Quali cibi si possono consumare anche se scaduti

Scopri quali sono i cibi che si possono mangiare anche dopo la data di scadenza e quali invece evitare

Maria Iniziato

Content Editor, esperta di cucina

Content writer, copywriter e traduttrice. Scrive di cucina ed enogastronomia, arte, arredo e design, viaggi, salute e benessere, sessualità, animali.

La data di scadenza degli alimenti è un tema che non mette mai tutti d’accordo. Nonostante la divisione tra alimenti “da consumare entro” e quelli “da consumare preferibilmente entro”, c’è chi ritiene inderogabile la data impressa sulle confezioni e non si sognerebbe di mangiare un alimento “scaduto” nemmeno il giorno dopo.

Eppure, a causa dell’errata interpretazione delle etichette, ogni anno finiscono nella spazzatura tonnellate di cibo ancora buono da consumare. Per contrastare lo spreco alimentare, la Commissione Europea ha presentato una proposta di revisione delle indicazioni sull’etichetta, introducendo la dicitura “Spesso buono oltre”. Questo per ribadire che molti degli alimenti che buttiamo, nella maggior parte dei casi, sono ancora più che commestibili.

Avevamo già avuto modo di dare una spiegazione delle diverse terminologie con cui vengono etichettati i cibi, anticipando che molti alimenti si possono mangiare anche parecchi giorni dopo la data riportata sul prodotto.

Vediamo tutto quello che bisogna sapere sui cibi scaduti e quali alimenti si possono mangiare tranquillamente anche dopo la scadenza.

Come leggere la data di scadenza degli alimenti

Leggere (e comprendere) le date di scadenza dei cibi è fondamentale per evitare il rischio di intossicazione alimentare. La scadenza viene applicata per legge su tutti i prodotti alimentari e indica che, superato quel determinato giorno o mese, l’alimento potrebbe non essere più sicuro da mangiare. Bisogna però distinguere la dicitura “da consumare entro” da quella “da consumare preferibilmente entro”, che è una data di scadenza indicativa ma non obbligatoria per la qualità del prodotto.

I prodotti freschi preconfezionati come latte, formaggi freschi, carne rientrano tutti nella prima tipologia di etichettatura, vale a dire quei prodotti deperibili nell’arco di pochi giorni o comunque poche settimane.

I prodotti che hanno invece la scritta “da consumare preferibilmente entro” hanno una deperibilità più lunga ma anche qui la legge prevede delle distinzioni. Ci sono alimenti che hanno una scadenza inferiore a 3 mesi, altri invece che durano anche 18 mesi e oltre.

Se l’etichetta riporta una determinata data di scadenza non significa però che l’alimento è immangiabile a prescindere, ma solo che c’è una legge che ne determina la deperibilità in base alle sue caratteristiche.

Perché alcuni cibi si possono mangiare anche se sono scaduti

Se a determinare la vita di un alimento è la legge e non la reale “mangiabilità” dello stesso, è chiaro che una persona poco informata rischia di buttare nel bidone dell’umido dei cibi ancora buoni.

Molti alimenti possono essere consumati tranquillamente anche dopo la data di scadenza, a patto che siano stati conservati correttamente e che non presentino segni di deterioramento. La dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” rappresenta il termine minimo di conservazione (TMC) di un prodotto e indica la data entro cui c’è la garanzia di mantenimento di tutte le caratteristiche organolettiche dell’alimento. Succede quando, per esempio, si mangia un pacco di biscotti dal sapore ancora buono ma che hanno perso la fragranza tipica del prodotto fresco. In questo caso, se la consistenza non è di proprio gradimento, si possono sempre utilizzare – in totale sicurezza – per la preparazione di un dolce.

In determinate circostanze, persino alcuni alimenti freschi (correttamente conservati) possono essere salvati da un triste destino, se non presentano segni di muffa o alterazione di colore, odore o consistenza.

Mangiare prodotti alimentari dopo la data di scadenza riportata sulla confezione è soprattutto un modo per ridurre gli sprechi e risparmiare. In generale, per valutare se un cibo scaduto è ancora sicuro da mangiare, è sufficiente usare il buon senso e seguire alcune regole di base. Se l’alimento presenta segni di muffa, di fermentazione, di alterazione del colore o del sapore, è meglio evitarlo. Allo stesso modo, se ha un odore sgradevole o se la confezione è gonfia, è probabile che sia andato a male e non dovrebbe essere consumato.

Quali alimenti possono essere mangiati dopo la scadenza

Dal momento che gli alimenti non sono tutti uguali, quali sono i cibi buoni anche dopo la data di scadenza?

Quali cibi non si possono mangiare dopo la scadenza

Se alcuni alimenti sono ancora buoni dopo la scadenza, per altri è assolutamente sconsigliato mangiarli. Rientrano in questo elenco, il latte fresco e tutti i latticini e formaggi freschi, che hanno vita breve e devono essere consumati dopo pochi giorni dall’acquisto.

Stesso discorso per i salumi e affettati vari tagliati al banco della salumeria, che vanno mangiati entro 3-4 giorni dall’acquisto. Per gli insaccati e gli affettati imbustati, non si deve mai superare la data di scadenza riportata sulla confezione.

La carne fresca acquistata in macelleria va ovviamente conservata in frigorifero e consumata nell’arco di un paio di giorni, per evitare che sviluppi batteri nocivi e molto dannosi se ingeriti.

Anche se non sempre vengono vendute con la data di scadenza, frutta e verdura sono alimenti altrettanto pericolosi, perché possono veicolare batteri come l’Escherichia Coli. È sempre bene accertarsi che non presentino muffe, cattivi odori o alterazioni nel colore e nella consistenza.

Al di là delle indicazioni riportate sull’etichetta, prima di consumare un alimento – scaduto o no – è opportuno verificarne le condizioni e, in base ad esse, decidere se mangiarlo. In questo modo, possiamo contribuire a ridurre gli sprechi alimentari, salvaguardare l’ambiente e risparmiare.

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