Barry White, cantante: biografia e curiosità

Barry White è stato uno dei più grandi rappresentanti della black music. Vincitore di due Grammy Award,ha venduto più di 100 milioni di dischi

Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo.

Noto come il “Re nero” della musica soul e pop, Barry White è stato uno dei più rappresentativi cantanti della black music americana. Non solo voce, ma anche polistrumentista, arrangiatore e produttore discografico statunitense, è riuscito a conquistare ben due Grammy Award e a vendere oltre 100 milioni di dischi. Con testi che celebrano l’amore, in particolare quello per colei che l’ha salvato da una vita ai margini della criminalità nei sobborghi di Los Angeles, la sua voce, Barry White ha scritto pagine di storia della musica del XX secolo. Voce profonda, calda, corposa e sensuale, ha conquistato il mondo intero.

L’infanzia di Barry White nei sobborghi di Los Angeles

Barry White è nato il 12 settembre del 1944 a Galveston in Texas per puro caso, la madre era in visita da alcuni parenti e decise di prolungare la permanenza fino a dopo la nascita del figlio. Il vero nome del cantante è Barrance Eugene Carter, i genitori, Melvin A. White e Sadie Marie Carter, non si sposarono mai e non vissero mai insieme. Il cantante aveva anche due fratelli più piccoli, uno dei quali rimasto coinvolto in un evento tragico che ha segnato profondamente la vita di White. Il 5 dicembre del 1983 Darryl, di 13 mesi più giovane, è rimasto ucciso in una lotta tra bande criminali. Tornando all’infanzia dell’artista, si trasferisce presto in California dove, con la famiglia, vive a Watts, all’epoca una delle zone con la più alta densità criminale di South Central Los Angeles. Da adolescente entra in alcune gang e viene coinvolto in attività criminali. All’età di 15 anni lascia la scuola e poco dopo deve scontare  sette mesi in un carcere minorile per aver rubato pneumatici da alcune Cadillac, per un valore di 30mila dollari. Intanto, la musica era già entrata a far parte della sua vita con l’esordio a 11 anni nel singolo di Jesse Belvin “Goodnight My Love”, in cui il bambino suona il pianoforte. La scoperta di avere una voce inconfondibile arriva qualche anno più tardi, a 14 anni. Barry stesso ha raccontato: “Mi svegliai e parlai a mia madre e il mio torace cominciò a vibrare. Fu incredibile, era terrorizzata”.

I primi passi nella musica

L’esperienza della prigione fa capire a White l’importanza di conservare la propria libertà, per questo si allontana dal mondo criminale e inizia a muovere i primi passi in quello della musica. Agli inizi degli anni ’60 entra a far parte di diversi gruppi musicali come The Upfront, di genere R&B fondato con dei compagni di scuola, per i quali canta come basso e scrive diversi brani. Presta la voce anche agli Atlantics e ai Five Du-Tones. Ma le note per White non sono solo quelle che escono dalla sua bocca, l’artista è interessato alla creazione dell’armonia e alla scoperta di talenti a tutto tondo, così impara anche il lavoro di engineer e produttore. Nel 1963 conosce l’arrangiatore Gene Page grazie al suo coinvolgimento con Bob&Earl nella canzone Harlem Shuffle. Qualche anno dopo collabora con le etichette Mustang e Bronco, tra gli altri produce quattro pezzi per Viola Willis e tre singoli per Felice Taylor. Con “It May Be Winter Outside” cantato da Taylor entra nelle classifiche americane Billboard. Gli anni ’60 si concludono con l’incontro di Barry con tre coriste: Glodean James, la sorella di lei, Linda, e la cugina delle due Diane Taylor. Nel 1969 il produttore comincia a lavorare con il trio chiamato “Love Unlimited”, gruppo nato come risposta femminile alle Supremes.

Gli anni ’70 con le Love Unlimited

Il successo delle Love Unlimited arriva con l’album del 1972 “From a girl’s point of view we give to you… Love Unlimited” che vende più di un milione di copie. Lavorando ad alcuni demo, la casa discografica propone infine a Barry di cantare lui stesso. Nel frattempo, nel 1974, il singolo “Love’s Theme” dell’album “Rhapsody in White”, eseguito dalle Love Unlimited arriva primo nella Billboard Hot 100, settimo nei Paesi Bassi e decimo nel Regno Unito e vince il disco d’oro. Lo stesso anno “Can’t Get Enough of Your Love, Babe”, scritta e registrata da Barry White è anch’essa prima nella Billboard Hot 100 e da lì la carriera come cantante del “re nero” è in continua ascesa.

Il successo e le collaborazioni

Tra i brano degni di nota ci sono:  “You’re the First, the Last, My Everything” (1974), “What Am I Gonna Do With You” (1975), “Let the Music Play” (1976), “You see the trouble with me” (1976), “Your Sweetness is My Weakness” (1978), “Just the Way You Are” (1978), “Change” (1982), “Sho’ You Right” (1987) e “Practice What You Preach” (1994). Memorabile è il concerto live del 1998 al Central Park di New York durante il quale Barry si esibisce con Luciano Pavarotti, secondo evento musicale visto da più di un miliardo di persone in mondovisione. I problemi d’ipertensione iniziano a creare i primi disagi e nel 2002 White viene ricoverato per insufficienza renale, l’anno successivo un ictus lo costringe a ritirarsi dalle scene. Muore il 4 luglio 2003 per arresto cardiaco all’età di 58 anni.

La vita privata di Barry White

Barry White si è sposato due volte e ha avuto cinque figli. Il primo matrimonio è nel 1962 con la scrittrice Betty Smith, amore di vecchia data. L’unione non dura a lungo e si concluse con un divorzio nel 1965, quando Barry aveva 21 anni, dopo una relazione di sei anni. Nel 1974 sposa Glodean White, componente delle Unlimited Love. I due erano separati da tempo prima della morte dell’artista nel 2003 anche se non divorziarono mai. Da lei White avrebbe avuto quattro dei suoi figli.

Curiosità su Barry White

La mole di Barry White è nota, l’artista era alto 192 cm e il suo peso, a seconda delle diete che seguiva, oscillava tra i 120 e i 150 kg. Negli ultimi mesi di vita era arrivato a pesare 160kg, le sue ceneri sono state disperse in mare da Michael Jackson. Il cantante è apparso nell’episodio 18 della quarta stagione de “I Simpson” intitolato “La festa delle mazzate”, dove il cantante, anche grazie all’aiuto di Bart e Lisa, riesce, usando i toni bassi della sua voce, a salvare i serpenti della città di Springfield dal massacro da parte degli abitanti. Ha cantato “You’re the first, the last, my everything” in un episodio di Ally McBeal ed è stato il padrino di Chuckii Booker, cantante di R&B che Barry aiutò a far emergere. Voce baritonale sensuale e inconfondibile, è considerato tra i padri della discomusic. Con le sue canzoni d’amore ha fatto innamorare milioni di persone.

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