Gabriella Labate racconta Nudi: “Arriva solo a chi ha gli occhi per guardare oltre”

Ex modella, ballerina, soubrette, mamma, moglie di Raf, scrittrice: Gabriella Labate si racconta parlandoci di "Nudi" il romanzo riedito per Aliberti

Pubblicato: 21 Novembre 2023 17:14

Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

Web Content Creator e Internet addicted che ama la complessità del reale. La passione più grande? Sciogliere matasse con occhio critico e ironia.

“Un romanzo che può arrivare solo a chi ha occhi per guardare oltre”. Così Gabriella Labate racconta la riedizione del suo romanzo La gonna bruciata, ora in una nuova edizione per il marchio Love di Compagnia editoriale Aliberti dal titolo Nudi. Per chi la conosce come modella, ballerina e soubrette sarà forse una sorpresa, ma Gabriella Labate è questo e anche molto di più. Il romanzo rivede finalmente e meritatamente la luce completato e arricchito da tre scritti inediti: un emozionante racconto di vita e due lettere, una indirizzata ai figli Bianca e Samuele e una a suo marito Raffaele (il cantautore Raf), suo compagno di vita. Due lettere d’amore, come lei stesse le definisce, per raccontare qualcosa in più sulla sua famiglia, tra alti e bassi, gioie e dolori.

Nel volume, scritto in forma di diario acronico, osserviamo Sara, la protagonista in tre fasi di vita: bambina, ragazza e donna. La scrittura di Labate, tutta da scoprire, porta in un vortice di sentimenti e sensazioni: dal raconto della nonna e del suo stratagemma per liberarsi della figlia di troppo, affidandola a un convento di suore, dell’infanzia modesta, ma serena, del padre violento e della madre infelice. Un romanzo che parla d’amore mostrandocelo senza nominarlo, vivendolo senza sciuparlo. Gabriella Labate racconta a DiLei.it com’è nata l’idea del romanzo e la forza di un racconto pronto a conquistare i cuori di tutti noi.

Gabriella Labate di nuovo in libreria con Nudi

Moglie di uno dei cantautori più amati, mamma, donna di spettacolo e cultura: Gabriella Labate è un personaggio poliedrico e gentile, in grado di portare per mano nel proprio mondo attraverso personaggi dai sentimenti profondi. La showgirl racconto di aver sempre amato leggere autori di ogni genere e ogni nazionalità e di aver coltivato fin da piccola la passione per la scrittura. La voglia di mettere però nero su bianco le sue idee è giunta solo in età adulta, quando, trovandosi nella periferia di Miami con la famiglia, decise di dedicarsi alla stesura del suo romanzo.

Da cosa nasce Nudi?
“Ho deciso di dedicarmi a questo libro stimolata e convinta da un fatto di cronaca accaduto in quel periodo. Un fatto molto forte, che mi ha convinta a cominciare a cucire gli abiti di Sara, la protagonista, facendo un puzzle di tutta una serie di cose accadute a me o ad amici o a persone molto vicine a me. Le idee sono nate anche da conversazioni che ho origliato quando ero bambina, quando mamma e papà mi mandava via perché non dovevo sentire certo cose non adatte a una bambina. Si tratta di cose che mi hanno colpito molto nella vita, toccando me personalmente o persona a me care e vicine. Per esempio in questo momento stiamo vivendo all’unanimità un momento del genere: l’Italia è tutta stretta attorno al papà di questa ragazzina (ndr. Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin). Lo stimolo per iniziare a scrivere ce l’ho avuto a Miami a seguito di un fatto per alcuni aspetti molto simile. Una storia di violenza. Una storia che mi colpì molto“.

Perché il titolo Nudi, dai molteplici significati?
“Il titolo precedente del romanzo La gonna bruciata e il secondo, Nudi, in realtà si completano. Quando mi è stato chiesto di rieditarlo io ho voluto scrivere anche qualcosa di inedito per dar qualcosa in più, non volevo farlo uscire così com’era. E infatti così è stato. Il primo titolo, “La gonna bruciata”, è un po’ l’essenza del significato del libro, perché leggendolo poi uno capisce cosa significa: c’è una gonna bruciata fisicamente, ma c’è anche un risvolto simbolico. Però “nudi” è quello che lo completa, perché ha tanti significati: l’essere nudi fisicamente, ma si può essere nudi anche da completamente vestiti. Il “nudi” nasce da una lettera che scrissi per mio marito, una dedica nel giorno del suo compleanno. Mi piaceva renderla anche pubblica e raccontare quello che siamo io e Raffaele, però quando si arriva alla fine del libro si capisce anche perché nudi”.

Cosa c’è di te nel libro?
“Non facendo la scrittrice non ho tempi o scadenze, ho sempre scritto e continuerò a farlo quando avrò voglia. Ma, mi piace far scoprire un altro lato inedito di me. Quando fai l’attrice, la soubrette, la ballerina, tu ricopri sempre un ruolo, fai e reciti il ruolo che devi. Non rinnego nulla, perché mi è piaciuto tantissimo il lavoro che ho fatto, ne sono e sarò sempre grata e felice, perché non era per me un lavorare ma più un giocare, era un divertimento. Lo è sempre stato. Ho avuto la fortuna di fare un lavoro che ho amato. Quindi il libro potrebbe essere un modo per scoprire un nuovo lato di me o una Gabrielle diversa da quella che hanno visto in televisione. Sono anche tanti anni che io non lavoro in video, ma ecco mi piaceva far conoscere anche quel lato di me che anche chi mi segue non conosce magari”.

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Il romanzo di Gabriella Labate

Una riedizione da riscoprire: un libro con una doppia vita

La riedizione de La gonna bruciata nasce anche da un’esigenza personale di dare a una gioia come la scrittura di un romanzo il giusto peso. La prima uscita fu infatti una “felicità interrotta”, come lei stessa la definisce: “Era uscito con una casa editrice piccola, si poteva solo ordinare online e a pochi mesi dall’uscita io sono stata male. Quindi ho ricomprato le edizioni e il libro a pochi mesi dall’uscita era già diventato introvabile. Subito dopo il terzo farmacopie io sono stata male, ho avuto un lungo ricovero a seguito  di una patologia rara. Quando ne sono uscita ero però delusa da questa felicità interrotta perché mi aspettavo una risposta molto diversa da quella che c’è stata come accoglienza del libro, sorprendentemente molto bella e con la critica piacevolmente colpita dal mio modo di scrivere e dal mio modo di essere, perché esce fuori la vera essenza di me.

Come si lega la storia di Nudi a quella di Giulia Cecchettin, così tragica e dolorosa?
“Credo che il mio libro possa solo farti capire da quanti anni si perpetua una struttura culturale che va avanti da decenni. Io sono assolutamente convinta che l’esempio e l’educazione nella famiglia sia fondamentale, ma sono altrettanto convinta che il problema è proprio l’individuo a volte. Secondo me una grossa responsabilità ce l’hanno anche i social. Faccio riferimento, per esempio, al fenomeno del trend TikTok in cui le ragazze mostrano con orgoglio la gelosia del proprio fidanzato, proprio come a dire “è geloso perché mi ama così tanto”. Questo tipo di messaggio non deve passare. Bisognerebbe fare una pulizia difficile, ma necessaria. Se di tendenza su TikTok mostrano questo, per esempio sentirsi fieri di essere i primi ad andare con una ragazza vergine, allora non va bene. A me fanno paura questi messaggi subdoli”.

Le parole più belle sulle pagine di Nudi sono state dette proprio dal Raf, marito di Gabriella Labate: “Anni fa non avrei immaginato di poter elencare tra i miei preferiti un libro scritto proprio da Gabriella, invece il suo romanzo è entrato, senza dubbio a pieno titolo, a farne parte. Oggi sento di avere un motivo in più da sommare agli altri mille che mi spinsero a innamorarmi di lei tanti anni prima che avesse in mente di scrivere questo libro”.

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