Beatrice di York aveva solo sette anni quando le fu diagnosticata la dislessia. Un disturbo che comporta una difficoltà nella capacità di scrivere e leggere in modo corretto e che ha caratterizzato la sua infanzia. Oggi che ha 33 anni e che sta per diventare mamma per la prima volta, la cugina di Harry e William ha deciso di raccontare la sua esperienza e svelare come è riuscita a superare la dislessia.
Beatrice ha preso parte a Back to School, una iniziativa organizzata da Hello. La nipote della Regina ha partecipato a una riunione su Zoom con Giovanna Fletcher per parlare di dislessia. “Quando ero piccola nessuno mi ha fatta sentire inferiore e il collegio in cui studiavo mi ha sostenuta moltissimo – ha confessato -. Ma la vita di tutti i giorni era comunque complicata. Ricordo che avevamo libri di colori differenti a seconda del nostro livello di lettura. A me toccava sempre il bianco. Quello dei mei migliori amici era giallo o verde. Erano sempre avanti a me. E io pensavo: “Non sono abbastanza intelligente. Non sono brava. Perché non sono come gli altri?””.
La duchessa di York nel corso degli anni è riuscita a superare la dislessia e a trovare la sua strada, ma ci sono alcuni episodi che ancora le fanno male. “Una volta cercando di formulare davanti a me le parole scritte su un libro fissavo un’insegnante con gli occhi spalancati, come a dire: “Cosa dovrei fare?”. Lei mi disse: “Le parole non sono scritte sul mio viso”. E io pensai: “Beh, io non so nemmeno cosa ci facciano sulla pagina!””.
Oggi Beatrice considera la dislessia un “dono” e vuole che nessun bambino si senta solo o diverso di fronte ad essa. “La dislessia non è una cosa brutta – ha svelato -. È una parte grandiosa del modo in cui funziona il tuo cervello. Noi guardiamo il mondo in maniera differente. E per fare le cose troviamo soluzioni differenti. Siamo creativi e intraprendenti”.
La duchessa presto darà alla luce il suo primogenito, frutto dell’amore per Edoardo Mapelli Mozzi, e potrà giocare con August, figlio di Eugenia di York e Jack Brooksbank. Beatrice ha parlato della possibilità che il figlio si debba confrontare, come è accaduto a lei, con la dislessia. “Lo considererei un dono”, ha rivelato, affermando che: “Modificare la narrazione pubblica della dislessia dandole un significato positivo può davvero aiutare tutti”.