qualcun altro – ma sono nate in Italia, l’Africa l’avranno vista nel film di Checco Zalone al massimo”.  

L’intervento di Usigrai

Tantissime le critiche piovute su Bruno Vespa, che, sempre via social, ha replicato: “So benissimo che Egonu e Sylla sono nate in Italia. Ma basta questo a salvare dalle polemiche chi nasce con la pelle nera? Anche loro purtroppo devono integrarsi in un mondo più razzista di quanto si immagini”, ha scritto.

Ma il caso non si è fermato, anzi, la polemica è divampata, costringendo il giornalista ad ulteriori precisazioni: “Nascere in Italia non significa niente – dice il conduttore di Porta a porta – contano la famiglia, la formazione e purtroppo anche il colore della pelle. I meridionali che arrivarono a Torino negli anni ’50 e ’60 altro che integrazione dovettero affrontare, figuriamoci Paola e Myriam”. In un’altra intervista ha dichiarato: “Non conosco l’infanzia di Paola Egonu e di Myriam Sylla, ma mi meraviglierei se fosse stato un tappeto fiorito. Nascere in Italia non significa niente: bisogna guardare l’ambiente sociale e familiare e purtroppo anche il colore della pelle in un paese che ha ancora profonde sacche di razzismo. Nascere con la pelle nera non è un vantaggio nella nostra società»

Sul caso è intervenuta anche l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti, che definisce “indegno del servizio pubblico” il tweet di Vespa: “Dimostra un razzismo latente e una mentalità retrograda”. Paola Egonu in particolare non è nuova a questo genere di discorsi. Più volte si è dovuta mettere in gioco e ha dovuto lottare per difendere un concetto retrogrado e inutile di “italianità”. Questa volta la campionessa non ha commentato (non ancora almeno) e fa bene, ora ci piace pensarla a godersi la meritata gioia della vittoria, lontana da polemiche sterili.

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