Hanno il volto sfigurato dall’acido, da quella violenza che per prime hanno subito sulla pelle, sul corpo e nell’anima. Quelle non si possono dimenticare, perché restano nelle cicatrici visibili sul viso e sul cuore. Ma non sono quelle a caratterizzarle e a definirle, no. Sono gli occhi, quelli parlano di bellezza e di meraviglia, di voglia di riscatto e di coraggio. Di resilienza.
Sono le donne che lavorano al fianco di Kulsum Shadab Wahab, la fondatrice di Ara Lumiere. Non una semplice imprenditrice e neanche solo una stilista, ma una donna che lavora con le donne, per le altre donne. Una filantropa che ha realizzato un sogno, quello di dare una seconda possibilità a chi è stata vittima di violenza.
I prodotti del brand, che hanno già calcato le passerelle delle Fashion Week di tutto il mondo, sono artigianali e sostenibili, e sono realizzati dalle donne sopravvissute agli attacchi con l’acido.
Chi è Kulsum Shadab Wahab
Kulsum Shadab Wahab, dicevamo, non è solo la fondatrice di Ara Lumiere, uno dei più interessanti marchi artigianali e sostenibili che oggi sono sotto lo sguardo dei riflettori. Ma è anche una filantropa, la promotrice del progetto Hothur Foundation che si occupa di sostenere e difendere le donne che sono state vittime di violenza.
La stilista indiana ha concesso loro una possibilità, l’opportunità di un riscatto che forse non credevano più di avere, lavorando fianco a fianco con loro. Insieme alle donne indiane sfigurate dall’acido, ha dato vita a dei copricapo fatti a mano che non rappresentano solo un accessorio di tendenza o un bell’orpello, ma sono il simbolo della bellezza di quelle stesse donne, che alla violenza sono sopravvissute e che dopo di quella sono rinate. Da questa visione ha avuto origine Ara Lumiere.
Per spiegare il progetto, e il suo significato più profondo, abbiamo chiesto direttamente a Kulsum Shadab Wahab di raccontarcelo. Di spiegarci come è nato tutto, e di come la sofferenza delle vittime si sia trasformata in un’espressione creativa e bellissima.
“Ho sempre avuto una profonda passione per la moda, ma soprattutto ho sempre creduto che questa potesse essere usata come strumento per il cambiamento sociale. Così ho fondato Ara Lumiere, un marchio di moda premiato a livello internazionale che lavora con le sopravvissute agli attacchi con l’acido per creare pezzi di alta moda artigianali”
Il brand Ara Lumiere si muove parallelamente all’attività della Hothur Foundation, che fornisce aiuti alle donne vittime di violenza domestica. “Il marchio” – ci spiega la stilista indiana – “utilizza la moda come mezzo di empowerment e di espressione per le sopravvissute alla violenza, e tutti i proventi vanno a sostenere la loro riabilitazione”.
Ara Lumiere oggi è diventato un brand riconosciuto a livello internazionale, per la trasparenza e per l’impegno etico e sociale, che vanta numerosi premi tra i quali il The Social Impact Award ai CNMI Awards MFW 2022. Ma il premio più bello, questo è scontato, è proprio quello di poter scorgere di nuovo la luce negli occhi delle donne vittime di violenza.
Come è nato il progetto?
“Ara Lumiere nasce proprio dai laboratori condotti dalla Hothur Foundation destinati alle donne sopravvissute alla violenza, che si concentrano principalmente sull’arte e sull’artigianato, utilizzati come mezzo di terapia. Creazione di gioielli, cucitura, abbigliamento artigianale, ceramica e head couture. Proprio da questi workshop è emerso il desiderio di dimostrare che può esserci una rinascita, una vittoria oltre la violenza. Così è nato Ara Lumiere, il simbolo di resilienza che diventa anche strumento di espressione per tutte le persone vittime di violenza.
Quello che fa il marchio oggi è di trasformare ciò che all’apparenza la società contemporanea considera una ‘deturpazione’ del corpo, ma soprattutto dell’anima, in una fonte di potere e di riscatto. Così si trasformano la sofferenza in un trionfo, portando le storie irraccontabili delle sopravvissute sotto i riflettori del mondo della moda.
Ogni prodotto che porta la firma Ara Lumiere è un’opera d’arte di chi è sopravvissuto, è l’espressione della trasformazione e della guarigione. Ed è anche un modo per supportare il loro percorso di ripresa dato che, tutti i proventi ricavati dalle vendite, vengono poi reimpiegati per la riabilitazione e il sostentamento”.
Ara Lumiere: storie di resilienza e di rinascita
Non solo capi e accessori belli da indossare, tutti i prodotti di Ara Lumiere raccontano storie di orrore e di dolore, ma anche di rinascita e forza. Cosa si nasconde dietro le collezioni del marchio?
“Il nostro concept è quello di non nascondere le storie e gli orrori delle sopravvissute alla violenza, anzi di mostrarle. Di far vedere proprio come il superamento di queste esperienze sia in grado di dare vita a vere e proprie opere d’arte che vengono realizzate e cucite a mano. Queste persone sono rinate attraverso l’arte e possono diventare d’ispirazione per chi ha subito lo stesso destino. Ma per tutti in generale. Mi piace pensare alle collezioni come a uno spazio che permetta di raccontare e condividere queste storie, di dare voce e potere a chi è sopravvissuto alla violenza. E di creare una comunità che celebra la resilienza e la creatività“.
La moda, quindi, può diventare lo strumento per combattere la violenza, i pregiudizi e gli stereotipi?
“Sì, la moda può diventare uno strumento per combattere la violenza, i pregiudizi e gli stereotipi. La moda ha il potere di plasmare gli atteggiamenti culturali, influenzare le norme sociali e creare un senso di comunità. Se usata intenzionalmente, la moda può essere un potente mezzo per promuovere valori come l’inclusività, la diversità e l’accettazione. E lo vediamo ogni giorno.
Molti marchi di moda, per esempio, stanno utilizzando gli strumenti in loro possesso per promuovere il body positive, ma anche la diversità. Creano linee di abbigliamento che si rivolgono a tutti, indipendentemente dalla taglia, dal colore della pelle e dall’identità di genere. È una sfida, questa, agli stereotipi e ai pregiudizi dannosi che sono stati perpetuati per decenni dall’industria della moda e non solo”.
Quali sono le prossime sfide di Ara Lumiere e della Hothur Foundation?
“Abbiamo tanti progetti in questo momento che prevediamo di sviluppare prossimamente. Tuttavia, il più importante è quello che stiamo realizzando adesso, ovvero fornire costantemente uno spazio sicuro per le sopravvissute attraverso l’auto espressione e l’arte. È un processo lungo che ogni giorno si avvicina alla meta, a quello che noi definiamo #VictoryOverViolence. Fornendo a tutte le donne una piattaforma per esprimersi e mostrare il loro talento artistico, le stiamo aiutando a guarire e ricostruire le loro vite.
Il nostro obiettivo è quello di dare loro la possibilità esprimersi per guarire e per ispirare gli altri a unirsi alla lotta contro la violenza e gli abusi. Attraverso questo progetto, speriamo di continuare ad abbattere le barriere e promuovere una società più equa e giusta per tutti”.